Energie rinnovabili in Italia: quali crescono e quali no

Un sole che non tramonta: il fotovoltaico è l’unica fonte di energia rinnovabile in crescita. In calo l'idroelettrico

Tramonto su impianto fotovoltaico su banchina sul mare

L’energia da fonti rinnovabili in Italia, così come nel resto del mondo, ha cinque tipi principali di approvvigionamento: fotovoltaico, idroelettrico, eolico, geotermia e bioenergie. I sistemi e le tecnologie hanno storie e evoluzioni diverse, ma si dividono le utenze di chi ha scelto di avere energia elettrica da una fonte ‘alternativa’ a quella classica.
Secondo gli ultimi dati forniti da Terna, aggiornati al 2016, è ancora l’idroelettrico il canale più importante dal punto di vista della quantità, col 39% di produzione di energia sul totale nazionale.

Tramonto

La società che gestisce la rete di trasmissione di energia elettrica in Italia ha però anche rilevato che l’idroelettrico ha un andamento altalenante, con picchi nel 2013 e nel 2014 seguiti da un calo di produzione tuttora in corso. Al secondo posto c’è il fotovoltaico, che è cresciuto dai 676 Kwh del 2009 ai 22.104 del 2016 che rappresentano il 20,4% del totale nazionale della produzione di energia rinnovabile e che sono in leggero calo dal picco di 22.942 Kwh, raggiunto nel 2015, soprattutto perché la richiesta di energia elettrica è calata in modo uniforme sul territorio. Le bioenergie (derivanti da rifiuti biologici sia domestici che derivanti da coltivazioni apposite) sono a quota 19.508 Kwh (18%) con un trend di crescita simile a quello del fotovoltaico; appena sotto l’energia elettrica derivante dall’eolico, che nel 2016 si è fermato al 16% con 17.688 Kwh. Ben più staccata la geotermia (poco più del 6%) con 6.288 Kwh e soprattutto con percentuali quasi immutate negli ultimi 7-8 anni. 

graficoSul dato parziale del 2017 influisce molto il calo della domanda energetica, che si riflette in una minore produzione delle fonti rinnovabili e in un incremento dell’output generato dalle centrali a gas. Tra i motivi i cambiamenti climatici e quindi temperature più alte rispetto a quelle abituali e la crisi produttiva con la chiusura di aziende e attività commerciali. Nel complesso la produzione da fonti rinnovabili a fine 2017, in attesa di dati ufficiali che non arriveranno prima di primavera, potrebbe avere una diminuzione in doppia cifra (intorno al 10-11%) rispetto al 2016. Scorporando il dato però emerge la crescita del fotovoltaico (oltre il 13%) e l’ulteriore calo dell’idroelettrico (quasi il 30% in meno) e dell’eolico.
Se il trend venisse confermato entro pochi anni dovrebbe arrivare il sorpasso del fotovoltaico sull’idroelettrico, con scenari completamenti nuovi rispetto a quelli dell’inizio della seconda decade del 2000.

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