I vantaggi della riqualificazione energetica degli edifici

Tutto quello che c'è da sapere sulla certificazione che misura quanto un edificio spreca oppure risparmia

pavimenti e infissi

La classe A4 è la più performante per gli edifici più efficienti, la classe G quella per gli immobili più datati, i più energivori. Appartengono all’ultima classe le case che consumano più riscaldamento e quindi inquinano maggiormente, a scapito della bolletta e dell’ambiente.

La riqualificazione energetica in Italia

Nel Belpaese sono milioni le abitazioni che hanno bisogno di interventi di riqualificazione energetica se è vero che, come dimostra un’indagine condotta nel luglio 2017 da Energy & Strategy Group (School of Management del Politecnico di Milano), gli edifici con sistemi ad alta efficienza nZEB (edifici a energia quasi zero) oscillano fra le 650 e le 850 unità (93% a uso residenziale), quasi tutti concentrati in Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto. Numeri molto bassi, senza contare che in Italia ci sono circa 12 milioni di edifici residenziali, di cui circa il 74% è stato realizzato prima degli anni ’80. Questo significa che il grosso del patrimonio immobiliare italiano non solo è obsoleto ma è stato costruito senza indicazioni di efficientamento e risparmio energetico. Oggi più che mai, la parola d’ordine diventa riqualificare.

tetto fotovoltaico

Gli interventi per riqualificare

Una volta che abbiamo in mano la certificazione energetica, potremmo pensare a una serie di interventi strutturali per migliorare l’isolamento termico e la qualità degli infissi. La posta in gioco non è solo l’ambiente: una classe energetica bassa genera perdita di valore immobiliare (fino al 30% in meno), motivo in più per scegliere la riqualificazione magari privilegiando fonti di energia pulita, come le rinnovabili. In questo senso, la Legge di Bilancio 2018 offre un ventaglio di possibilità con la riconferma dell’Ecobonus per migliorare l’efficienza energetica degli immobili, prevedendo detrazioni fiscali al 65%. Attenzione però perché la detrazione Irpef prevista dall’Ecobonus non è più pari al 65% per tutti i lavori effettuati ma passa al 50% per le seguenti tipologie di opere:

 

  • Sostituzione e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione e a biomassa
  • Sostituzione e posa in opera di infissi
  • Installazione di schermature solari

Discorso diverso per gli interventi e le spese volte a migliorare l’efficienza energetica e le prestazioni dell’abitazione. L’agevolazione del 65% o del 50% per modifiche sugli edifici comprende le seguenti tipologie:

 

  • Installazione di pannelli solari
  • Miglioramento termico dell’edificio (finestre, pavimentazioni, coibentazioni e infissi)
  • Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale
  • Installazione di dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento (interventi di domotica)

  

 

Cos’è la certificazione energetica?

È la carta d’identità che fotografa le prestazioni energetiche di un immobile, quanto un edificio spreca in termini di energia oppure risparmia. Il parametro misurato (Indice di prestazione energetica) indica il consumo di energia per metri quadrati (o cubi) dell’immobile utile al riscaldamento invernale, alla produzione di acqua calda sanitaria e raffrescamento. In pratica, l’attestato di prestazione energetica (Ape) che rilascia un tecnico abilitato (ingegnere, geometra, architetto o perito edile) è utile per capire come modificare la struttura della propria casa per il bene della bolletta… e dell’ambiente. Ma non è questione di utilità, bensì di necessità. È dal 2005 che la certificazione energetica è divenuta obbligo di legge (decreto legislativo 192/05) in caso di contratti di locazione, rogiti, annunci immobiliari, detrazioni e sgravi. Purtroppo non esistono controlli adeguati sugli attestati di classe energetica degli edifici mentre la normativa imporrebbe di verificare almeno il 2% degli attestati rilasciati. Se pensiamo che persino su Groupon è possibile acquistare certificazioni low cost spesso non attendibili a partire da 35. Insomma, su questo fronte c’è ancora molto da fare.

 

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