Smog, la strategia italiana e quella tedesca a confronto

La Germania punta sui mezzi pubblici gratuiti mentre l’Italia ripropone la nuova Strategia energetica nazionale per evitare il deferimento alla Corte di Giustizia

Autobus a Berlino

Per tutte e due è scattato a fine gennaio il famigerato ‘cartellino rosso’ della Commissione Europea per l’Ambiente. A tutte e due era stato chiesto di mettere in atto misure drastiche contro l’inquinamento atmosferico per arginare la procedura d’infrazione di Bruxelles. Da un lato la Germania, la patria mondiale delle auto, terra di colossi come Volkswagen o Bmw, che a metà febbraio ha lanciato un piano ambizioso per rendere gratuiti i mezzi pubblici in cinque città industriali: Essen, Bonn, Mannheim, Herrenberg e Reutlingen. Dall’altra l’Italia, dove agli inizi di febbraio il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha riproposto la Strategia Energetica Nazionale (Sen) approvata lo scorso novembre e di cui mancano ancora alcuni decreti attuativi.
Oltre alla Germania e all’Italia, altri 7 paesi europei erano stati convocati il 30 gennaio scorso a Bruxelles alla Commissione Europea per l’Ambiente, sollecitata a presentare nuovi piani per ridurre lo smog, pena il deferimento alla Corte di Giustizia. Si tratta di Spagna, Ungheria, Romania, Slovacchia, Regno Unito, Francia e Repubblica Ceca, per un totale di 130 città europee con livelli di smog ad alto rischio (tra le quali Milano e Torino).

Uno scorcio di Essen

Uno scorcio della città tedesca di Essen

La risposta di Berlino…

I tedeschi che vivono a Essen, Bonn, Mannheim, Herrenberg e Reutlingen potrebbero presto salire a bordo di bus, tram e metro senza pagare il biglietto. Il trasporto pubblico locale (Tpl) gratuito è dunque l’asso che il Governo ha deciso di calare per scongiurare la denuncia alla Corte di giustizia europea per l’eccesso di gas scarico rilevato in 130 città europee. Un drastico cambio di rotta di cui si parla in una lettera, inviata da tre ministeri tedeschi al commissario europeo ai Trasporti Karmenu Vella. Fra le righe, i ministri dichiarano l’intenzione di “ridurre” l’utilizzo di mezzi privati proponendo – si legge – “un quadro legislativo che consenta ai Comuni di fissare dei limiti vincolanti per le emissioni di bus e taxi”. Limitazioni previste anche per il car sharing e le vetture a noleggio. Secondo stime del governo di Berlino, nel giro di due anni (2018-2010) venti città tedesche supereranno i limiti di guardia di biossido di azoto e polveri sottili fissati dalle norme europee. Certo, bisognerà trovare le coperture finanziarie necessarie (si parla di 13 miliardi di euro) per rendere gratuiti i trasporti, considerando le difficoltà di bilancio con cui rischiano di fare i conti le amministrazioni interessate.  Ma la Germania, per correre ai ripari, sta dimostrando di voler fare sul serio rivoluzionando la politica del Tpl.

… e quella dell’Italia

Anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti aveva scritto il 9 febbraio scorso al commissario Ue Vella per illustrare a Bruxelles i dettagli dei piani antismog messo a punto dal Governo italiano. Un piano da oltre 5 miliardi di euro. I provvedimenti annunciati vanno dalla nuova Strategia Energetica Nazionale (Sen) al Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica, dai contributi per il rinnovo delle caldaie quelli per il parco dei mezzi di trasporto pubblico, dal programma sperimentale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro agli accordi per la diffusione del gas naturale per autotrazione.

Ecco le principali misure contenute nella lettera italiana:

 

  •  La Strategia Energetica Italiana (Sen) prevede la chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2025 e il 28% di consumi energetici coperti da fonti rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza energetica con una riduzione del 30% dei consumi entro il 2030.

 

  •  Il Fondo nazionale per l’efficienza energetica stabilisce uno stanziamento iniziale per il 2018 di 160 milioni ma è previsto un eventuale aumento entro il 2020 fino a 490 milioni. Per il contrasto alle polveri sottili PM10 sta prendendo corpo un programma nazionale per il rinnovo del parco degli autobus dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale, sostenuto da un fondo complessivo di 3,7 miliardi.

 

  •    Il Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile ‘casa-scuola e casa-lavoro’ è finanziato con 74 milioni di euro di progetti già finanziati e un ulteriore stanziamento di 20 milioni di euro. Interventi per incentivare il bike e car sharing, bike e car pooling, piedibus, buoni mobilità, programmi di educazione alla sicurezza stradale e di riduzione del traffico nelle vicinanze di istituti scolastici e sedi di lavoro.
Duomo di Milano

Duomo di Milano

Perché da noi il mezzo pubblico è ancora un tabù

Mezzi pubblici gratuiti come in Germania, perché no? Il problema è che nelle nostre città inquinate, eccetto forse Milano, l’offerta di Tpl non è capace di soddisfare la domanda di spostamenti alternativi, soprattutto nelle ore di punta quando capita di trovare autobus strapieni. Poche infrastrutture (tramvie), pochi mezzi moderni (gli autobus elettrici vengono ritenuti molto dispendiosi da tante società di Tpl) e un servizio oggettivamente carente, poco puntuale e flessibile. E poi, ammettiamolo, siamo il paese con il maggior tasso di motorizzazione nel vecchio continente (62,4 auto ogni 100 abitanti) e questo non certo perché il mezzo pubblico costi (tanto più che molti abbonamenti dell’autobus ora sono detraibili quasi dappertutto). Si ritorna dunque al punto di partenza: l’offerta del Tpl è troppo debole in Italia, oltre al fatto che manca ancora una cultura diffusa del mezzo pubblico. È forse un caso che in Italia nel 2017 sia stato raggiunto il picco nel commercio delle auto diesel, ovvero il 58% nelle vendite? Tutto questo quando le quote di vendita del diesel sono crollate dal 59% al 44% in tutto il continente…

 

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