Continua la decarbonizzazione della domanda di energia primaria nel 2023
La domanda energetica nazionale continua a supportare la transizione verso un’economia più sostenibile e più efficiente. La riduzione dei consumi di energia primaria anche nel 2023, – 2,5% rispetto all’anno precedente, ha portato il livello dei consumi a 157 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), il più basso dal 1987 (fatta eccezione per il 2020, influenzato dalla pandemia di COVID-19). Tale riduzione è avvenuta a fronte di una crescita economica dello 0,7%, segnale di maggiore efficienza energetica e di un progressivo distacco tra crescita economica e consumo di energia.
Queste tendenze sono frutto di diversi fattori, inclusi investimenti in tecnologie più efficienti, miglioramenti nell’isolamento termico degli edifici, una maggiore diffusione di veicoli a basso consumo energetico e un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Le fonti rinnovabili hanno fatto registrare un aumento di circa 3 Mtep rispetto al 2022, corrispondente a un aumento del 10%. Questo porta il consumo al livello massimo raggiunto nel 2020. Il risultato del 2023 è stato influenzato principalmente dalla ripresa della produzione idroelettrica, che è aumentata del 36% rispetto ai minimi del 2022. Tuttavia, questa produzione rimane inferiore del 20% rispetto alla media dei dieci anni precedenti. La produzione da fonti intermittenti, come il solare e l’eolico, è aumentata rispettivamente del 10% e del 15% rispetto al 2022. Questi dati rappresentano nuovi record storici e superano la media del triennio 2019-21. Nonostante il calo del 2022, il peso delle fonti rinnovabili nel mix energetico primario (calore, elettricità e trasporti) è tornato ad aumentare nel 2023, raggiungendo il 22%, quasi al livello massimo del 2020 (anno anomalo a causa della congiuntura COVID).
Ruolo delle fonti energetiche nella domanda primaria – Italia
Fonte ENEA 2024
Seppure il quadro evolutivo qui descritto mostra una trasformazione significativa nei modelli di consumo energetico in Italia, la velocità del cambiamento non risulta ancora allineata al raggiungimento degli obiettivi che l‘Unione Europea si è data al 2030-2050 e le dinamiche settoriali sono molto diverse tra loro e riflettono sia fattori strutturali sia circostanze temporanee.
Un quadro settoriale disomogeneo
Guardando alla domanda finale, il quadro settoriale si conferma disomogeneo con il settore trasporti che continua a crescere e l’industria e il terziario-civile che continuano a contrarsi.
- Industria | La riduzione del 6% nei consumi energetici dell’industria segnala una contrazione significativa, che sembra essere guidata principalmente dalla riduzione della produzione nei settori ad alta intensità energetica. Il calo della domanda di gas industriale al di sotto dei minimi degli ultimi quindici anni merita una attenta considerazione in quanto indica non solo una risposta ai prezzi elevati del gas ma anche una potenziale de-industrializzazione o de-localizzazione della produzione industriale. La situazione in Italia, paragonabile a quella in Germania, con settori come chimica, carta e metallurgia ai minimi produttivi degli ultimi trent’anni (ad eccezione del 2020), solleva questioni sulla competitività dell’industria europea in un contesto globale caratterizzato da un costo dell’energia variabile. In tale quadro anche l’International Energy Agency (IEA) ha recentemente segnalato il pericolo della delocalizzazione dell’industria europea verso regioni con costi energetici inferiori con conseguenze anche strutturali sulla futura domanda industriale di gas che si prevede non sarà recuperata, con possibili conseguenze significative per l’occupazione, la crescita economica e la sicurezza energetica.
- Settore Civile | Il calo del 5,5% nei consumi energetici del settore civile, concentrato nel primo trimestre a causa della diminuzione dei consumi di gas per riscaldamento, riflette fattori stagionali e potrebbe indicare una maggiore efficienza energetica nelle abitazioni o una risposta ai costi del gas. Tuttavia, questo dato potrebbe non essere indicativa di un cambiamento strutturale e cambiare nei prossimi anni al variare di condizioni sia meteorologiche sia di costi dell’energia.
- Trasporti | L’aumento del 2% nei consumi energetici nel settore dei trasporti riporta i livelli al 2019, ed è stato principalmente dovuto dalla ripresa del traffico aereo. Questo aumento, il terzo consecutivo su base annua, sottolinea la resilienza e la ripresa del settore dei trasporti dopo il crollo dovuto alla pandemia di COVID-19. Tuttavia, il settore mostra ancora una dinamica di decarbonizzazione più lenta rispetto agli altri settori di consumo finale.
Da tale quadro si conferma la sfida per l’Italia e per l’Europa di bilanciare le esigenze di riduzione delle emissioni e di efficienza energetica con la necessità di mantenere la competitività industriale e assicurare la sicurezza energetica in un contesto di crescente incertezza geopolitica e di variazioni dei prezzi dell’energia.
In particolare nel settore dei trasporti, oltre ad una ripresa dei consumi verso livelli pre-COVID la sostituzione del parco veicoli circolante resta lenta e le nuove soluzioni (es. auto elettrica, biocarburanti e biometano) stanno penetrando a ritmi ben lontani da quelli che sarebbero necessari su base annua per raggiungere gli obiettivi 2030.
Percentuale rinnovabili nei settori finali e traiettoria PNIEC 2030 – Italia
Fonte ENEA 2024
La generazione elettrica e le fonti rinnovabili nel 2023 e primi dati per il 2024
Nel precedente numero di Anter Monitor abbiamo esaminato i dati pre-consuntivi di terna sulla produzione elettrica 2023. Cosa emerge dal consuntivo ENEA sulla produzione elettrica dello scorso anno? Sostanzialmente vengono confermate le previsioni di crescita importante per le fonti rinnovabili ma non ancora in linea con il contributo annuo attesa dal PNIEC 2030.
Potenza installata annua storica (blu) e da installare (bianco) – Italia
I principali elementi dell’evoluzione della produzione elettrica nazionale possono essere riassunti in:
- Incremento della produzione idroelettrica; il 2022 ha segnato un minimo storico per la produzione idroelettrica, che è poi rimbalzata con un aumento di 10 TWh;
- Diminuzione della produzione da gas naturale: i prezzi elevati del gas hanno portato a una riduzione della produzione energetica basata su questa fonte di 25 TWh;
- Fine del programma di massimizzazione dell’uso di carbone e olio combustibile che era stato messo in atto a causa dell’interruzione degli approvvigionamenti dalla Russia;
- Aumento dell’import elettrico: con un incremento di 8 TWh, l’importazione di energia elettrica ha raggiunto un nuovo massimo storico;
- Crescita di fotovoltaico ed eolico: L’aumento di 6 TWh dalla generazione fotovoltaica ed eolica rappresenta, rispetto agli altri punti sopra menzionati, l’unico cambiamento strutturale, seppure come si vede dal grafico sopra bisogna accelerare ancora l’installazione e la conseguente produzione di elettricità da rinnovabili.
La tendenza positiva delle fonti rinnovabili sta proseguendo nei primi mesi del 2024 sia in termini di capacità installata (561 MW in più rispetto ai primi due mesi del 2023) sia di produzione:
- idroelettrico +70,4%,
- eolico +26,4%;
- ancora giù la produzione termoelettrica: -17,5% rispetto a febbraio 2023, -75% sulla quota a carbone;
- record del saldo estero: 6,1 TWh, pari ad un incremento del 29,8% rispetto a febbraio 2023.