Dal 2025 stop agli incentivi per l’installazione di caldaie alimentate da combustibili fossili

Cosa prevede la Direttiva europea case green

direttiva case green

 Quali impianti saranno esclusi dagli incentivi e quali saranno invece ammessi secondo la Direttiva case green.

Dal primo gennaio 2025 non si potranno più fornire incentivi di alcun tipo per l’acquisto, l’installazione e la messa in funzione di caldaie autonome alimentate a combustibili fossili. A partire dal 2040, invece, scatterà il divieto di commercializzare questo tipo di caldaie.

Lo prevede la direttiva europea case green, approvata lo scorso marzo dal Parlamento europeo, che mira a ridurre progressivamente le emissioni CO2 e raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione entro il 2050 attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica.

I chiarimenti di Bruxelles sulla Direttiva case green 

La Commissione europea ha pubblicato il 17 ottobre il primo di una serie di documenti di orientamento sulla Direttiva Case green, chiarendo, in particolare, le nozioni di “caldaia autonoma alimentata da combustibili fossili” e di “sistema di riscaldamento ibrido”, nonché di “installazione” e “incentivi finanziari”.

Il divieto di concedere incentivi si applica quindi all’installazione di caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, cioè all’acquisto, all’assemblaggio e alla messa in funzione di una caldaia unica che brucia combustibili fossili.

La Direttiva case green prevede alcune eccezioni al divieto di incentivi per le caldaie alimentate a combustibili fossili, applicabili solo nei seguenti casi: progetti finanziati dal PNRR e da altri Fondi europei e progetti selezionati prima del 2025.

Sarà ancora possibile però avere incentivi finanziari per l’installazione di impianti di riscaldamento ibridi con una quota considerevole di energie rinnovabili, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
Secondo le stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), le pompe di calore, infatti,  potrebbero favorire una riduzione delle emissioni globali di anidride carbonica pari ad almeno 500 milioni di tonnellate al 2030.

Nonostante il divieto di incentivare le caldaie a combustibili fossili dal primo gennaio,  il Governo ha prorogato per il 2025-2027 l’ecobonus per tutti gli interventi fino ad oggi contemplati, comprese le caldaie, senza escludere esplicitamente quelle a combustibili fossili.

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