Che la qualità dell’aria influisca sulla nostra salute, è un dato di cui abbiamo tutti coscienza, in modo quasi intuitivo.
L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) però, afferma che più del quarto dei decessi dei bambini di età inferiore a 5 anni (quasi 2 milioni di morti a scala globale: le intere città di Milano e Palermo riunite), ovvero di un’età in cui sono particolarmente vulnerabili ed in cui il sistema immunitario e gli organi – le vie respiratorie soprattutto – sono in corso di sviluppo, è dovuto all’inquinamento ambientale, aria ed acqua per lo più.
Le esposizioni pericolose a cui sono esposti sin dal grembo materno incideranno su tutta la loro vita: per i bambini esposti in età prescolare ad un inquinamento atmosferico (ambienti esterni ed interni) aumentano i rischi di contrarre polmoniti (tra le maggiori cause di decesso infantile), infezioni respiratorie (asma), cardiopatie, incidenti vascolari cerebrali e tumori.
L’ultimo rapporto dell’Unicef , pubblicato ai primi di dicembre 2017 si fa l’eco ed approfondisce il precedente (ottobre 2016, in occasione della COP 22 di Marrakech) e dimostra come respirare l’aria inquinata da particolato possa danneggiare il tessuto cerebrale e minare lo sviluppo cognitivo, con conseguenze per tutta la vita.
Sono 17 milioni, secondo questo studio, i bambini di meno di un anno di età che vivono in aree in cui l’inquinamento atmosferico è di almeno 6 volte superiore ai limiti fissati dall’OMS.
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