6 Settembre 2018 6 min di lettura
6 Settembre 2018 6 min di lettura
Si dice che l’installazione di un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia elettrica permetta di risparmiare in bolletta.
E’ vero?
Siccome c’è molta confusione sotto il sole (letteralmente), con questo articolo vogliamo fare chiarezza una volta per tutte e darvi gli strumenti utili per procedere nella scelta dell’autonomia energetica con consapevolezza.
In una situazione di fornitura “standard”, quali voci troviamo in bolletta e cosa indicano?
Scopriamole in breve una per una:
1) Spesa per la materia energia
Diamo per chiara la prima voce: quanto costa l’energia, la materia prima che utilizziamo per le nostre esigenze elettriche?
Il 51,9% del costo in bolletta è coperto. (fonte: ARERA)
2) Spesa per il trasporto dell’energia elettrica e la gestione del contatore
Da qualche parte l’energia elettrica viene prodotta: una diga, una centrale, una pala.
Una volta generata, attraversa mari e monti prima di arrivare ad accendere le nostre utenze.
I costi del trasporto e della gestione del contatore incidono per circa il 19,1% sul totale da pagare (fonte: ARERA).
3) Spesa per oneri di sistema
La voce per certo più oscura di tutta la bolletta che da sola copre il 15,9% (fonte: ARERA) circa di quanto paghiamo alla nostra società di fornitura.Una parte è dedicata al sostegno alle fonti rinnovabili ed alla cogenerazione.Con l’altra sosteniamo invece lo smantellamento delle centrali nucleari, finanziamo le piccole aziende che operano sulle isole minori, oppure contribuiamo alle agevolazioni per le industrie energivore. Sembra un controsenso, ma è così. Per ulteriori approfondimenti sugli oneri di sistema, potete visitare il sito di ARERA.
4) Accise ed IVA
Abbiamo unito queste due voci perché, pur essendo diverse, possono essere assimilate.
Anche perché, sul conto finale, Accise ed IVA insieme incidono meno di tutte le altre componenti della bolletta elettrica.
Questo è lo scenario a cui siamo abituati.
Scenario in cui le energie rinnovabili stanno acquisendo una posizione sempre più determinante in Italia (le prospettive di crescita fino al 2020 sono molto promettenti).
Se decidessimo quindi di installare sopra la nostra casa un impianto fotovoltaico per renderci energeticamente autosufficienti, cosa cambierebbe?
Leggi anche: Cos’è l’energia solare e fotovoltaica e come funziona
Tutte le voci presenti in bolletta (che restano identiche) subiranno delle variazioni migliorative in quanto sono proporzionali al consumo effettuato.
Vediamo come.
Installando un impianto fotovoltaico da 3Kwp, produrremo in totale 3.750 Kwh.
Assumiamo che abitualmente il consumo di energia sia suddiviso al 50% durante il giorno e al 50% durante la notte. Durante il giorno potremo usufruire dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, durante la notte invece non potremo usufruirne poichè nelle fasce notturne l’impianto non produce energia.
1.500 Kwh di energia prodotta, quindi, saranno utilizzati per l’autoconsumo, mentre il resto verrà immesso in rete.
Se vogliamo dunque aumentare la quota di energia prodotta dal nostro impianto da dedicare all’autoconsumo, in questo contesto possiamo adottare alcune soluzioni di efficienza che vi illustriamo di seguito.
Abbiamo installato il nostro impianto fotovoltaico per produrre energia elettrica in modo indipendente e risparmiare in bolletta.
Ma se volessimo sfruttare al massimo i suoi vantaggi per risparmiare ancora di più, quali azioni potremmo adottare?
1) Utilizzare inverter integrati ad accumulo
Questi sistemi, praticamente delle batterie evolute, permettono di conservare ed accumulare (anche se limitatamente) l’energia elettrica prodotta e non consumata, per poterla utilizzare nelle ore e nei periodi in cui il sole non c’è, di notte o in giornate nuvolose.I sistemi ad accumulo permettono di alzare la quota di energia utilizzata per l’autoconsumo senza per forza immetterla in rete.
2) Utilizzare gli ottimizzatori
Gli ottimizzatori sono dispositivi intelligenti che possono aumentare la resa dell’impianto.
Installati sotto ogni pannello, gli ottimizzatori permettono di isolare e scollegare il singolo elemento che per le ragioni più diverse non sta producendo energia al massimo delle sue potenzialità.
Di conseguenza gli altri pannelli non risentiranno del calo di produzione (cosa che avviene in impianti senza ottimizzatore) e continueranno a produrre energia captando e trasformando ogni raggio di sole possibile.
3) Utilizzare gli accumuli termici
Se, oltre all’impianto fotovoltaico, abbiamo installato anche un impianto solare termico per la produzione di acqua calda, il nostro consiglio è quello di integrarlo con un sistema di accumulo.
Non tutta l’acqua calda prodotta viene infatti consumata istantaneamente: meglio dotarsi di serbatoi che raccolgono le eccedenze per poi essere utilizzate nei momenti in cui solo effettivamente ne abbiamo bisogno.
4)Integrare l’impianto fotovoltaico con una pompa di calore
Il passo successivo per aumentare il risparmio è quello di generare anche acqua calda, riscaldamento in inverno e climatizzazione in estate attraverso l’installazione di una pompa di calore. L’integrazione fra i due sistemi in sinergia permetterà quindi di essere efficienti in ogni stagione dell’anno, tenendo anche conto che l’energia necessaria per attivare la pompa deriverà direttamente da quella prodotta dai pannelli.
5)Installare elettrodomestici ad alta efficienza
Senza un utilizzo intelligente di elettrodomestici a basso consumo energetico e ad alta efficienza, il risparmio ottenibile con un impianto fotovoltaico non sarebbe significativo.Per questo è necessario che tutto il “sistema casa” sia come un organismo integrato in cui ogni elemento concorre a contenere i consumi, favorendo di conseguenza i risparmi totali in bolletta.
6) Usufruire di “Ricariche di energia virtuali”
Grazie alla partnership tra aziende di fotovoltaico e aziende di energia, l’utente può accumulare virtualmente l’energia prodotta e non utilizzata.In questo modo riceverà in bolletta il solo costo dell’energia acquistata dalla rete per il proprio consumo, detratta dell’energia prodotta da fotovoltaico non utilizzata e quindi virtualmente accumulata (oltre ai consuetudinari costi relativi ad oneri e tasse).
L’installazione di un impianto fotovoltaico, a parità di consumo, deve ridurre i costi in bolletta sia per quanto riguarda la materia prima che, in proporzione, per le altre voci.
Se invece notiamo un aumento pur avendo installato un impianto fotovoltaico, questo può accadere se:
– i nostri consumi sono aumentati rispetto a quando abbiamo installato il fotovoltaico, perché ad esempio abbiamo installato un impianto di condizionamento
– il nostro consumo è prevalentemente in fascia notturna, che come abbiamo visto è il momento in cui consumiamo l’energia proveniente dalla rete energetica nazionale
– ARERA (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha disposto un adeguamento delle tariffe
Per controllare tutto questo, abbiamo a disposizione un contatore di produzione ed uno di consumo che ci permettono di capire a quanto ammonta l’energia prodotta consumata e l’energia consumata non autoprodotta.
Scelte intelligenti ed un occhio attento potranno darci grandi soddisfazioni verso l’autonomia energetica.
Con questo articolo, speriamo di aver tolto un po’ di confusione sotto un cielo pieno di sole.
®Eco_Design WebMagazine
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