14 Dicembre 2018 3 min di lettura
14 Dicembre 2018 3 min di lettura
L’utilizzo del computer in Italia sembra affannarsi rispetto alla media europea, tuttavia i numeri rimangono, ovviamente, sempre molto alti. L’uso del PC sembra proprio lontano dal concetto di sostenibilità ambientale, eppure due amici novaresi sono riusciti a creare un modello a basso consumo energetico che, oltretutto, permette ad una piantina di crescere grazie al calore sprigionato dall’hardware stesso.
Filippo Fassera e Fabio Portesan, rispettivamente falegname ed informatico, hanno inventato “Atmo”, il computer sostenibile. Quest’ultimo è nato sulla riva del fiume piemontese Sesia, frequentato spesso dai due amici sin dalla più tenera età. Due professioni, le loro, apparentemente inconciliabili che hanno dato vita ad un capolavoro che ha visto da una parte la raccolta e la lavorazione dei legni trasportati dal fiume e, dall’altra, l’assemblaggio della parte tecnico-informatica. Un progetto, come dichiarano i due fondatori in varie interviste,nato quasi per gioco.
Il prototipo ha richiesto sei ore di lavoro, che si sono velocizzate nel preparare e creare i modelli successivi. Il falegname, Fassera, sottolinea che la costruzione di Atmo non vede nessun albero e nessuna pianta soccombere in quanto, oltre ai rametti trasportati in modo assolutamente naturale dall’acqua, vengono sfruttati anche altri pezzi di legno recuperati da vecchi mobili o da altre lavorazioni. Il legno, che rappresenta il materiale principale di cui Atmo è costituito, viene leggermente tinteggiato con vernici naturali.
Il risultato di questa attenta e precisa lavorazione è un contenitore in legno riciclato dalle piccole dimensioni provvisto di una Peperomia Rotundifolia che avvolge Atmo. Il PC, prevede una CPU Intel Celeron 1,60 Ghz e 8Gb di Ram espandibile fino a 8 Gb e un HDD con una capacità di 500 Gb. Atmo, è disponile in due versioni: una con Windows 10 e una con Elemtary Os basato su Linux.
La filosofia sottostante lo sviluppo di Atmo è la preservazione ed il miglioramento ambientali senza togliere la comodità a l’utilità della tecnologia stessa. Il design è eco-compatibile: preserva l’ambiente e non lo deturpa. La luce naturale attiva il processo di fotosintesi che, grazie al calore sprigionato dal hardware, permette alla pianta di crescere e svilupparsi, producendo ossigeno .
La pianta in questione, ad esempio la Paperomia Rotundifolia, vive solitamente in temperature comprese tra i 17 e i 30 gradi centigradi, un range di temperature tipico di quelle di un dispositivo informatico. Così, la pianta cresce in un ambiente ideale. Le pietre che circondano il dispositivo, da alcuni definite “zen”, fungono da dissipatore di calore. L’ambiente circostante, che può essere quello lavorativo o casalingo, viene così ossigenato in modo assolutamente naturale rilasciando oltre che aria pulita anche essenze a scelta.
Il computer è inoltre sostenibile per i suoi settaggi che gli permettono l’utilizzo di limitate risorse e la rimozione di quelle che consumano molta energia quali la ventola, ad esempio. Questa ultima è una delle maggiori cause di consumo di energia. Atmo, infatti, consuma circa 5 volte meno un PC tradizionale. Atmo è una combinazione tra sostenibilità ambientale, da una parte, ed elementi tecnologici a basso consumo dall’altra. I consumi si aggirano, precisamente, attorno ai 60/70 kWh anno. La sostenibilità di Atmo sembra non finire qui: i creatori, in effetti, promettono di piantare un albero ogni cinque computer venduti!
Zouhra Tassount
®Eco_Design WebMagazine
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