L’Ufficio Statistico dell’Unione Europea (EUROSTAT) ha, negli scorsi mesi, indicato l’Italia come il primo, tra i grandi Paesi europei, per quantità di materiale riciclato (rifiuti urbani, industriali ecc.).
Con il 77% circa di rifiuti avviati al riciclo il Nostro Paese presenta una incidenza più che doppia rispetto alla media dei Paesi europei (37% circa) e sopravanza decisamente altri grandi Paesi come Francia (54%), Regno Unito (44%) e Germania (43%). La quantità riciclata netta dell’Italia, pari a 56,4 milioni di tonnellate, è seconda solo a quella della Germania (72,4 milioni di tonnellate).
La strada intrapresa è quindi quella giusta, ma ci sono ancora degli ostacoli da rimuovere. Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, afferma: “L’economia circolare nel nostro Paese è già una realtà in diversi territori grazie al lavoro prezioso di istituzioni, società pubbliche e aziende private virtuose. Ma per far decollare il settore serve rimuovere gli ostacoli non tecnologici ancora presenti nel nostro Paese. La burocrazia asfissiante, l’inadeguatezza di alcuni enti pubblici, le autorizzazioni sbagliate, i decreti end of waste sulle materie prime seconde che non arrivano mai, il mancato consenso sociale per la realizzazione dei fondamentali impianti di riciclo, sono questioni che vanno affrontate una volta per tutte per voltare pagina in tutto il territorio nazionale. Solo così riusciremo a mantenere una leadership europea sull’economia circolare conquistata grazie ad alcuni attori visionari e coraggiosi”.
Molte sono le aziende italiane già impegnate sul tema: Novamont, Costa Crociere, Gruppo Salvatore Ferragamo, Bulgari, Fater ed Eataly: Novamont ha realizzato il primo impianto al mondo dedicato alla produzione di biobutandiolo da fonti rinnovabili e ha sviluppato una famiglia di bioplastiche completamente biodegradabili; Costa Crociere si è concentrata sul riciclo dell’alluminio e, attraverso il progetto “4 good food”, ridurrà del 50% gli sprechi alimentari a bordo della flotta; Ferragamo ha creato, insieme ad Orange Fiber, una linea di tessuti ricavati dai sottoprodotti della spremitura degli agrumi; Bulgari ha incentivato la raccolta differenziata e la scelta di materiali il più possibile riciclati e regionali; Fater ha sviluppato e brevettato una nuova tecnologia per riciclare i pannolini e gli altri prodotti assorbenti; infine Eataly, accanto al riciclo dei rifiuti, sta andando nella direzione della sostenibilità anche nella selezione dei fornitori.
La legislazione in materia
In Italia, con la legge di stabilità 2016, è entrato in vigore a febbraio il Collegato Ambientale (legge 28 dicembre 2015, n.221) contenente disposizioni in materia di normativa ambientale per promuovere la green economy e lo sviluppo sostenibile. I principali provvedimenti hanno riguardato la raccolta differenziata, la produzione ecologica di apparecchiature elettriche ed elettroniche, il recupero di beni alimentari, farmaceutici e di altri prodotti in favore di soggetti che operano senza scopo di lucro.
Nel novembre 2017 è stato pubblicato il documento “Verso un modello di economia circolare per l’Italia”, redatto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), con l’obiettivo di fornire una definizione generale di economia circolare e di inquadrare il ruolo italiano rispetto a questo modello economico. Il 31 maggio 2018, il Ministero dell’Ambiente ha aderito alla Piattaforma italiana degli stakeholder per l’economia circolare (Italian Circular Economy Stakeholder Platform – ICESP), che si pone come terreno di confronto fra le varie iniziative in corso in Italia, così da poter presentare in Europa la linea italiana sul tema dell’economia circolare.
Sulla spinta delle politiche europee in materia di economia circolare e di sviluppo sostenibile, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile – centro studi e di iniziative di riferimento per la green economy in Italia – ha avviato nel 2018 il progetto “Circular Economy Network”, sostenuto da alcune imprese e organizzazioni di diversi settori economici, volto a sostenere e promuovere lo sviluppo dell’economia circolare in Italia, tramite studi, ricerche, analisi, ma anche diffusione di buone pratiche.
Il Circular Economy Network organizzerà annualmente la Conferenza Nazionale sull’economia circolare, durante la quale viene presentato il Rapporto Nazionale sul tema in Italia. La prima edizione della Conferenza è prevista a febbraio 2019.
Il Circular Economy Network ha poi istituito la prima edizione del premio nazionale destinato alle startup che svolgono attività nell’ambito dell’economia circolare.
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