È lì, si muove sotto i nostri piedi. Energia pulita, rinnovabile, gratuita, disponibile 12 mesi su 12. Il cuore caldo della terra serve a riscaldare la nostra casa d’inverno e a rinfrescarla in estate, in modo ecologico e sostenibile. Avete presenti le centrali geotermoelettriche sparse in Toscana tra le province di Pisa, Siena e Grosseto? Servono a produrre elettricità grazie all’estrazione del calore: se si scava oltre i mille metri, i fluidi del sottosuolo raggiungono una temperatura fino a 300 gradi. Ma in casa è un’altra faccenda. Esiste un altro tipo di impianti, prossimo alla superficie che sfrutta energia secondo una temperatura variabile, alla portata di chiunque voglia installare la geotermia nelle quattro mura domestiche: più si va in profondità, infatti, più il calore della terra aumenta. Possibile grazie all’impiego di pompe di calore che, attraverso un sistema di tubi interrati, trasferiscono calore dal terreno all’edificio con un meccanismo ‘scambiatore’ molto simile a quello dei frigoriferi.
Impianti geotermici: come e dove installarli
Dimenticate la caldaia che serve a riscaldare la casa in inverno e il condizionatore che serve a rinfrescarla quando è estate: un sistema geotermico racchiude in un unico impianto le funzioni svolte da due apparecchi. Comodo, no? Un impianto di riscaldamento geotermico è installabile ovunque e si compone di tre elementi:
- Pompa di calore: può essere installata in giardino, garage, in cantina, nell’antibagno o in un altro locale della casa purché sia in una posizione ben protetta.
- Sonde geotermiche: vanno sotto terra e servono per lo scambio di calore con il terreno. Possono essere verticali o orizzontali.
- Sistema di distribuzione del calore a bassa temperatura: si tratta dei terminali che diffondono l’energia termica raccolta come pannelli radianti, bocchette di ventilazione o sistemi a pavimento.
Non importa avere per forza un giardino per usufruire di questa preziosa fonte energetica: ciò che conta è utilizzare un impianto di distribuzione del calore a bassa temperatura a pavimento o a parete. Certo, la questione degli spazi non è secondaria: bisogna tenerne conto per la posa delle sonde, soprattutto negli edifici di vecchia costruzione. Per gli edifici di nuova costruzione invece la geotermia è sicuramente consigliata. Non solo. Più l’edificio sarà coibentato, magari anche fornito di pannelli fotovoltaici per il riscaldamento dell’acqua, più l’impianto avrà buone prestazioni dal punto di vista energetico.
I vantaggi della geotermia domestica
Il primo è relativo all’impatto ambientale, il più importante: quella geotermica è energia pulita, non produce inquinanti e ha zero emissioni di Co2. Meglio poi un impianto geotermico che una caldaia tradizionale: mentre quest’ultima deve essere sostituita di norma ogni 25 anni, in un impianto geotermico invece è sufficiente cambiare la pompa di calore. Rispetto a una caldaia a metano, il risparmio economico annuo è del 50%, del 75% circa rispetto ad una caldaia a Gpl o gasolio. Grazie alla geotermia domestica, si risolve il problema della climatizzazione degli ambienti in estate, eliminando la spesa per il condizionatore. Dulcis in fundo, si elimina il problema della canna fumaria con tutti i relativi costi per il controllo dei fumi e la pulizia ma, soprattutto, non viene prodotto nessun tipo di inquinamento evitando il consumo di gas, Gpl, gasolio, camini e pellet.
I costi e gli incentivi
Mano al portafoglio, non c’è tanta differenza fra la spesa per un moderno impianto di riscaldamento a gas o a gasolio di buona qualità e quella un impianto geotermico, che può essere installato su un immobile di grandi dimensioni (150-200 metri quadrati). I costi si aggirano intorno ai 20mila euro ma molto dipende anche caratteristiche delle sonde geotermiche (quelle verticali sono più care). Capitolo agevolazioni: è previsto un regime di incentivi vantaggioso(detrazioni) che spingono all’investimento su questo tipo di impianti. Anche per quest’anno la legge di Bilancio 2018 ha confermato la detrazione fiscale al 65% per gli interventi di efficientamento energetico della propria casa, compreso l’acquisto di pompe di calore. In alternativa alle detrazioni fiscali, è possibile accedere al Conto termico, un meccanismo di incentivazione statale istituito nel 2012, pensato per migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti. Lo strumento copre le tipologie di pompa di calore capaci di soddisfare alcuni requisiti minimi: rendimento minimo a seconda del modello e della taglia dell’impianto installato, rispetto delle emissioni in atmosfera, potenze termiche utili nominali non superiori a 2000 kW. L’entità dell’incentivo erogabile fino a 5 anni può arrivare fino al 65% dell’investimento sostenuto, in base alla fonte energetica sfruttata, alla potenza termica nominale e all’efficienza dell’impianto installato.
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