21 Agosto 2019 2 min di lettura
L’esperienza sul lago di Costanza insegna come conciliare energia solare e agricoltura
21 Agosto 2019 2 min di lettura
L’energia del sole e i frutti della terra. Il fotovoltaico e l’agricoltura. Non due mondi distanti e incompatibili, ma realtà che possono addirittura convivere sullo stesso fazzoletto di terra, con vantaggi reciproci che creano un effetto positivo anche sul piano dell’utilizzo del suolo.
Un’idea affascinante visto che, a torto, le fonti rinnovabili sono state sempre state ritenute in conflitto con chi, sui terreni agricoli, voleva continuare a coltivare frutta e verdura.
Lo dimostrano le indagini che il Fraunhofer Ise, l’istituto tedesco specializzato nelle ricerche per il fotovoltaico, sta portando avanti. Negli ultimi due anni, infatti, viene testato un sistema agrofotovoltaico su una porzione di terreno arabile vicino al lago di Costanza, in Germania. Buone pratiche per conciliare sviluppo agricolo e utilizzo di energia pulita nell’ambito del progetto Agrophotovoltaics – Resource Efficient Land Use.
Progetti che prevedono l’installazione di un impianto fotovoltaico da 194 kilowattora con pannelli posti su piloni a cinque metri dal suolo. Sullo stesso terreno, gli agricoltori della comunità di Heggelbach hanno coltivato quattro varietà diverse di prodotti agricoli: patate, trifoglio, sedano, grano invernale. I ricercatori, in pratica, hanno scoperto che il fotovoltaico fa bene all’agricoltura. Ovvero, che i proventi delle quattro coltivazioni sono stati più abbondanti rispetto ai raccolti ottenuti con l’agricoltura “tradizionale” senza l’impiego di pannelli solari.
Un esempio? Il sedano ha ottenuto il risultato migliore (+12%) in termini di resa, a fronte di un +3% per le patate e il grano invernale. Ma ci sono altri vantaggi. Grazie al monitoraggio delle condizioni climatiche nelle varie stagioni, è stato possibile appurare che il sistema agrofotovoltaico ha consentito alle piante di tollerare meglio il caldo nell’estate scorsa. E questo grazie ai moduli semitrasparenti dei pannelli che fanno ombra: l’irradiamento solare sul suolo sottostante i moduli è stato del 30% circa inferiore rispetto a un terreno senza fotovoltaico. Terra più umida, dunque, per via della temperatura più bassa. Quando venne installato nel 2016, gli scienziati tedeschi avevano un obiettivo ben preciso: se quanto coltivato al di sotto dei pannelli solari avesse raggiunto almeno la soglia dell’80% di quanto coltivato senza alcun tipo di impianto, allora l’idea sarebbe stata proficua e replicabile. E così sembra, stando al raccolto del 2018.
ph. cover: www.meteoweb.eu
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