31 Ottobre 2019 3 min di lettura
Scende il consumo di energia fossile e continua a salire quello da fonti rinnovabili. Lo scenario tracciato dal Gse indica che il nostro Paese ha già superato i target europei per il 2020. Ma la strada è ancora lunga.
31 Ottobre 2019 3 min di lettura
È un quadro incoraggiante quello tracciato dal Gse nel suo ultimo registro delle attività relativo al 2018. Secondo i dati, infatti, l’Italia, dal 2000 ad oggi, è andata nella giusta direzione in materia di energie rinnovabili, raggiungendo traguardi importanti.
Se guardiamo solo l’ultimo anno, ovvero il 2018, il gestore indica che sono stati registrati 1.300.000 contratti e installati 800.000 impianti di produzione di energia rinnovabile elettrica, a cui si aggiungono le 100 mila richieste per le rinnovabili termiche, da cui è derivato un consumo minore di energia fossile pari a 3 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio).
A questi risultati vanno anche aggiunte le rinnovabili utilizzate nei trasporti, che con il biometano hanno raggiunto una quota di energia pari a 11.000.000 di Gcalorie.
Un anno che, tutto sommato, ha permesso di risparmiare 45 milioni di tonnellate di CO2e quasi 117 milioni di barili equivalenti di petrolio e attivare investimenti nel settore green per circa 2,6 miliardi di euro.
Numeri che “sottolineano l’importanza dell’azione del Gse a sostegno e nella promozione della sostenibilità ambientale in Italia”, come commentato dall’amministratore delegato, Roberto Moneta, che ha aggiunto anche come le iniziative supportate dal Gse abbiano impiegato 45.000 occupati a tempo pieno.
Nel rapporto (che mostra l’andamento degli ultimi 18 anni) è chiaro come il trend della produzione di elettrica da fonti rinnovabili abbia visto un’impennata a partire dal 2008 in poi, con un netto aumento del solare fotovoltaico, oltre che dell’eolico e delle bioenergie.
Ad oggi oltre un terzo dell’energia elettrica è green (circa 34%) e i consumi di energia termica arrivano da fonti rinnovabili per circa il 20%. Si tratta, in quest’ultimo caso, di impanti che sfruttano le biomasse, pompe di calore (che sfruttano il calore contenuto nell’aria esterna), impianti geotermici (che sfruttano terreno e falde acquifere) e del solare termico (che sfrutta la radiazione solare per riscaldare direttamente l’acqua).
Un dato importante e molto incoraggiante indica che in Italia da 5 anni la quota dei consumi soddisfatti da fonti rinnovabili è superiore al target 2020. Questo indicatore è definito dalla direttiva 2009/28/CE nell’ambito di Europa 2020, ovvero una strategia decennale proposta dalla commissione europea nel 2010 e basata su una visione di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Nel 2018 il nostro Paese ha raggiunto il 18,1% di fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili, superando così l’obiettivo fissato al 17% dal piano europeo (con incidenze e obiettivi regionali diversificati).
Va anche detto però che, dopo un trend in netto aumento dal 2008 al 2012, negli ultimi 6 anni i consumi da FER (fonti di energia rinnovabile) sono cresciuti più debolmente. Per questo, prosegue Moneta “per raggiungere gli obiettivi al 2030 sarà importante avere il contributo di tutti” e il Gse continuerà investendo risorse importanti nelle attività di promozione della sostenibilità, partendo anche dalle scuole, dove nel 2018 ha incontrato 12.000 studenti.
I meccanismi che hanno permesso di raggiungere questi risultati, oltre che l’aumentata sensibilità ai temi ambientali, sono da individuarsi in diversi sistemi incentivanti, come ad esempio gli ex certificati verdi, il conto energia fotovoltaico e quello termico, lo scambio sul posto, i certificati bianchi, gli incentivi alla cogenerazione ad alto rendimento ecc…
Insomma, volontà politica e sensibilità ambientale da parte di tutti gli attori sono le componenti indispensabili per non rallentare il trend e poter raggiungere gli obiettivi prefissati.
Alice Zampa
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