Le rinaturazioni sono delle opere di ingegneria ambientale che permettono di riconsegnare ai corsi d’acqua le loro caratteristiche naturali.
Le nazioni della regione alpina sono ricche di acqua e l’Italia, anche grazie alla presenza degli Appennini, non fa eccezione: laghi e fiumi sono elementi chiave del paesaggio. Le acque svolgono molteplici e importanti funzioni (dette servizi ecosistemici), in particolare offrono un habitat a numerose specie viventi e sono fondamentali per la fornitura di acqua potabile. Le acque e gli ambienti circostanti sono inoltre pregiati luoghi di svago e di incontro per la popolazione. Ma questi ambienti acquatici sono tra quelli maggiormente minacciati.
Il rapporto pubblicato alcuni mesi fa dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, cioè il principale ente internazionale che valuta i cambiamenti climatici), ha chiaramente indicato che è necessario agire immediatamente per contrastare il surriscaldamento della Terra. Con un aumento della temperatura media globale di 1.1°C rispetto all’era preindustriale, i cambiamenti climatici stanno già avendo importanti conseguenze, misurabili in tutto il mondo: in particolare è in ascesa il rischio di ondate di calore, di siccità e di inondazioni. Le notizie d’attualità provenienti da tutto il mondo confermano purtroppo le previsioni degli esperti: incendi, canicole e inondazioni sono sempre più frequenti e impattanti.
La presenza di corsi d’acqua può contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti del clima, ma la gestione di questi spazi dev’essere pianificata, realizzata in maniera accurata e deve tenere conto della funzione ecologica di questi habitat pregiati. In caso contrario, fiumi e torrenti, rischiano di non essere in grado di sopportare l’entità di piene sempre più ampie e improvvise, diventando così delle vere e proprie bombe a orologeria capaci di generare devastanti inondazioni.
Dall’inizio del 19° secolo molti corsi d’acqua nel mondo sono infatti stati incanalati o addirittura coperti allo scopo di ricavare terre coltivabili e ridurre il pericolo di piene. Ciò ha portato a dei fiumi poveri dal punto di vista naturalistico, dall’equilibrio ecologico dissestato e non più in grado di fronteggiare le piene del giorno d’oggi, molto più intense rispetto ad alcuni decenni fa. Fortunatamente, il punto di vista su fiumi e torrenti sta cambiando. Ad esempio grazie a nuove leggi, varate in diverse nazioni, che permettono di ridare respiro e vita ai corsi d’acqua con gli interventi di rinaturazione.
Le rinaturazioni sono delle opere di ingegneria ambientale che, oltre a tenere conto degli aspetti di sicurezza contro le piene, dimensionando ad esempio l’alveo in base alle portate di piena massima, permettono di riconsegnare ai corsi d’acqua le loro caratteristiche naturali, ripristinando così il loro funzionamento e il loro ruolo ecologico. Ad esempio, si interviene eliminando le barriere che complicano o impediscono la risalita dei pesci, ricollegando il corso d’acqua alla rete ecologica della regione, permettendo nuovamente il trasporto di materiale da parte del fiume così da ripristinare le golene e la vegetazione delle rive, eccetera. Le opzioni per ridare valore a questi preziosi habitat acquatici sono numerose e – come illustrato da molti esempi presenti in tutta Europa – è sempre possibile trovare le soluzioni su misura per ogni contesto.
Tali progetti sono realizzabili grazie allo sforzo congiunto e alle sinergie tra i vari attori (Stato, regioni, comuni, associazioni per la protezione della natura, pescatori, agricoltori, società elettriche, eccetera) che vanno coinvolti sin dalle prima fasi della progettazione. Se realizzati in maniera coerente, tali opere generano benefici per tutta la popolazione. Forniscono ad esempio uno spazio ricreativo nelle vicinanze dei centri abitati, proteggono dalle piene, facilitano l’adeguamento al rapido mutamento delle condizioni ambientali e aumentano la qualità del paesaggio a vantaggio di tutti. A godere di tutto questo è anche la natura. Fiumi, ruscelli e ambienti vicini sono hotspot di biodiversità.
Tuttavia, è proprio nei corsi d’acqua che la biodiversità è particolarmente sotto pressione: in nessun altro ecosistema, infatti, vi sono tante specie minacciate o già estinte come in acqua e nei suoi pressi. La rinaturazioni sono quindi un modo per contrastare la perdita di specie animali e vegetali in corso a livello mondiale. Inoltre, è risaputo che le spese legate alla rinaturazioni sono inferiori a quelle generate dalle piene violente, purtroppo sempre più frequenti.
Il quadro giuridico dell’UE in materia di acque chiede di adoperarsi di più per risanare gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi. Uno dei modi consiste nel togliere o modificare le barriere che impediscono la migrazione dei pesci e nel migliorare il trasporto naturale dei sedimenti: lo scopo è di riattivare lo scorrimento libero di almeno 25 000 km di fiumi entro il 2030. Nel solo 2022, in Europa sono state rimosse oltre 300 barriere lungo i corsi d’acqua di 16 nazioni diverse.
Anche in Svizzera, le rinaturazioni sono fortemente incentivate a livello nazionale. Si stima che oggi circa 15’000 km di corsi d’acqua svizzeri non siano in buono stato. Più di centomila ostacoli bloccano i pesci e recenti studi mostrano che per prevenire efficacemente le piene occorre dare più spazio ai corsi d’acqua. Ecco perché già nel 2011 la legge per la protezione delle acque è stata modificata per favorire gli interventi di rinaturazione. Negli anni, opere di questo tipo sono state portate avanti con successo, sia nelle zone urbane, sia in quelle agricole, tanto in pianura, quanto in montagna! E l’obiettivo è di ripristinare circa 4000 km di corsi d’acqua degradati entro il 2090.
Alcuni esempi chiave sono consultabili qui:
In Italia, sebbene siano al vaglio alcuni importanti progetti – tra cui la rinaturazione dell’area del Po – e malgrado i fatti di cronaca e le recenti inondazioni mostrino come la crisi climatica sia pure di attualità, il quadro legale non incentiva a ristabilire le funzioni ecologiche e i servizi ecosistemici di fiumi e torrenti. Il DL Siccità dell’aprile 2023, ha rilanciato il dibattito relativo a quale tipo di interventi attuare per la gestione dei corsi d’acqua nazionali: soluzioni di emergenza oppure un approccio integrato e lungimirante in linea con altre nazioni europee?
I BUONI MOTIVI PER AGIRE
1. Maggiore sicurezza
Dare spazio a fiumi e torrenti, ripristinandone lo stato naturale contribuisce a contenere le piene. Quando il livello dell’acqua aumenta, la vegetazione rallenta lo scorrimento dell’acqua e le golene fungono da vaso tampone: assorbono l’acqua e la lasciano ritornare nel fiume dopo la piena.
2. Più natura e più svago
Gli habitat fluviali sono tra gli ambienti più ricchi di specie in generale. I corsi d’acqua rigenerati o vicini allo stato naturale sono inoltre delle vere e proprie oasi, in cui passeggiare e rilassarsi a due passi da casa.
4. Acqua potabile
Un corso d’acqua naturale e ricco di ambienti, elimina meglio gli inquinanti e si auto-rigenera. Le zone golenali fungono da eccellenti filtri per l’acqua e da aree di ricarica delle falde, da cui si ricava l’acqua potabile.
5. Minor costi
Le rinaturazioni, a lungo termine, generano spese meno onerose rispetto a degli interventi di ripristino da attuare in emergenza dopo allagamenti e inondazioni.
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