Fondo Nazionale per l’Innovazione: 1 miliardo di euro per sostenere le imprese “smart”

Un miliardo di euro destinati ai soggetti che fanno innovazione tecnologica in Italia, per stimolare la crescita economica del Paese e generare lavoro qualificato. Sono le risorse del Fondo Nazionale per l’Innovazione (Fni), la misura messa a punto dal governo, attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro, approvata con la Legge di Bilancio 2019.

 

Uno Stato “imprenditore” dell’innovazione

Il fondo sarà gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti e servirà a sostenere le startup e le imprese – sia di grandi dimensioni che piccole e medie – innovative. Lo strumento che il governo ha scelto per incentivare l’attività di questo tipo di aziende è quello del venture capital, vale a dire investimenti diretti e indiretti nel capitale di questi soggetti, allo scopo di acquisire minoranze qualificate. Lo Stato diventa così “imprenditore” nel settore dell’innovazione, finanziando in maniera diretta o indiretta le imprese che ne fanno parte.

Dal punto di vista tecnico, l’Fni è una società di gestione del risparmio (sgr) multifondo. Gli investimenti vengono fatti dai singoli fondi che compongono l’Fni in quei progetti d’impresa che hanno la capacità di generare impatto e valore sia per l’investimento sia per l’economia nazionale.

 

Quali imprese possono beneficiare del Fondo

Lo Stato ha individuato alcuni settori di impresa che possono usufruire dei benefici del fondo. Si tratta delle aziende che hanno la loro attività nei seguenti campi: intelligenza artificiale, blockchain (la tecnologia che sta alla base dei bitcoin), healthcare (la realizzazione di apparecchi elettronici per uso medico), agritech (la tecnologia nel settore dell’agricoltura), foodtech (la tecnologia applicata al campo alimentare), fintech (tecnologia e finanza), made in Italy, creatività, new material (lo studio di nuovi materiali), space (il settore spaziale), green tech (tecnologia verde, che riguarda anche il settore delle energie rinnovabili) e social innovation (l’innovazione al servizio dei bisogni sociali delle comunità). Il sostegno a questo tipo di soggetti può essere attuato in qualsiasi fase del ciclo di sviluppo dell’impresa: a partire dagli acceleratori e incubatori di start-up, fino al momento di espansione, anche globale, dell’azienda.

 

Quello dell’intelligenza artificiale è uno dei settori che possono usufruire dei benefici del Fondo. Ph. becominghuman.ai

 

Gli obiettivi: crescere, competere e creare lavoro

L’obiettivo del Fondo Nazionale per l’innovazione è contrastare la “fuga di cervelli” e la dispersione di proprietà intellettuale e di imprese strategiche dall’Italia verso l’estero. «La centralità dell’innovazione tecnologica e dell’adeguato supporto a tutta la filiera delle imprese innovative è essenziale per garantire al Paese la possibilità di crescere, competere, generare nuove opportunità di lavoro qualificato, creare e distribuire nuova ricchezza in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale – fa sapere il Ministero dello Sviluppo economico in una nota –. Senza questi elementi nessun Paese può crescere in modo stabile, sostenibile e duraturo».

Lo scopo dell’Fni non è sostituirsi ad un mercato privato di capitali, ma, anzi, oltre a convogliare risorse pubbliche nel settore dell’innovazione, riuscire anche ad attrarre capitali privati e internazionali. Altri obiettivi da realizzare tramite il fondo sono: 

  1. ampliare il mercato degli operatori di venture capital in Italia (i cui soggetti sono circa 9 o 10, rispetto alle decine o centinaia di Francia, Germania e Regno Unito);
  2. favorire il ricambio generazionale, riequilibrare il gender gap tra uomini e donne, offrire ai territori e alle finanziarie regionali l’opportunità di contribuire alla sfida dell’innovazione.

 

La crescita del Paese è uno degli obiettivi principali del Fondo Nazionale Innovazione. Ph. Mise

 

I passi da realizzare

Le risorse del fondo, pari ad 1 miliardo di euro, sono stanziate per un periodo di 3 anni, anche se il progetto mira ad effettuare e stimolare investimenti per 5 miliardi in 5 anni. Tali risorse provengono da diverse misure individuate dalla Legge di Bilancio 2019, che prescrive di investire in venture capital il 15% dei dividendi di aziende partecipate dello Stato (già a partire dai bilanci 2018) e il 3,5% dei Piani Individuali di Risparmio (raccolta Pir) e consente di aumentare dal 5 al 10% degli attivi patrimoniali gli investimenti agevolati di enti previdenziali e fondi pensione, a patto che il 5% sia investito in fondi di venture capital.

Per quanto riguarda il lavoro, le persone occupate nel campo dell’innovazione sono circa cinquantamila, ma l’auspicio del governo, attraverso il fondo, e che possano raddoppiare o triplicare.

Tra le misure specifiche previste per il momento nell’ambito del Fni, ci sono 45 milioni di euro in tre anni per la sperimentazione di nuove tecnologie (in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale e del blockchain), voucher di 40 mila euro per assumere nelle aziende gli “innovation manager” (i manager dell’innovazione) e la detraibilità per le imprese degli investimenti nelle start up.

 

Immagine di copertina: The Resilience Post

 

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