I ghiacciai sono il simbolo dell’intensità dei cambiamenti ambientali che stiamo causando. Le immagini satellitari che mettono a confronto i ghiacciai qualche anno prima e la previsione sulla Marmolada del Cnr.
Il 3 luglio un grosso blocco di ghiaccio si è staccato dal gruppo montuoso della Marmolada, travolgendo due gruppi di escursionisti, provocando vittime e feriti.
“I ghiacciai sono il simbolo dell’intensità dei cambiamenti ambientali che stiamo causando, sono il segnale di quanto velocemente sta avvenendo questo cambiamento. Anche la tragedia della Marmolada, avvenuta a causa dell’incremento delle temperature di queste settimane, è direttamente correlabile con la crisi climatica – A dirlo a Greenpeace è Claudio Smiraglia, glaciologo e membro del Comitato Glaciologico italiano – In 40-50 anni, se non ci sarà una decisa inversione di tendenza nelle temperature e nelle precipitazioni nevose, la quasi totalità dei ghiacciai alpini e molti delle altre catene montuose si estingueranno”.
Per mostrare le condizioni in cui si trovano Marmolada e altri ghiacciai alpini, l’associazione ha deciso di pubblicare le foto satellitari dei maggiori ghiacciai italiani e metterle a confronto con le immagini scattate qualche anno prima: la riduzione del manto nevoso è più che evidente.
Qui le immagini satellitari dei principali ghiacciai italiani, la #Marmolada, dove si è consumata la terribile tragedia di ieri, l’Adamello e quello dei Forni: li abbiamo monitorati nel periodo di giugno negli ultimi anni e la riduzione del manto nevoso è evidente. pic.twitter.com/RtDWdXQhKW
— Greenpeace Italia (@Greenpeace_ITA) July 5, 2022
Come ci ha detto il glaciologo Claudio Smiraglia, “i ghiacciai sono il simbolo dell’intensità dei cambiamenti ambientali che stiamo causando, sono il segnale di quanto velocemente sta avvenendo questo cambiamento”. #Marmolada https://t.co/stKyX3CO8f
— Greenpeace Italia (@Greenpeace_ITA) July 5, 2022
“Tutti i nostri ghiacciai sono sotto stress, è palese da almeno 20 anni e ogni anno ne perdiamo una parte. Non è la prima volta che capita una cosa del genere, prima per fortuna non c’erano state vittime perché era accaduto in zone remote oppure di notte. Qui la componente di casualità è stata al suo massimo livello: una domenica, nel primo pomeriggio, in uno degli itinerari più frequentati”.
Queste le parole del climatologo, meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, che nel 2019 aveva fatto una previsione su quel ghiacciaio: “Tra 50 anni sarà un ricordo”.
“Non possiamo chiudere all’utilizzo 4.400 ghiacciai in 4 Nazioni. Sul cambiamento climatico globale l’Europa è più avanti per annunci, provvedimenti di legge e scelte etiche personali messi insieme devono ridurre il rischio climatico”. E aggiunge: “I rischi ci sono, ed è importante che gli alpinisti lo sappiano. È necessario quindi lavorare facendo informazione a tutti i livelli. Ma detto questo, ognuno poi è responsabile per sé stesso”. Sulla Marmolada: “Il ghiacciaio perde in media un metro di spessore all’anno, valore che in un anno come questo può arrivare tranquillamente a 3 o 4 metri. Per la metà del secolo probabilmente non ci sarà più”.
La scomparsa della Marmolada profetizzata dai ricercatori del Cnr da qui a 25 anni non avverrà da un momento all’altro. Ma tragedie come quella dei primi di luglio potrebbero accadere nuovamente.
Solo fino a qualche anno fa, infatti, la Marmolada era un ghiacciaio unico ma oggi è caratterizzato da una forte frammentazione e dalla divisione in diverse unità. I pezzi di roccia a contatto diretto con la luce del sole si trasformano in fonti di calore interne al ghiacciaio stesso che potrebbero portare a ulteriori frane e scioglimenti.
Il ghiacciaio della Marmolada lascerà “il posto a piccole placche di ghiaccio e nevato, alimentate dalle valanghe e protette dall’ombra delle pareti rocciose più elevate, non più dotate di crepacci e di movimento. Il ghiaccio non esisterà più. E se, come da scenari climatici, la temperatura nei prossimi decenni dovesse aumentare a ritmo più accelerato, questa previsione potrebbe essere addirittura sottostimata e la scomparsa del ghiacciaio potrebbe avvenire anche più rapidamente”, spiega il glaciologo del Cnr Renato Colucci.
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