I ghiacciai sono il simbolo dell’intensità dei cambiamenti ambientali che stiamo causando. Le immagini satellitari che mettono a confronto i ghiacciai qualche anno prima e la previsione sulla Marmolada del Cnr.
Il 3 luglio un grosso blocco di ghiaccio si è staccato dal gruppo montuoso della Marmolada, travolgendo due gruppi di escursionisti, provocando vittime e feriti.
“I ghiacciai sono il simbolo dell’intensità dei cambiamenti ambientali che stiamo causando, sono il segnale di quanto velocemente sta avvenendo questo cambiamento. Anche la tragedia della Marmolada, avvenuta a causa dell’incremento delle temperature di queste settimane, è direttamente correlabile con la crisi climatica – A dirlo a Greenpeace è Claudio Smiraglia, glaciologo e membro del Comitato Glaciologico italiano – In 40-50 anni, se non ci sarà una decisa inversione di tendenza nelle temperature e nelle precipitazioni nevose, la quasi totalità dei ghiacciai alpini e molti delle altre catene montuose si estingueranno”.
Per mostrare le condizioni in cui si trovano Marmolada e altri ghiacciai alpini, l’associazione ha deciso di pubblicare le foto satellitari dei maggiori ghiacciai italiani e metterle a confronto con le immagini scattate qualche anno prima: la riduzione del manto nevoso è più che evidente.
Marmolada, la previsione di Mercalli: “Tra 50 anni sarà un ricordo”
“Tutti i nostri ghiacciai sono sotto stress, è palese da almeno 20 anni e ogni anno ne perdiamo una parte. Non è la prima volta che capita una cosa del genere, prima per fortuna non c’erano state vittime perché era accaduto in zone remote oppure di notte. Qui la componente di casualità è stata al suo massimo livello: una domenica, nel primo pomeriggio, in uno degli itinerari più frequentati”.
Queste le parole del climatologo, meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, che nel 2019 aveva fatto una previsione su quel ghiacciaio: “Tra 50 anni sarà un ricordo”.
“Non possiamo chiudere all’utilizzo 4.400 ghiacciai in 4 Nazioni. Sul cambiamento climatico globale l’Europa è più avanti per annunci, provvedimenti di legge e scelte etiche personali messi insieme devono ridurre il rischio climatico”. E aggiunge: “I rischi ci sono, ed è importante che gli alpinisti lo sappiano. È necessario quindi lavorare facendo informazione a tutti i livelli. Ma detto questo, ognuno poi è responsabile per sé stesso”. Sulla Marmolada: “Il ghiacciaio perde in media un metro di spessore all’anno, valore che in un anno come questo può arrivare tranquillamente a 3 o 4 metri. Per la metà del secolo probabilmente non ci sarà più”.
Lo studio del CNR
La scomparsa della Marmolada profetizzata dai ricercatori del Cnr da qui a 25 anni non avverrà da un momento all’altro. Ma tragedie come quella dei primi di luglio potrebbero accadere nuovamente.
Solo fino a qualche anno fa, infatti, la Marmolada era un ghiacciaio unico ma oggi è caratterizzato da una forte frammentazione e dalla divisione in diverse unità. I pezzi di roccia a contatto diretto con la luce del sole si trasformano in fonti di calore interne al ghiacciaio stesso che potrebbero portare a ulteriori frane e scioglimenti.
Il ghiacciaio della Marmolada lascerà “il posto a piccole placche di ghiaccio e nevato, alimentate dalle valanghe e protette dall’ombra delle pareti rocciose più elevate, non più dotate di crepacci e di movimento. Il ghiaccio non esisterà più. E se, come da scenari climatici, la temperatura nei prossimi decenni dovesse aumentare a ritmo più accelerato, questa previsione potrebbe essere addirittura sottostimata e la scomparsa del ghiacciaio potrebbe avvenire anche più rapidamente”, spiega il glaciologo del Cnr Renato Colucci.