L’estate è alle porte e questo è il periodo giusto per pianificare le tanto agognate vacanze. Al mare o in montagna, sta aumentando la consapevolezza di un turismo ecologico e sostenibile che rappresenta un modo di viaggiare ‘green’, nel rispetto del territorio e delle sue risorse. Che, come sappiamo, non sono infinite. Se è vero che il turismo rappresenta un motore per l’economia mondiale capace di macinare fatturati incredibili – si viaggia sui 1100-1200 miliardi di euro secondo l’Organizzazione mondiale del turismo (Wto) – si parla di un’industria che può diventare un problema per l’ambiente e il pianeta. Il turismo, infatti, può avere un impatto ambientale e sociale sul luogo per via del comportamento del turista medio che consuma quando è in vacanza. Qualche esempio? Spiagge piene di rifiuti, consumi energetici alle stelle negli hotel, file interminabili di automobili per raggiungere località di svago.
Che cos’è il turismo sostenibile
Esiste una definizione di turismo sostenibile, così come l’ha data l’Organizzazione mondiale del turismo (Wto): si tratta di una forma di turismo che “soddisfa i bisogni dei viaggiatori e delle regioni ospitanti e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità per il futuro”. E se non è sufficiente potremmo anche prendere a prestito un motto caro ad Alastair Fuad-Luke, autore del volume Eco-travel handbook che ha provato anche a tracciare un identikit dell’ecoturista, quello che “ama divertirsi, non distruggere”.
Più in generale, il concetto di turismo sostenibile indica tutte quelle pratiche di viaggio responsabili che siano rispettose per l’ambiente, etiche e virtuose perché non sfruttano un territorio, sostenibili economicamente per la comunità locale. Il turismo sostenibile è l’antitesi del turismo di massa, quello invasivo che non tiene conto delle specificità dei territori e pensa solo a produrre inquinamento. Non è un caso che il 2017 sia stato proclamato dall’Onu l’anno internazionale del turismo sostenibile, visto come un’opportunità per il bene del pianeta e delle persone. E non è un caso se, la necessità di rispettare gli impegni previsti dall’Accordo di Parigi, ha spinto la comunità internazionale a inserire il turismo sostenibile tra le righe dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030. Il turismo, infatti, è responsabile anche delle emissioni di gas serra, essendo una tra le principali ragioni che spinge i ceti socialmente medi della popolazione a viaggiare con mezzi spesso inquinanti.
Vademecum per un turismo sostenibile
Un primo passo è cambiare abitudini, scegliendo strutture che riducano l’impatto negativo per l’ambiente – Eco_Design ne ha selezionate per voi cinque – e privilegiando quelle che ricorrono a fonti di energie rinnovabili. Non dimentichiamo il capitolo trasporti. Meglio muoversi in treno, in bicicletta o con le proprie gambe: E se proprio non si può fare a meno dell’auto, meglio scegliere quella elettrica. La mobilità intelligente è l’ideale per addentrarsi in borghi storici, siti naturalistici e isole. L’appetito per il turismo sostenibile vien mangiando grazie alla scoperta dei prodotti tipici locali, per portare sulla tavola soltanto cibo a chilometro zero. E poi l’artigianato e la tradizione del territorio, visitando le botteghe più caratteristiche. Occhio però ai souvenir che potrebbero essere realizzati in alcune parti del mondo con specie animali o vegetali a rischio estinzione. Se siete disorientati, potete rivolgervi a tour operator e associazioni che organizzano viaggi etici. Ultimo accorgimento: mettete al bando eventuali pregiudizi. Il vero ecoturista mostra rispetto per le altre culture e interagisce con le usanze e gli stili di vita delle persone del posto.
Generazione di ecoturisti
Chi avrebbe mai detto che i turisti italiani sono sempre più ‘green’? L’ultimo studio promosso da Espresso Communication per Conlegno, condotto su un campione di 1.200 persone tra i 18 e i 65 anni, rivela che un italiano su due preferisce vacanze amiche dell’ambiente.
Sempre di più, la scelta di una destinazione si orienta in base all’attenzione al consumo di risorse, l’impiego di fonti rinnovabili, cibo biologico e a chilometro zero e mezzi di mobilità intelligente. Tra le motivazioni che spingono gli ecoturisti del Belpaese a prediligere le vacanze ‘green’, una maggiore consapevolezza dell’impatto di ciascuno sull’ambiente (62%). Seguono il desiderio di conoscere le tradizioni locali (53%), la volontà di entrare in contatto con la natura (52%) e dedicarsi al benessere individuale praticando attività sportive (48%). Per il 34% degli italiani, invece, il turismo sostenibile può dare una mano all’economia locale (34%).
Cinque mete del turismo sostenibile in Italia
L’Italia con le sue bellezze storiche e naturalistiche la cultura del turismo rappresenta un terreno fertile per la cultura del turismo sostenibile. Da Nord a Sud, ecco cinque itinerari da non perdere secondo Eco_Design:
Itinerario 1: Parco naturale delle Dolomiti friulane
Itinerario 2: Transiberiana d’Italia in Abruzzo
Tutta la magia del viaggio lungo la storica tratta ferroviaria Sulmona-Carpinone, ammirando scorci suggestivi dei borghi attraversati che si alternano all’austero profilo delle vette della Majella.
Itinerario 3: Birdwatching in Maremma
Tra uccelli e lunghe distese di blu, ecco una vacanza tutta d’osservazione e di studio di alcune specie di uccelli migratori. Siamo nella zona di Alberese dove vengono organizzate escursioni birdwatching in canoa per chi ama il contatto con la natura. Si parte dalla località La Barca e si arriva a Torre Trappola: qui, a pochi chilometri dal mare, ci si immerge in folti cespugli di lentisco e tamerici..
Itinerario 4: Palermo e la valle del Sosio
A piedi o in bicicletta, nell’entroterra palermitano, è possibile vivere un’esperienza di turismo rurale e sostenibile, immergendosi nel verde e fra i cavalli. In Sicilia il turismo sostenibile non sostiene solo la causa dell’ambiente ma ha anche un’implicazione etica e sociale. A organizzare questi percorsi, non a caso, è l’associazione Addiopizzo Travel.
Itinerario 5: Cagliari e dintorni
Fra Chia e Costa Rei, si può alloggiare fra gli ‘alberghi diffusi’: si tratta di antiche case ristrutturate dove si può vivere un’autentica esperienza di contatto con la comunità locale. E nella zona della Barbagia, si possono ammirare cascate e antichi corsi d’acqua, tra un assaggio e l’altro di prelibatezze della tradizione culinaria sarda. Non è un caso se, secondo la Commissione Europea, la Sardegna rappresenta la prima destinazione sostenibile d’Europa per il turismo e l’ambiente.
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