Misurare la qualità dell’aria di un quartiere attraverso l’erba che troviamo sulla careggiata. Lo studio.
Usare una quantità di radiocarbonio nelle erbe a bordo strada consente di determinare la quantità di particelle derivate dai combustibili fossili che insistono in un’area urbana, quindi, valutare la qualità dell’aria nell’area di riferimento. Ad affermarlo uno studio dell’University of California Riverside condotto in diverse aree della California meridionale durante e dopo il primo lockdown del 2020.
“Le piante assorbono la CO2 durante la fotosintesi e la incorporano nei loro tessuti, registrando un’istantanea dell’apporto locale di combustibili fossili”, spiega la prima firma dello studio Cindy Yañez. Il verde spontaneo che cresce ai bordi della strada, con un volume di carbonio-14, è, infatti, un indicatore della presenza di particelle derivate dai combustibili fossili.
Grazie alla misurazione del C-14 nell’erba stradale è facile individuare la qualità dell’aria di un determinato quartiere. Tra i risultati emersi rispetto al periodo pre-pandemia, nel 2020 il volume di CO2 assorbita dal verde a bordo strada è crollato del 60%. Dal 2021, invece, la situazione si è differenziata in base alla zona: in alcune zone l’anidride carbonica è tornata ai livelli del 2019, in altri è rimasta più bassa del picco di due anni prima (e queste sono zone più ricche delle prime).
Molte delle differenze, secondo i ricercatori, possano essere attribuite al numero di persone che possono continuare a lavorare da remoto, oppure per altri fattori come il numero di veicoli elettrici.
Ricordiamoci sempre poi degli effetti dei mezzi di trasporto stradali sull’inquinamento atmosferico nelle città, come ci ricorda Alberto González Ortiz, esperto in qualità dell’aria dell’Agenzia Europea per l’Ambiente: “I trasporti stradali sono la maggiore fonte di emissione di biossido di azoto (NO2) che, oltre ad essere uno dei principali inquinanti dannosi per la salute, è un precursore dell’ozono e del particolato che si possono formare nell’aria. I trasporti sono anche una fonte importante di particolato primario, prodotto non soltanto dai processi di combustione ma anche dall’usura di pneumatici e freni; infine, e non si tratta certo dell’ultimo dei problemi, sono una fonte molto rilevante di emissioni di gas serra”.
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