Cattive abitudini da evitare e consigli utili per inquinare meno
Quanto inquino ogni giorno? Posso davvero contribuire, riducendo la mia impronta ecologica, alla tutela del nostro ambiente di vita? Ogni piccola azione, se ripetuta da tante persone, può portare ad un grande risultato. Ecco alcuni consigli da applicare nella vita di tutti i giorni.
Secondo l’ultimo rapporto diffuso dall’Alleanza europea per la salute pubblica (Epha) l’inquinamento atmosferico costa agli italiani in media 1.535 euro a testa all’anno. I dati quantificano il valore monetario di morte prematura, cure mediche, giornate lavorative perse e altre spese sanitarie causati dai tre inquinanti atmosferici più pericolosi: particolato, ozono e biossido di azoto. Milano, Padova, Venezia, Brescia e Torino sono le cinque città italiane presenti nella top ten Ue delle città dove l’inquinamento atmosferico ha il costo pro capite più alto.
Praticare uno stile di vita sostenibile e adottare alcune piccole azioni quotidiane possono davvero fare la differenza e contribuire a inquinare meno o a non inquinare affatto.
Quali abitudini possiamo introdurre nella nostra vita per riuscire a diminuire la nostra impronta ecologica? Possiamo partire da queste:
Uno stile di vita ecologico dipende anche dalla scelta dei mezzi che usiamo per spostarci. La macchina è più comoda e più veloce ma l’inquinamento dei gas di scarico delle auto è però oggi una problematica molto grande per le nostre città. Possiamo considerare l’ipotesi di spostarci a piedi o in bicicletta, ogni qualvolta sappiamo di dover percorrere tragitti più brevi.
La bicicletta è oggi il mezzo di trasporto più efficiente quanto a rapporto tra distanza percorsa e energia bruciata e il più veloce per gli spostamenti urbani inferiori a 7,5 km (equivalenti a 30 minuti o meno di pedalata), ideale per andare incontro alle necessità di un cittadino italiano, i cui spostamenti medi sono di 4,2 km. Questa sana abitudine aiuterà la tua salute e quella dell’ambiente in cui vivi. Questo è decisamente il momento ideale, grazie agli ecoincentivi del governo, per l’acquisto di veicoli ibridi o elettrici.
Il via ai trasporti green: ecco il bonus mobilità
Quando facciamo la spesa dobbiamo fare attenzione a ciò che acquistiamo. Troviamo imballaggi formati con diversi tipi di plastica o più spesso materiali plastici accoppiati ad altri come carta o alluminio, tanto che diventa poi più complicato riuscire a separarli nel momento della raccolta dei rifiuti. La maggior parte di questi imballaggi finisce nella raccolta indifferenziata o “sporca” la differenziata ridendola meno utilizzabile.
Se siamo di fronte a prodotti simili la scelta deve cadere su quello la cui confezione impatta meno sull’ambiente, ad esempio tra yogurt in vetro o in plastica meglio il primo. Optare sempre per un “packaging compostabile” che si può smaltire come rifiuto organico.
Il CONAI, il Consorzio nazionale Imballaggi, ha sviluppato un app EcoDTool per calcolare l’impronta ambientale di ogni tipo di imballaggio ed evidenziare i punti critici su cui intervenire per minimizzarla. Dopo la registrazione si possono inserire le caratteristiche di un imballaggio (materiale in cui è realizzato, colore, presenza di adesivi o stampe sulla superficie, ecc.). La piattaforma calcolerà una valutazione di impatto ambientale per quello specifico imballaggio, in ogni step del suo ciclo di vita, rispetto a quattro indicatori: la quantità di CO2 generata, il consumo di acqua, l’uso di energia e la quantità di materia prima seconda ricavabile dalla produzione dell’imballaggio.
La battaglia contro la plastica monouso. Addio pellicola trasparente
I prodotti ecologici consentono di pulire senza danneggiare l’ambiente e la salute. Per riconoscere quelli presenti sul mercato che garantiscono standard ecologici molto alti rispetto a quelli dei normali detersivi tradizionali, basterà scegliere quelli contrassegnati dal simbolo Ecolabel.
Se si desidera invece utilizzare prodotti del tutto naturali per la pulizia della casa, si può ricorrere a bicarbonato, aceto o limone. Il bicarbonato può essere impiegato per la pulizia del bagno, della cucina, dei tappeti, del frigorifero, del salotto, dell’argenteria. Per pulire e lucidare il legno, ad esempio, si può mescolare il succo di un limone con un cucchiaino di olio d’oliva e un cucchiaino di acqua
Per produrre 1 kg di PET (ovvero il polietilene tereftalato utilizzato per il rivestimento delle bottiglie di plastica), con cui si producono circa 25 bottiglie da 1,5 litri, sono richiesti oltre 17 litri di acqua (quindi per ogni litro se ne sprecano due) e 2 kg di petrolio. Circa l’80% dei trasporti nel nostro paese avviene su gomma e i tir messi in circolazione solo per il mercato delle acque confezionate si stimano essere circa 300mila. La percorrenza media è di 1.000 km e il consumo medio è di 1 litro di gasolio per 3 km, per un’emissione totale di 265.000 tonnellate di anidride carbonica.
Questi dati servono per capire che se continuiamo ad utilizzare acqua in bottiglie di plastica entro il 2030 l’inquinamento da plastica raddoppierà rispetto all’attuale e gli oceani saranno gli habitat più colpiti. Partiamo con sostituire le bottiglie in plastica conquelle in vetro per casa e borracce d’alluminio.
Risparmiare acqua è un’altra delle buone abitudini che potrebbe davvero fare la differenza. L’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) afferma che se viene superata la soglia dei 50 litri quotidiani si ha dello spreco. L’ acqua è diventata una risorsa rara quindi bisogna abituarsi a non consumarne troppa inutilmente. Inoltre, secondo il World Resources Institute entro il 2040 lo stress idrico dell’Italia, ovvero il rapporto tra l’uso dell’acqua e l’approvvigionamento idrico, rientrerà nella fascia critica “alta”.
Per ridurre lo spreco idrico domestico possiamo applicare dei riduttori flusso ai rubinetti, fare la doccia invece che il bagno, chiudere il rubinetto mentre ci laviamo le mani o i denti, usare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico.
“L’Italia purtroppo resta indietro negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030, in termini di spreco idrico: siamo maglia nera quanto a spreco di acqua potabile perché registriamo il maggiore prelievo di acqua per uso potabile pro capite tra i 28 Paesi dell’Unione europea, 156 metri cubi per abitante nel 2015 (ISTAT)”, ha dichiaratoAndrea Segrè, fondatore della Campagna Spreco Zero.
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Le energie rinnovabili (energia eolica, solare (termica e fotovoltaica), idraulica, geotermica e da biomassa) sono un’alternativa fondamentale ai combustibili fossili. Il loro impiego permette di ridurre non soltanto le emissioni di gas a effetto serra provenienti dalla produzione e dal consumo di energia, ma anche la dipendenza dell’Unione europea dalle importazioni di combustibili fossili (in particolare gas e petrolio). Le fonti rinnovabili hanno anche un’altra importante caratteristica: il loro utilizzo in genere non comporta l’emissione di agenti inquinanti, come le polveri sottili che formano lo smog o gli agenti chimici che causano le piogge acide.
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Ogni piccola azione, se ripetuta da tante persone, può portare ad un grande risultato. Ecco perché il singolo contributo di ognuno di noi può fare la differenza e contribuire significativamente alla tutela del nostro pianeta.
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