Simone Togni e energie rinnovabili: sviluppo, transizione energetica e burocrazia. “Semplificare iter autorizzativi”

Il presidente di Anev Simone Togni racconta l'impegno dell'associazione per assicurare regole certe nell'installazione di impianti di energie rinnovabili. E sul decreto Aree Idonee commenta: “Servono garanzie sul lungo periodo”

Presidente di Anev, esperto di questioni energetico-ambientali, autore di numerosi articoli sulle tematiche giuridiche ed energetiche su riviste specializzate, membro di diverse commissioni e gruppi di lavoro sui temi energetico-ambientali anche presso istituzioni ed enti del settore. Dopo l’entrata in vigore del decreto Aree Idonee e in vista dei nuovi provvedimenti governativi 2025, il web magazine di Anter ha intervistato Simone Togni in qualità di presidente dell’Associazione nazionale energia del vento per comprendere il suo punto di vista sull’andamento delle energie rinnovabili.

 

Anev nasce nel 2002: 22 anni dopo qual è il ruolo e l’impegno dell’associazione e in quale modo è riuscita a incidere nel settore delle rinnovabili?

 

“In questi due decenni di attività abbiamo combattuto battaglie molto simili fra loro. Perché se da un lato c’è stato un grande sviluppo delle rinnovabili, dall’altro ancora non siamo riusciti a fare rimuovere tutti gli ostacoli di carattere burocratico che impediscono di giungere alla realizzazione di impianti in tempistiche adeguate”

 

 

Si parla molto di rinnovabili ma al contempo anche della necessità di semplificare. In cosa dovrebbe consistere la semplificazione? E in che modo la burocrazia impatta sul lavoro quotidiano?

 

“La burocrazia impatta moltissimo nel nostro Paese, e nel settore del rinnovabili ancora di più. Solo per dare un’idea, se in Europa l’obiettivo è di chiudere entro un anno l’iter autorizzativo per l’installazione di un impianto rinnovabile, in Italia il tempo medio non è inferiore a cinque anni. E’ evidente che questo non possa essere considerato compatibile con il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Come Anev lo ripetiamo: non vogliamo eliminare processi di controllo o percorsi virtuosi di inserimento degli impianti nel rispetto del paesaggio. Ma chiediamo tempi veloci e regole certe che possano in maniera trasparente indicare all’imprenditore come, quando e dove realizzare gli impianti.

 

 

L’incompleta semplificazione burocratica è un motivo di reale impedimento alla realizzazione della transizione energetica o si tratta solo un rallentamento momentaneo?

 

“Il rallentamento è evidente. In questi anni, però, con gli ultimi due governi abbiamo avuto risultati significativi. Conquiste che al contempo rischiano di essere vanificate dagli ultimi provvedimenti normativi, come il testo unico che poi ha avuto una correzione nella sua ultima fase della vita parlamentare. Completare la semplificazione consentirebbe di ridurre il gap che l’Italia ha accumulato rispetto ad altri Paesi europei”.

 

Il 2024 a livello normativo è stato caratterizzato dal decreto Aree Idonee. Che impatto si aspetta sul settore?

 

“E’ un provvedimento che secondo noi ha minato alla base la possibilità di sviluppo concreto e veloce delle rinnovabili. Si è complicata una situazione che invece sarebbe stata molto facile da gestire. Lasciare alle Regioni la possibilità totale di definizione delle aree in cui installare impianti non sarebbe stato di per sé negativo. Il problema è che il governo aveva già individuato i luoghi idonei. Indicazioni che in certi casi non sono state recepite dalle Regioni, limitando le possibilità di investimento da parte degli imprenditori. Noi quindi abbiamo impugnato il provvedimento e andremo fino in fondo”.

 

 

Cosa si attende nel 2025 dal governo per dare slancio al settore delle rinnovabili?

 

“Ci aspettiamo possa uscire il decreto FER X, fondamentale per dare continuità agli operatori nel settore delle rinnovabili. La necessità oggi è quella di avere un prezzo stabile per vent’anni dell’energia. Altrimenti, a causa di questa incertezza, diventa difficile il finanziamento di nuovi impianti”.

 

 

Restando in tema di 2025, che tipo di azioni intende portare avanti Anev?

 

“Stiamo facendo il tour di tutte le regioni per raccontare i benefici dell’eolico e per fare sì che vengano emanati decreti Aree Idonee corretti. Le zone prive di vincolo paesaggistico è giusto che vengano lasciate a disposizione dell’installazione di impianti rinnovabili.  Questo tour proseguirà anche nel 2025. Di pari passo stiamo lavorando sul connubio paesaggio – rinnovabili. Chiediamo linee guida chiare sull’installazione degli impianti e che siano le stesse Sovrintendenze a dirci come debbano essere realizzati”.

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