26 Luglio 2018 3 min di lettura
Mini guida alla scelta, all'uso e agli eventuali rischi per alcuni soggetti specifici
26 Luglio 2018 3 min di lettura
L’inquinamento da particelle sottili ha ormai raggiunto livelli enormi, arrecando danni all’ambiente e alle persone. Le cause della formazione delle polveri sono da ricercare nelle attività naturali, come le erosioni di rocce, e umane, come il traffico di mezzi a benzina e a gasolio o la combustione per il riscaldamento.
Esistono tre tipi di particelle inquinanti a seconda del proprio diametro: PM 10, PM 2,5 e polveri ultrafini (di dimensione inferiori A 0,1 millimetro). Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, quelle ultrafini sono le più pericolose in quanto riescono a penetrare nel nucleo delle cellule e per questo posso causare malattie e perfino la morte a chi le respira quotidianamente.
Molti oggi, tra coloro che vivono o lavorano nelle grandi città dove l’aria è più inquinata, usano le maschere antismog per proteggersi dall’aria cattiva. Anche da noi in Italia si vedono sempre più persone con il volto coperto che passeggiano o si spostano in bicicletta. Esistono vari tipi di maschere in commercio, ma sulla loro efficacia gli esperti non sempre si sono trovati d’accordo. Cerchiamo di capire la loro utilità .
Per quanto possano sembrare protettive, i loro effetti rimangono ancora limitati. Un esperimento realizzato ad Hong Kong, una delle città con più smog al mondo, ha dimostrato che le maschere in polipropilene riescono a filtrare l’inquinamento solo in minima parte. Così come le mascherine più robuste che non sono in grado di isolare abbastanza le vie respiratorie di naso e bocca. La validità delle maschere è perlopiù psicologica, magari per comunicare il rispetto dell’ambiente e il cambio di abitudini. Per alcuni soggetti con malattie croniche le maschere possono diventare una fonte di pericolo, quindi occorre fare attenzione per evitare di peggiorare la situazione. Chi soffre di asma o problemi respiratori dovrebbe procurarsene una dotata di valvola di espirazione, così da far ricambiare l’aria.
Come tutte le maschere, anche quelle antismog sono formate da un’intelaiatura e un elastico da mettere dietro la nuca. Esistono due categorie di mascherine antismog: usa e getta e a filtro intercambiabile. Le usa e getta, come suggerisce il nome si possono usare solo una volta e dalla forma ricordano quelle che usano i chirurghi. A seconda dell’efficacia variano di prezzo: si va da quelle semidure in carta (le più economiche ma che non sono in grado di filtrare l’aria a pieno) fino a quelle in polipropilene, assai più potenti. Le maschere a filtro intercambiabili costano dai 25 ai 70 euro, sono rivestite in metallo semimorbido e sono adatte a chi viaggia in bicicletta o in moto. Esistono poi schermature con tecnologie più avanzate così fa filtrare l’aria e garantire più comfort a chi la indossa. Come il filtro a carboni attivi che trattiene cattivi odori, oppure lo stringinaso che chiude leggermente le narici per evitare di respirare lo smog di città .
®Eco_Design WebMagazine
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