La mensa scolastica del futuro deve puntare ad un approccio sempre più green e sostenibile dal punto di vista ambientale.
“Le scelte alimentari che compiamo più volte al giorno, se consapevoli, sono un’importante leva per cambiare lo stato di cose partendo dal quotidiano. Affinché ciò avvenga urge un importante investimento in educazione alimentare che fornisca alle giovani generazioni gli strumenti cognitivi per diventare protagonisti del loro futuro”. È l’appello lanciato da Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, per la nascita del Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, realizzato da Università di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo
Parlando di educazione alimentare rivolta ai giovani, si dovrebbe iniziare proprio dalle mense nelle scuole. Anche quest’anno dal 5 al 9 febbraio, si è tenuta la Green Food Week, una settimana dedicata all’alimentazione sostenibile, durante la quale tutte le mense che hanno aderito hanno modificato i loro menù rendendoli meno impattanti.
Si tratta di un’azione condivisa per sensibilizzare sull’importanza dell’alimentazione per la tutela dell’ambiente e nella lotta al riscaldamento globale. E’ stato messo a disposizione anche un ricettario preparato dal programma Menoperpiù, un kit per spiegare a genitori e insegnanti cos’è ‘il cibo amico del pianeta’ e quali sono gli alimenti che fanno bene alla salute dei bambini.
Mense scolastiche italiane, come siamo messi?
Ogni anno il rating di Foodinsider fa il punto sulle mense scolastiche italiane. L’ultimo evidenzia un miglioramento dal 2022, con l’entrata in vigore dei CAM (Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di ristorazione collettiva) che rende le mense green.
È vero che migliora un menù su tre, ma la differenza tra Centro-Nord e Sud rimane evidente. Fanno eccezione le scuole di Lecce e Brindisi per qualità, e quelle di Bari per l’alta percentuale di prodotti biologici.
Il 35% dei bambini rifiuta il cibo a priori, il 31% ha paura di assaggiare nuovi piatti, il 20% è indifferente, solo il 14% mangia con gusto. Per Foodinsider le cause sono da ricercare soprattutto nella mancanza di educazione alimentare nelle famiglie e la scarsa qualità proposta dai menù trasportati perché mancano le cucine interne. Per alcuni bambini la mensa scolastica continua, però, a fornire l’unico pasto completo e sano della giornata.