Mobilità sostenibile, FlixBus installa pannelli solari sui suoi autobus

I trasporti consumano un terzo di tutta l’energia finale nell’Unione Europea e rappresentano una delle principali fonti di pressione ambientale nel Vecchio Continente. Ecco perché una delle strategie messe in campo per riuscire a frenare il riscaldamento globale – e così ottemperare all’Accordo di Parigi – è proprio la transizione graduale verso la mobilità a emissioni zero.

In questo contesto ben si colloca il test effettuato da FlixBus, linea di autobus orientata a una mobilità sostenibile e decisa a raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2030.

 

Il test di Flixbus sulla linea Dortmund-Londra

Il progetto pilota portato avanti dall’azienda ha previsto l’installazione di pannelli solari sui suoi autobus. Il test è stato condotto con una frequenza bisettimanale sulla linea internazionale Dortmund-Londra, che collega cinque Paesi (con fermate nei Paesi Bassi, Belgio e Francia).

In base ai risultati ottenuti, l’azienda ha annunciato che l’esperimento potrebbe essere intensificato a partire dal mese di aprile fino a effettuare corse giornaliere in alta stagione.

Qualche dato interessante è già emerso. L’energia generata dai pannelli solari ha infatti permesso ai mezzi di ridurre il consumo di carburante del 7%, con una conseguente diminuzione delle emissioni di CO2.

Il risparmio medio registrato è stato di 1,7 litri di carburante sui circa 24 litri generalmente consumati ogni 100 km. Se si considera la lunghezza della linea Dortmund-Londra (600 km) si può calcolare una riduzione nel consumo di carburante di circa 10 litri al giorno.

Il progetto rappresenta dunque un esempio virtuoso di come la tecnologia dei pannelli solari, e in generale le fonti rinnovabili, possano essere applicate a diversi settori, trovando nuovi utilizzi.

Come funziona il sistema

In pratica i pannelli solari installati sul tetto dell’autobus  comunicano – attraverso un regolatore di carica – con l’alternatore, che normalmente caricherebbe la batteria del veicolo utilizzando solo carburante.

In questo modo l’energia solare carica la batteria facendo risparmiare carburante. Non solo. I pannelli contribuiscono ad alimentare anche altre funzionalità presenti a bordo dell’autobus: porte Usb, prese di corrente, aria condizionata e Wi-Fi. In questo modo anche i passeggeri hanno a disposizione energia rinnovabile per ricaricare i propri device e connettersi alla rete.

Va inoltre considerato che la riduzione di carburante nei mesi estivi incrementerebbe grazie alla maggiore produzione di energia solare.

“Con questo progetto intendiamo contribuire a rendere accessibili a un numero sempre maggiore di passeggeri nuove forme di mobilità innovative ed ecocompatibili”, spiega Jesper Vis, Managing Director di FlixBus BeNeLux. “Sulla base dei risultati, valuteremo la possibilità di estendere il progetto a più autobus o addirittura a tutti i mezzi della nostra rete”.

 

I partner del progetto e altre iniziative per una mobilità sostenibile

Il progetto pilota è stato realizzato grazie alla collaborazione tra FlixBus, l’operatore olandese Kupers Touringscars, responsabile dell’operatività della linea Dortmund-Londra, e Trailar, società britannica specializzata nella produzione di applicazioni volte a ridurre l’impatto ambientale dei veicoli commerciali, che ha prodotto i pannelli solari flessibili impiegati per il test.

Questa non è l’unica iniziativa promossa da FlixBus per migliorare la sua mobilità sostenibile. In questa direzione vanno anche i primi autobus elettrici a lunga percorrenza e l’accordo con Freudenberg Sealing Technologies per il lancio dei primi autobus a idrogeno impiegati sulla lunga distanza.

Inoltre tutti i passeggeri hanno la possibilità di compensare le emissioni di CO2 relative al proprio viaggio grazie alla partnership con atmosfair, organizzazione attiva nella realizzazione di progetti certificati di protezione del clima riconosciuti dall’Onu. Attualmente, circa il 6% di tutti gli utenti FlixBus opta per la compensazione, scegliendo di viaggiare a impatto zero.

 

Alice Zampa

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