30 Settembre 2019 3 min di lettura
Ne sono state immatricolate mille in un mese, fra maggio e giugno 2019. Ed è quasi un miracolo per il mercato delle auto elettriche nel Belpaese, dovuto certamente agli incentivi dell’Ecobonus introdotti dalla legge di bilancio 2019. Perché, si sa, quando si parla di mobilità elettrica, lo scoglio più grande è rappresentato dai costi del veicolo. Ma la barriera è stata in parte infranta visto che nei primi sette mesi del 2019 sono state vendute in Italia seimila le auto elettriche “pure”, con un tasso di crescita del 113% rispetto allo stesso periodo 2018.
Sono alcuni dei risultati emersi dal rapporto Smart Mobility Report, curato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano: i dati sono stati presentati a That’s Mobility, l’evento sulla mobilità elettrica svoltosi nella città meneghina il 25 e 26 settembre.
Due milioni e mezzo di auto in uno scenario di sviluppo “base”, cinque milioni in scenario di sviluppo “medio” e sette milioni in quello “accelerato”: sono tre diverse proiezioni, sempre più positive, elaborate dell’Energy & Strategy Group del PoliMi per il futuro della mobilità elettrica in Italia. Nello scenario “base” si stima che nel 2030 viaggeranno in Italia due milioni e mezzo di auto elettriche, prendendo in considerazione le categorie di modelli che si possono ricaricare alla presa di corrente: Bev (Battery Electric Vehicle) e Phev (Plug-in Hybrid Electric Vehicle).
Fra undici anni, i veicoli a zero emissioni rappresenteranno il 30%; una percentuale destinata a salire considerando gli altri due scenari a lungo termine, ovvero cinque e sette milioni con il 50-65% di nuove immatricolazioni sul totale delle auto vendute. Si parla principalmente di veicoli elettrici “puri” (Bev), ovvero con un’alimentazione esclusivamente a batteria, che traineranno l’80%delle vendite totali di auto elettrificate. Per diventare un paese attrattivo per il mercato delle auto elettriche, servono non solo incentivi statali ma anche investimenti nelle reti di ricarica.
Da un minimo di 34mila a un massimo di 73mila punti di ricarica pubblici nel 2030: queste le previsioni del Politecnico di Milano rispetto allo sviluppo delle reti di carica e, in particolare, dei punti di ricarica pubblici. Un incremento decisivo visto che le stazioni di ricarica pubbliche erano 3.500 a fine 2018. Capitolo diverso sono le colonnine private: se ne prevedono 2,2 milioni in un’ottica di sviluppo “base” della mobilità elettrica, 6,3 milioni in uno scenario di massimo sviluppo.
Alzi la mano chi ha mai fatto un pensierino all’acquisto di un’auto a batteria ma poi è rimasto interdetto dal costo sul mercato. E’ opportuno sapere, in presenza di un incentivo nazionale, è possibile “pareggiare” in cinque anni il costo del veicolo elettrico con quello a benzina: un risparmio che, nell’arco di dieci anni, arriva a settemila euro.
Secondi l’analisi dell’Energy & Strategy Group del PoliMi, va ancora meglio se all’incentivo statale si somma un bonus regionale di 3.500 euro: la compensazione delle spese arriva dopo due anni. Un’isola felice è la provincia di Trento, dove il bonus regionale di seimila euro fa sì che l’auto elettrica si ripaghi in un anno con un risparmio di 12mila euro. Gli incentivi rappresentano dunque sempre un fatto determinante per la diffusione della mobilità elettrica.
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