9 Settembre 2019 2 min di lettura
Insieme agli impianti per il riscaldamento, gli allevamenti intensivi sono fra i settori più inquinanti. Addirittura più dell'industria e dei veicoli.
9 Settembre 2019 2 min di lettura
I riscaldamenti e gli allevamenti intensivi inquinano più dei veicoli. A dirlo è uno studio di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che non solo ha reso noto i valori delle polveri sottili che si trovano nell’atmosfera, ma ha tenuto conto delle reazioni chimiche che provocano.
La ricerca ha evidenziato che l’inquinamento prodotto dagli impianti di riscaldamento rappresenta il 38% delle emissioni, mentre gli allevamenti per il 15,1%%. Più dei veicoli leggeri (al 9%) e persino più dell’industria (11,1%). Secondo lo studio, la combustione a legna è la causa della presenza del particolato dell’aria; per gli allevamenti invece il motivo riguarda l’eccessiva quantità di animali e i conseguenti reflui. Quanto alle polveri sottili ( sia PM 10 che Pm 2,5), le attività di allevamento si collocano in una posizione prevalentemente bassa con un contributo dell’1,5% del totale. Se si considerano anche gli effetti con altri elementi presenti nell’atmosfera come zolfo e azoto, allora la percentuale aumenta. Addirittura gli allevamenti intesivi sono responsabili del 75% dell’emissione di ammoniaca in Italia. Fra i settori presi in esame da Ispra, il riscaldamento e l’allevamento animale sono gli unici che ancora non hanno adottato soluzioni sostenibili. Infatti rispetto all’agricoltura, all’energia e all’industria, le polveri sottili Pm 2,5 prodotte dai riscaldamenti e dagli allevamenti sono aumentate rispettivamente del 23% e del 4,9%. Le Pm 2,5 sono le particelle più pericolose per la salute umana perché in grado di provocare malattie croniche e tumori.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2016 circa 4,2 milioni di persone al mondo sono morte prematuramente a causa dell’inquinamento atmosferico e, ad oggi, il 91% della popolazione mondiale vive in luoghi dove la qualità dell’aria è pessima. Mario Contaldi, esperto dell’Ispra, ha dichiarato che oltre alle limitazioni sul traffico dei veicoli occorre ridurre il numero degli animali presenti negli allevamenti.
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