Polveri sottili e bambini: intervista al Presidente dei pediatri

I bambini molto piccoli, anche i feti, sono molto sensibili all’inquinamento atmosferico. Le numerose ricerche in questo campo tendono ad attribuire una relazione causale tra inquinamento dell’aria dovuto alle polveri sottili e possibili decessi per disturbi respiratori nel periodo post-neonatale, effetti negativi sullo sviluppo funzionale dei polmoni, leucemie infantili, malattie endocrine. Abbiamo incontrato il pediatra Giampietro Chiamenti, presidente della FIMP, la Federazione Nazionale Medici Pediatri che da un anno collabora con Anter nella campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica  sul delicato rapporto tra salute infantile e alterazioni della qualità dell’aria, per conoscere meglio le cause, i rischi e ciò che ognuno realmente può fare per ridurne l’impatto sulla salute dei propri figli.

 

Partiamo dall’abc: cosa sono le polveri sottili?

Le polveri sottili o particolato (in inglese particular matter, PM) sono delle piccole particelle disperse nell’atmosfera che possono derivare dal traffico veicolare, impianti di riscaldamento e industriali. La loro pericolosità dipende dalla granulometria, più sono fini più sono pericolose, cioè possono penetrare in dosi massicce nelle diramazioni più profonde dell’apparato respiratorio.

 

Perché le polveri sottili espongono i bambini al rischio di malattie?

E’ molto pericoloso il particolato ultrafine, quello che ha dimensioni inferiori a 0,1 μm (1 μm, abbreviazione di micrometro, corrisponde a un milionesimo di metro) simili per intenderci a quelle dei virus.  Le particelle del particolato ultrafine riescono ad attraversare la parete degli alveoli polmonari, a penetrare nel torrente circolatorio arrivando in ogni distretto dell’organismo attraversare le membrane cellulari che a loro volta subiscono una compromissione delle normali funzioni e attivano uno stato di infiammazione causa potenziale di gravi rischi per la salute.

 

Quali sono le  patologie più diffuse, causate dall’inquinamento atmosferico subito in età precoce?
Le più frequenti sono quelle a carico dell’apparato respiratorio: asma, bronchiti, polmoniti.

 

L’incidenza di queste malattie sulla popolazione?

Uno studio condotto dall’Oms  sulla popolazione di otto tra le maggiori città italiane ha messo in evidenza che l’inquinamento dell’aria è responsabile di 30.000 attacchi di asma l’anno per soggetti di età inferiore ai 15 anni. Non va poi sottovalutato il rischio cancerogeno.  Nel 2013 l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro (Iarc) ha riconosciuto sia l’inquinamento atmosferico outdoor che il Particolato (PM) come “cancerogeno per l’uomo”. Sono in aumento le leucemie infantili. Altre malattie correlate alla cattiva qualità dell’aria in età pediatrica sono l’obesità, il diabete di tipo 2 e altri disturbi endocrini. Ma sono molto preoccupanti anche i disturbi a carico della sfera emotiva che a volte influiscono sulle performance scolastiche e su quelle della vita futura da adulto.

 

L’utilizzo di energie rinnovabili potrebbe eliminare o diminuire il rischio di malattie causate da inquinamento atmosferico?

Nel mondo la domanda di energia cresce in continuazione, al tempo stesso cresce anche la necessità di ridurre i livelli di C02, combattere l’effetto serra e diminuire le emissioni in atmosfera di sostanze dannose per la salute. Due esigenze che sembrano difficilmente conciliabili. Sicuramente la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili aiuta a ridurre l’impatto di una delle cause principali nell’aumento dei fattori di rischio per la salute.

 

Teresa Favi
®Eco_Design WebMagazine

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