La popolazione mondiale ha superato gli 8 miliardi di persone

Un traguardo importante, un monito per prendersi cura del nostro pianeta. Ma la crescita della popolazione pone sfide importanti ai paesi più poveri. 

Il giorno è arrivato: dal 15 novembre siamo 8 miliardi di persone sulla Terra e il conteggio non si ferma. L’annuncio era stato dato dall’organizzazione lo scorso luglio, nell’ambito delle commemorazioni del World Population Day.

Le Nazioni Unite definiscono questo passo “un’importante pietra miliare nello sviluppo umano” e un monito della “nostra responsabilità condivisa di prenderci cura del nostro pianeta“.  Solo 12 anni fa eravamo 7 miliardi. Nel 1974 sulla Terra c’erano solo 4 miliardi di esseri umani. E le proiezioni per i prossimi anni sono assai preoccupanti: nel 2050 potremmo diventare 10 miliardi.

Qui è possibile seguire il conteggio in tempo reale QUI

Secondo le proiezioni dei dati demografici, infatti, tra il 14  e il 15 novembre è nato l’essere umano che ha portato a 8 miliardi la popolazione sul nostro Pianeta, il numero più alto mai raggiunto.

“Questa è un’occasione per celebrare la nostra diversità, riconoscere l’umanità comune e meravigliarci dei progressi nella salute che hanno allungato l’aspettativa di vita ed hanno ridotto i tassi di mortalità materna e infantile”, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

Ma con la popolazione mondiale salita a 8 miliardi di persone, più di 1 su 10 (828 milioni) soffre la fame, aggravata dal mix micidiale dei cambiamenti climatici, dalla pandemia Covid e dalla guerra, così come emerge dall’analisi della Coldiretti.

Circa 2,3 miliardi di persone nel mondo, il 29,3%, vivono in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave, e si stima che 45 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni soffrono di deperimento, mentre 149 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni abbiano deficit di sviluppo a causa di una mancanza cronica di nutrienti essenziali nella loro dieta. Le difficoltà alimentari sono aumentate sia nei Paesi di sviluppo che in quelli economicamente più avanzati.

 

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