L’Italia è al 52esimo posto per qualità dell’aria mentre Islanda, Finlandia e Estonia sono fra paesi che hanno rispettato le linee guida dell’Oms.
Milano si conferma ancora una volta la città italiana con la peggiore qualità dell’aria, un dato che emerge dal report di “IQAir”, l’azienda tecnologica svizzera che monitora oltre 7mila località in 131 Paesi del mondo.
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Lo scorso anno, solamente 13 dei 131 Paesi e territori analizzati hanno mantenuto i livelli di PM2,5 entro i 5 μg/m3 (come richiesto dall’Organizzazione mondiale della sanità) e solo nel 10% delle regioni prese in esame la qualità dell’aria è risultata abbastanza elevata da non costituire un pericolo per la salute dei cittadini.
E sui 131 Paesi analizzati, l’Italia è al 52esimo posto con una media di 18,9 microgrammi per metro cubo di particolato fine. Ci troviamo ben al di sotto degli standard degli altri grandi Paesi europei.
Per quanto riguarda le città più inquinate nel nostro paese, a Milano nello scorso anno la media delle polveri sottili PM2.5 nell’aria è stata di 28,6 µg/m3. Seguono Padova con 23,5 µg/m3, Brescia con 19,3 µg/m3 e Bergamo con 17,6.
Ma nemmeno al centro o al sud la situazione è delle migliori. Nel nostro paese nessuna città guadagna un bollino blu, cioè la città dove la media annuale di polveri sottili è al di sotto dei 5 µg/m3 (che è la soglia di sicurezza indicata dall’Oms).
L’Islanda, la Finlandia e l’Estonia, invece, sono fra i 13 Paesi che hanno rispettato le linee guida dell’Oms.
Il report “IQAir”, oltre ai dati, si occupa anche di fornire consigli non solo ai governi, ma anche ai cittadini, per ridurre i rischi correlati all’inquinamento ed evitare di contribuire eccessivamente al problema, con l’invito a monitorare i livelli di polveri sottili tramite app.
Tra i suggerimenti quello, ovviamente, di ridurre gli spostamenti in auto e i consumi energetici per mitigare il nostro impatto ambientale.