Una specie a rischio estinzione che va preservata. Il lavoro del centro di recupero di Lampedusa si occupa di questo: la cura delle tartarughe caretta caretta. Il centro è visitabile per grandi e piccini.
L’isola di Lampedusa è da sempre meta di vacanze estive, per le acque limpide, le scogliere sul mare da dove osservare i tramonti e per l’Isola dei Conigli, eletta tra le spiaggia più belle d’Europa. E proprio questo paradiso, tra giugno e settembre, diventa il principale sito di ovodeposizione delle tartarughe marine caretta caretta che sotterrano le uova tra la sabbia e i loro nidi vengono poi recintati e controllati.
E passando per Lampedusa, non si può non andare a visitare il Lampedusa Turtle Rescue, il centro di recupero delle tartarughe caretta caretta dove grandi e bambini potranno conoscere e capire i rischi che la specie corre, oltre ad ammirarle in tutto il loro splendore nuotare nelle vasche in attesa di ritornare in mare.
Il centro è un vero e proprio ospedale, dove vengono tratti in salvo e curati almeno 500 esemplari l’anno di questa specie e circa 10.000 persone annualmente lo visitano. Si trova in zona Cala Francese, presso l’Acquacoltura, e può essere visitato. I volontari vi guideranno nel centro per raccontarvi in cosa consiste il loro lavoro ma anche tante curiosità su questa specie. Infatti il Centro Recupero si affida esclusivamente all’impegno di volontari, specie durante i mesi estivi, per il monitoraggio, il trattamento e lo studio delle tartarughe marine.
La maggior parte delle tartarughe viene catturata accidentalmente con ami con palangari o reti da traino. Arrivano in questo ospedale grazie alla collaborazione di pescatori locali, turisti e con il supporto della Guardia Costiera Italiana, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Il programma di recupero prevede il salvataggio, il tag e il rilascio delle tartarughe catturate accidentalmente durante operazioni di pesca, nonché quelle catturate o cacciate illegalmente.
A bimbi e famiglie viene spiegato nel centro che il più grande nemico per le tartarughe marine, come purtroppo anche per tante altre specie che rischiano l’estinzione, è proprio l’uomo. In mare ci sono reti, a strascico o fisse, dove le tartarughe rimangono troppo spesso intrappolate o gli ami dei palangari, e plastica e microplastiche, che ingeriscono o diventano trappole mortali per loro.