
Non solo escursioni in montagna o in mezzo alla natura, esiste un altro tipo di trekking per chi ama le città d’arte e i borghi. Ecco cosa è il trekking urbano.
Visitare i centri abitati con occhi diversi, scoprire nuovi luoghi rispettando l’ambiente e sostenendo le comunità locali. Si chiama trekking urbano, una proposta di turismo lento e sostenibile, focalizzata sul camminare a piedi, adatta a ogni età e capace di nutrire mente e corpo allo stesso tempo.
Si tratta di una forma di turismo nata a Siena nel 2002 e che ha trovato un suo riconoscimento con la nascita dell’associazione nazionale Trekking Urbano. Si tratta di percorsi cittadini da fare a piedi, alla scoperta di monumenti d’arte, botteghe, mercatini, eccellenze enogastronomiche e panorami, un modo di conciliare lo sport con il turismo sostenibile. “Camminare a passo sostenuto per almeno 20 minuti consente: di bruciare circa 150 kilocalorie, di allontanare i rischi, legati a ipertensione, osteoporosi e di curare le conseguenze della vita sedentaria come stress, ansia, depressione. E non solo: i benefici sono anche per l’ambiente visto che si fa a piedi, non si usano trasporti e si decongestionano le località solitamente prese d’assalto”, si legge sul sito.
Il trekking urbano è diventato così popolare da avere una giornata internazionale dedicata che si celebra il 31 ottobre. L’associazione nazionale lancia ogni anno un tema specifico. Per il 2024 il tema è stato “Natura ad Arte: memoria, artificio, paesaggio”, riscoprire a passo lento le bellezze dell’Italia grazie anche alla partecipazione all’iniziativa di ben 91 comuni italiani. Si tratta di un’attività inclusiva, che non richiede attrezzature specifiche, solo scarpe da trekking e abbigliamento comodo e traspirante adatto alla stagione.
Camminare permette di osservare i dettagli, apprezzare anche gli angoli meno conosciuti. Si tratta di un turismo che non solo rispetta la natura e le città, ma si pone come una risposta al bisogno di uno stile di vita più lento e consapevole. Si tratta anche di un modo per affrontare sfide come quella dell’overtourism, insieme anche al destination duping, una tendenza che va sempre più diffondendosi, specie tra la Generazione Z, che consiste nel scegliere viaggi verso mete alternative e meno conosciute. Ve ne parliamo QUI.
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