29 Marzo 2019 4 min di lettura
29 Marzo 2019 4 min di lettura
Nei giorni scorsi l’Agenzia europea per l’ambiente, l’Agenzia europea per la sicurezza in aviazione ed Eurocontrol hanno diramato i dati del rapporto sulla relazione aviazione-ambiente relativi al 2019. Emergono risultati contrastanti. Il rapporto asserisce che “mentre l’aviazione ha prodotto benefici economici, stimolato l’innovazione e migliorato la connettività in Europa, la crescita del settore ha anche aumentato il suo impatto negativo sui cambiamenti climatici, sul rumore e sulla qualità dell’aria”. Più precisamente, si rileva un incremento pari all’8% dei voli aerei nel periodo compreso tra il 2014 e il 2016. Tale fenomeno ha determinato un incremento delle emissioni e dell’inquinamento, sia atmosferico che acustico.
Secondo alcune stime il traffico nello spazio aereo, in crescita costante dal 2005, tra il 2017 e il 2040 aumenterà ulteriormente del 42%, con ulteriori conseguenze per l’inquinamento dell’aria. Per intenderci: un aereo di linea inquina quanto 600 auto euro 0. Traendo le somme, possiamo affermare che i principali aeroporti italiani ogni giorno producono la stessa quantità di emissioni di circa 350mila auto Euro 0.
In particolar modo si ritiene che entro tale data le emissioni di CO2 e NOx registreranno un incremento minimo del 21% e del 16%. Infatti, l’innovazione tecnologica, l’ammodernamento delle flotte, nonché il perfezionamento dell’efficienza operativa hanno bilanciato solo parzialmente gli impatti ambientali negativi prodotti dall’inquinamento. D’altra parte, secondo le previsioni, lo sviluppo dell’aviazione consentirà la diminuzione del consumo medio di carburante per passeggero per ogni chilometro volato (-12%) e di energia acustica per ciascun volo (-24%), riducendo, almeno in parte, l’inquinamento dell’aria.
A tal riguardo, la Commissione europea sottolinea che “Il contributo del settore alla lotta contro i cambiamenti climatici richiederà il suo pieno impegno a investire in soluzioni per la decarbonizzazione del trasporto aereo, lavorando alla visione della decarbonizzazione dell’Ue nel 2050”. L’adeguamento ai termini stabiliti dall’accordo di Parigi richiede la “necessità di concordare un approccio efficace e solide misure globali per l’aviazione internazionale”. Anche Hans Bruyninckx, direttore dell’EEA, ha sottolineato l’incompatibilità tra le prospettive attualmente vigenti nel settore dell’aviazione e la salvaguardia della salute delle persone, della dimensione ambientale e climatica. Alla luce di ciò, Bruyninckx ha auspicato il rafforzamento di un impegno europeo funzionale a rendere maggiormente sostenibile il settore dell’aviazione. La mitigazione degli impatti ambientali derivanti dal traffico aereo, prosegue il direttore dell’EEA, costituirà il risultato di politiche solide, attente all’implementazione tecnologica.
L’imprescindibilità della collaborazione con le istituzioni europee è stata ribadita anche da Eamonn Brennan, direttore generale di Eurocontrol, secondo il quale: “I risultati di questo rapporto sono convincenti: senza ulteriori interventi da parte del nostro settore e dei responsabili politici, l’impatto ambientale continuerà semplicemente a crescere. Nonostante l’enorme impegno dell’aviazione per molti anni a ridurre emissioni e rumore, la crescita dei voli aerei continua a rendere ancora più impegnativo l’impatto ambientale del trasporto aereo. Il traffico in Europa (Ue e altri 12 Stati) è cresciuto del 3,8% lo scorso anno, ma la crescita delle emissioni di CO2 del 5,2% l’ha superato. Il rumore rimane un costante punto di scontro con le comunità che vivono intorno agli aeroporti. La rete di gestione del traffico aereo sta fornendo maggiori capacità, ma in modo meno efficiente di quanto necessario. Nonostante tutto, il pubblico vuole sempre più beneficiare della connettività che l’aviazione indubitabilmente offre. Noi di Eurocontrol continueremo a lavorare con i nostri partner per trovare soluzioni a queste sfide per fornire un sistema aereo sostenibile a lungo termine”.
Il conseguimento di questi obiettivi evidenzia l’esigenza di agire lungo due principali direttive: la riduzione delle emissioni provenienti dai voli aerei nei prossimi dieci anni, da una parte, l’attenzione alle questioni relative al rumore e alla qualità dell’aria, specie al livello locale, dall’altra. In virtù di tali ragioni, Ma Patrick Ky, direttore esecutivo dell’EASA, esorta il settore dell’aviazione ad assolvere ai propri oneri.
In merito alla situazione attuale, il rapporto conclude che le soluzioni politiche volte alla diminuzione dell’inquinamento e le misure di gestione dell’efficienza dei carburanti e dei motori, “non ha tenuto il passo con la recente forte crescita della domanda di viaggi aerei e porta a una crescita generalizzata dell’impatto ambientale“.
Si rivela fondamentale, pertanto, trovare un equilibrio con cui rispondere alla crescente domanda di viaggi aerei e, al contempo, far fronte ai cambiamenti climatici, con particolare riferimento all’inquinamento dell’aria.
Antonio Coco
®Eco_Design WebMagazine
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