Scopriamo l’EPR, strategia UE per la riduzione dell’impatto ambientale nel settore tessile

Un modello di economia circolare che includa programmi di riutilizzo, riacquisto e riciclaggio dei prodotti per le aziende del comparto tessile. Cosa prevede l’EPR (responsabilità estesa del produttore).

Il consumo europeo di prodotti tessili ha il quarto maggiore impatto sull’ambiente e sul cambiamento climatico, dopo l’alimentazione, l’alloggio e la mobilità. Inoltre, è il terzo settore per maggiore utilizzo di acqua e suolo e il quinto per l’uso di materie prime primarie e di emissioni di gas a effetto serra (dati Commissione europea).

La responsabilità estesa del produttore (EPR) è una risposta alle minacce della crisi climatica e del degrado ambientale, un approccio alla gestione dei rifiuti e dell’inquinamento che incentiva le aziende a progettare prodotti più riciclabili e processi produttivi più sostenibili. Le aziende devono, quindi, dimostrare gli sforzi compiuti nella direzione di un modello di economia circolare che includa programmi di riutilizzo, riacquisto e riciclaggio dei prodotti.

Entro il 2030 i prodotti tessili immessi sul mercato dell’UE saranno durevoli e riciclabili, in larga misura costituiti da fibre riciclate, privi di sostanze pericolose e prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell’ambiente. In un settore tessile competitivo, resiliente e innovativo, i produttori si assumono la responsabilità dei loro prodotti lungo la catena del valore, anche quando tali prodotti diventano rifiuti.

Tra le altre normative che sono state approvate dall’Unione europea nel corso del 2024 c’è anche il regolamento Ecodesign che introduce il divieto diretto di distruzione di prodotti tessili e calzature invendute. Inoltre, entro il 2030 ogni prodotto tessile venduto nei suoi confini dovrà esere dotato di un passaporto digitale, ovvero un’etichetta, un QR code o un codice a barre che, una volta scansionato, darà accesso ad informazioni circa le caratteristiche di sostenibilità e riciclabilità del capo, nonché il suo processo di produzione e la sua provenienza. Particolarmente importanti saranno poi le informazioni relative all’impatto ecologico, come i dati sull’impronta di carbonio del prodotto.

L’urgenza e la pressione legate all’attuazione della conformità EPR sono legate anche all’aumento esponenziale dell’e-commerce e le crescenti aspettative dei consumatori in materia di scelta e rapida evasione degli ordini. Ciò comporta inevitabilmente un aumento dei rifiuti urbani, che, secondo le stime, entro il 2050 raggiungeranno 3,4 miliardi di tonnellate a livello globale. Oltre questo, la strategia UE mira a combattere il fenomeno del fast fashion, la moda veloce, un modello di business che contribuisce a incentivare i consumi, a predilegere i prezzi stracciati alla qualità dei tessuti, ad aumentare la domanda di beni, con conseguenze su ambiente e salute. Lavoratori sottopagati, assenza di norme di sicurezza, materiali scadenti e sistemi di lavorazione altamente inquinanti.

EPR tessile, il MASE conferma l’adozione entro il 2025

Il 22 luglio, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), si è tenuta un’importante riunione del tavolo nazionale per la moda, che ha visto la partecipazione delle principali organizzazioni del settore. L’incontro ha delineato strategie e decisioni cruciali per il rilancio del comparto, ponendo al centro del dibattito temi come innovazione, occupazione e misure di sostegno, inclusa la destinazione dei 250 milioni di euro già stanziati per l’industria della moda.

“Vogliamo trasmettere alla Commissione europea, nel più breve tempo possibile, lo schema nazionale di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per il settore tessile, come auspicato dalla commissaria Roswall. Si tratta di un passaggio fondamentale per consolidare e rendere più competitivo un comparto strategico della nostra industria nazionale”, Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Tra i punti salienti discussi, grande attenzione è stata riservata alla responsabilità estesa del produttore (Epr) nel settore tessile, leva fondamentale per spingere il settore verso pratiche più sostenibili, promuovendo in maniera incisiva il riuso, il riciclo e l’ecodesign dei prodotti. Ora l’attenzione è rivolta all’arrivo, in tempi rapidi, dell’atteso decreto attuativo del Ministero dell’Ambiente.

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