“Giorno dopo giorno, con una regolarità che non conosce tregua, l’uomo sta portando a compimento il più assurdo e scellerato dei suoi delitti: la distruzione di quel meraviglioso lembo di universo chiamato Terra”. Decisi di aprire con questa frase un tema scritto in un compito in classe di terza media. Una frase rubata da un saggio sull’inquinamento ambientale, di cui ero rimasto stregato, e che da vent’anni tuona nella mia testa come un monito martellante. Se dovessi guardare indietro nel tempo ed unire i puntini, come insegnava il visionario Steve Jobs, quel saggio sull’inquinamento fu il fattore scatenante della mia passione per la tutela dell’ambiente e per le energie rinnovabili. Il nuovo millennio era alle porte ed avevo solo 12 anni.
Nel percorso di studi universitari in informatica, avevo il chiodo fisso di voler creare programmi informatici che portassero alla smaterializzazione dei documenti cartacei nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni. Detestavo che si dovessero utilizzare tonnellate di alberi per archiviare dati che potevano stare in una memoria virtuale grande quanto il palmo di una mano. Studiavo a Torino, una delle città più inquinate d’Italia. Abitavo in una zona centrale e trafficata, a due passi dalla Mole Antonelliana, ed alternavo diligentemente sessioni di studio intenso a momenti di vita mondana, alla scoperta di una delle più grandi metropoli italiane. Era incredibile notare, dopo una sola giornata passata in giro per la città, la quantità di nero che rimaneva su un fazzoletto quando soffiavo il naso e quella che scendeva dal corpo durante una doccia. E non capivo perché una città così colpita dal problema dell’inquinamento, non fosse il punto di partenza di una rivoluzione ambientale.
Nel 2009, Il terremoto che distrusse L’Aquila rappresentò per me quello che gli americani definiscono “the game changer”, il punto di svolta. Vedere la città in cui ero nato, cresciuto e vissuto per ventuno anni, sgretolarsi in una quarantina di secondi, cambiò davvero la mia vita. Iniziai a domandarmi quali fossero le diverse vie per risanare il tessuto socio-economico della mia città. Trovai la risposta nella green-economy, ovvero in quel mercato le cui tecnologie portano un benessere sia ambientale che economico. Parlandone con parenti ed amici, che mi guardavano come un marziano, capii finalmente perché nelle città colpite dall’inquinamento non si facesse nulla di concreto per contrastarlo, se non qualche sporadico weekend ecologico col blocco delle auto imposto dalle autorità competenti. Era un problema di disinformazione generale: gran parte delle persone con cui mi confrontavo non avevano informazioni dettagliate sulla situazione ambientale, sulle ripercussioni dell’inquinamento sulla nostra salute e sui vantaggi economici che le tecnologie rinnovabili portano a chi le utilizza. È stato in quel momento che ho deciso di abbandonare la strada dell’informatica per dedicarmi interamente alla sensibilizzazione delle persone su queste tematiche.
Nel 2013 il mio cammino incrocia quello di ANTER. Un’associazione giovane, capitanata da persone con grandi valori, grande etica ed una missione chiara. La cosa straordinaria che mi colpì di questa associazione fu che si dedicava costantemente alla sensibilizzazione sulle tematiche ambientali, coinvolgendo persone di qualunque fascia di età con progetti trasversali, creando coscienza e conoscenza comune sulla tutela dell’ambiente. Non è difficile capire il perché decisi di farne subito parte in qualità di delegato.
Per me, Il Sole in Classe è un progetto eccezionale e senza precedenti! Entrare nelle scuole e piantare un seme green negli animi dei bambini, rendendoli consapevoli che è necessario cambiare delle semplici abitudini per salvare il pianeta, è un modo virtuoso e lodevole per investire un po’ del proprio tempo libero. Ed è tempo davvero investito bene perché la cosa straordinaria è che i bambini, durante queste lezioni, ti ricaricano di vitalità e di entusiasmo mentre imparano come funzionano le energie rinnovabili! Svolgere una di queste lezioni è una esperienza da provare almeno una volta nella vita! È un’esplosione di emozioni! Poco prima di iniziare, la tua parte adulta si sente responsabile della formazione dei grandi di domani. Ti assicuri che sia tutto perfetto affinché gli alunni imparino il più possibile! Ma è proprio quel primo “Buongiorno!” urlato dai bambini con energia, divertimento e spensieratezza, a far riaffiorare il tuo lato bambino! È in quel momento che tiri fuori quella sana dose di ingenuità che non era più tua da qualche anno! È in quel momento che ti accorgi che sarà una grande lezione, tutt’altro che noiosa!
Se lancio uno sguardo al passato, a soli 12 anni, la lettura di un saggio sull’inquinamento ambientale ha influenzato in maniera importante e positiva le mie scelte di vita! Pensate quindi quali possano essere i risultati di un progetto che può coinvolgere centinaia di migliaia di bambini attraverso un approccio ludico e divertente! Si può davvero cambiare il mondo! In positivo!