Comoda, perché permette di svolgere diverse attività in un unico spazio, accessibile in ogni stagione dell’anno e, in alcuni casi, in ogni ora del giorno e della notte, attrezzata con macchinari all’avanguardia, da usare magari con l’assistenza di trainer professionisti. La palestra ha indubbiamente molti vantaggi e fare sport rimane una pratica importante per la salute di mente e corpo. Forse, però, non tutti sanno che questi templi del fitness hanno un impatto negativo sull’ambiente non trascurabile, a causa del grande consumo energetico.
Quali macchinari sono più nocivi per l’ambiente
Le principali responsabili in sala attrezzi non sono le macchine per rafforzare i pettorali o gli adduttori, ma attrezzi come le cyclette e i tapis roulant. Soprattutto i tappeti, ingegnosa invenzione che consente di correre per chilometri senza muoversi di un metro.
I dati del consumo energetico delle palestra
Un tapis roulant utilizza in media 600-700 watt di energia: l’equivalente di ben 50 lampadine fluorescenti compatte lasciate accese per tutta la durata della corsa. Allenandosi con questa macchina una media di due ore e mezza alla settimana, si arriva a emettere nell’arco di un anno quasi 50 chili di anidride carbonica, l’1% delle emissioni annuali di CO2 di un’automobile.
Una cyclette consuma all’incirca 6-7 volte meno elettricità. Questi macchinari, nelle forme più moderne, sfruttano infatti l’energia del ciclista per alimentare la resistenza dei freni e il display elettronico, e sono quindi autosufficienti
I biker più allenati potrebbero alimentare con le loro pedalate una tv LCD da 15 pollici. Sono poche tuttavia le palestre che mettono a disposizione questi attrezzi, poiché non tutti gli utenti riescono a sfruttarli.
Il “fattore aria condizionata”
Ma c’è un altro elemento che, da solo, consuma più di tutti questi macchinari messi insieme, producendo un’elevata quantità di CO2: l’impianto di condizionamento. Considerate che un condizionatore domestico A+++, quindi la classe energetica migliore (la scala è: A+++, A++, A+, A, B, C e D), ha un consumo annuo stimato che va dai 122 ai 140 kWh. Un condizionatore di classe energetica più bassa, ad esempio A, può arrivare a consumare in un anno quasi 900 kWh ed emettere circa 280 chili di CO2. Secondo il Global Opportunity Report 2018 – studio condotto annualmente a livello globale da DNV GL – Business Assurance, dal Global Compact delle Nazioni Unite e da Sustainia – una gestione globale più efficiente degli impianti di condizionamento potrebbe assicurare un risparmio di 89,7 giga-tonnellate di CO2.
Le palestre che amano l’ambiente
Esiste sempre però una possibilità alternativa. Oltre a fare uso di macchinari che si alimentano grazie all’energia stessa di chi li utilizza, una palestra che ama l’ambiente può infatti scegliere di fare uso delle preziose energie rinnovabili (solare, eolica, geotermica e idroelettrica) per l’intero impianto, così da essere a pieno titolo dei templi del benessere per sé e per gli altri. Usare energie rinnovabili significa infatti attingere a fonti che si rigenerano, e quindi inesauribili, fattore positivo per le generazioni future. Ma soprattutto le energie rinnovabili, fatta eccezione per le biomasse (categoria molto discussa), non ricorrono alla combustione poiché richiedono invece processi di generazione elettrica con basso impatto ambientale e emissioni di Co2 minime o nulle.
Come ridurre l’impatto ambientale delle palestre da parte dell’utente
Per chi vuol fare sport a impatto zero ci sono piccoli accorgimenti che si possono adottare, come scegliere una palestra vicino a casa – se addirittura è raggiungibile in bicicletta o a piedi, in un colpo solo è possibile incrementare l’allenamento e ridurre l’inquinamento – e un abbigliamento eco, in fibre naturali.
Ultimo consiglio: durante l’allenamento è fondamentale mantenersi idratati, a bevande energetiche industriali si possono però preferire spremute fatte in casa o acqua del rubinetto, utilizzando borracce e non bottiglie monouso in plastica.
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