Energie rinnovabili in Italia 2018, Lo stato dell’arte e le previsioni per il 2019 e 2020

Parco eolico al tramonto

Dopo anni di attesa, anche l’Italia si è dotata della roadmap necessaria ad accelerare il percorso per rendere il sistema energetico italiano sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale.

La Strategia Energetica Nazionale, firmata a Novembre 2017 dagli ex-ministri Calenda e Galletti, è un piano decennale che ha posto tra gli obiettivi per il sistema energetico nazionale di:

  • ridurre il gap del costo dell’energia rispetto all’Europa
  • raggiungere in modo sostenibile gli obiettivi ambientali e di decarbonizzazione definiti nella conferenza COP21 di Parigi
  • Continuare a rafforzare l’indipendenza energetica.

Parlando di energia prodotta da fonti rinnovabili, l’Italia ha già raggiunto gli obiettivi, con una penetrazione del 17,5% sui consumi energetici complessivi al 2015 rispetto al target del 17% da raggiungere nel 2020.

Per rafforzare questa tendenza positiva, oltre l’80% degli investimenti previsti sarà dedicato allo sviluppo delle fonti rinnovabili ed all’efficienza energetica, per incrementare la sostenibilità, sostenere l’occupazione, incentivare l’innovazione.

Quali sono quindi, nel concreto, lo stato dell’arte e le prospettive del prossimo triennio 2018-2020 per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia?

Scopriamole insieme.

Fotovoltaico e solare termico: stato dell’arte 2018 e prospettive future

Il settore fotovoltaico e del solare termico guida la crescita delle fonti rinnovabili con 410 MW di potenza installata nel 2017.

Dopo alcuni anni di flessione, sembra aver ripreso la strada della crescita a prescindere dagli incentivi, che aspettano ancora di essere definiti dal nuovo disegno di legge sulle rinnovabili (un link per restare aggiornati).

Con una decisa inversione di tendenza: è tornato il “fascino” per gli impianti domestici di piccola taglia, sotto i 20 kW.

Essi rappresentano il 51% di tutta la produzione italiana, con investimenti superiori ai 400 milioni di euro.

La Lombardia detiene il primato in termini di numerosità degli impianti, seguita dal Veneto.
In termini di potenza degli impianti è invece la Puglia la prima regione italiana, con 2.600 MW installati, segno della presenza di grandi impianti produttivi molto concentrati.

Dal lato opposto, le regioni con più bassa penetrazione di impianti fotovoltaici sono la Liguria, la Basilicata, il Molise e la Valle D’Aosta.

Industria e terziario sono i settori in cui più alta risulta la potenza energetica prodotta da fonte solare, dedicata all’alimentazione di grandi stabilimenti, palazzi, capannoni.
Il settore domestico è invece quello a più alta penetrazione, con una produzione decisamente inferiore vista la taglia piccola degli impianti dedicati all’autoproduzione.

Tra le strade indicate, si fa diretto riferimento all’utilizzo di aree industriali dismesse per l’installazione di grandi impianti fotovoltaici.

Secondo un’indagine ISTAT del 2011, in Italia sono presenti oltre 9.000 km2 di superficie, pari a circa 900.000 campi da calcio, da sfruttare: basterebbe coprirne il 4-5% (45.000 campi da calcio) per arrivare a produrre addirittura 15 GW in più negli anni a venire.

Pure gli edifici pubblici daranno il loro contributo: già con il Decreto Legge 63 del 4 Giugno 2013 è stato deciso che tutte le nuove costruzioni pubbliche a partire dal 31 dicembre 2018 saranno ad energia quasi zero.

Così anche lo Stato farà la sua parte nella trasformazione energetica dell’Italia.

 

Eolico: stato dell’arte 2018 e prospettive future

L’eolico contribuisce alla produzione di energia elettrica con quasi 18.000 GW all’ora e corrisponde al 18% di tutta la produzione da fonti rinnovabili.

La diffusione degli impianti eolici di grande taglia, raggruppati in parchi, è concentrata esclusivamente nelle regioni del Sud e sulle Isole, per la loro spiccata ventosità, esclusivamente on-shore in zone tattiche ed aperte.

Tre considerazioni si possono fare sull’eolico italiano:

  1. negli ultimi cinque anni la potenza installata è cresciuta meno del 10% anno su anno
  2. il nostro paese non si è ancora aperto all’installazione di impianti off-shore (sarà difficile, per ora, raggiungere Germania ed Inghilterra)
  3. il mini eolico ha avuto un boom, anche grazie agli incentivi per gli impianti sotto i 60 kW

Di tutte le installazioni presenti sul nostro territorio, il 31% è occupato da impianti mini eolici, il cui range di taglia è inferiore ai 200 kW.

Ebbene, il 99% delle installazioni del 2017 ha riguardato questa precisa tipologia di impianto, meno potente ma comunque funzionale a soddisfare i bisogni energetici di piccole realtà produttive o domestiche.

Nelle linee guida della Strategia Energetica Nazionale si fa esplicito riferimento all’ottimizzazione della produzione di energia eolica.
Come? Attraverso interventi di efficientamento e potenziamento degli impianti esistenti la produzione potrà aumentare evitando sprechi e malfunzionamenti.

La ristrutturazione/riattivazione dei parchi eolici esistenti potrà contribuire ad un aumento netto del 15% di produzione di energia elettrica a parità di potenza.

Quando si dice, se qualcosa funziona, perché cambiarlo?

Idroelettrico: stato dell’arte 2018 e prospettive future

Merita un discorso a sé il settore energetico idroelettrico. Perché?

La situazione italiana è caratterizzata dai grandi impianti costruiti fino agli inizi degli anni 2000 e poi non più.

Una prevalente concentrazione nelle regioni più alte e piovose d’Italia, Alpi e in misura minore Appennino, le cui valli a partire dagli anni 50’ sono state trasformate in bacini artificiali per la produzione di energia elettrica.

Ancora nel 2018, alvei e dighe contribuiscono a circa il 40% della produzione di energia elettrica pulita in Italia.

Per i costi di progettazione e realizzazione, tuttavia, nuovi grandi impianti idroelettrici non risultano competitivi nel mercato delle rinnovabili.

Più logico dunque intervenire sulla notevole potenza installata per migliorarla e renderla più efficiente. Purtroppo le procedure indicate nella Strategia Elettrica Nazionale per l’assegnazione delle gare di manutenzione sono delineate solo come scenario e non come procedura attuativa. Ci vorrà ancora del tempo.

Meglio concentrarsi sul mini idroelettrico, per intenderci gli impianti di taglia inferiore ai 500 kW, che rappresentano l’88% sul totale per questa specifica tipologia.

La taglia media negli anni si è così ridotta, da far pensare ad una distribuzione più diffusa, soprattutto per realtà locali che necessitano di energia per autoconsumo.

Un mercato interessante, quello degli impianti di medio-piccole dimensioni che solo nel 2017 ha avuto un valore di 443 milioni di euro.

Anche questa si prospetta quindi come una strada percorribile nel prossimo futuro per contribuire al progresso anche in scala ridotta.

 

Geotermico: stato dell’arte 2018 e prospettive future

Chi non subisce cambiamenti è il settore geotermico in Italia.

Negli ultimi tre anni la potenza installata è rimasta immutata, segno che questa tecnologia, almeno da noi, non sembra avere quei margini di espansione che si possono trovare nel fotovoltaico e nell’eolico.

La produzione di energia geotermica, che sfrutta il calore della terra, è concentrata al momento in 3 province, dove le caratteristiche geologiche lo permettono.

Per chi non lo sapesse, solo la Toscana è la regione produttrice di energia elettrica geotermica, principalmente negli impianti di Larderello e del Monte Amiata.

L’energia prodotta negli impianti toscani, di grande capacità e taglia, contribuisce al 2% della produzione elettrica totale nazionale.

Se pensiamo che altre zone d’Italia potrebbero avere caratteristiche simili, come i Campi Flegrei nei pressi di Napoli, è evidente come la geotermia potrebbe contribuire al raggiungimento dell’indipendenza energetica del nostro paese in tempi più rapidi.

Stiamo vivendo la sfida del futuro dell’energia elettrica. Pulita, diffusa e sostenibile.

In Europa siamo i primi per produzione elettrica da fonti rinnovabili.

Questo è uno stimolo ad essere da guida verso il cambiamento, in cui ognuno di noi può fare la sua parte.

 

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