Ha dichiarato lo stato di emergenza climatica per farsi portavoce di una mobilitazione a livello globale per ripristinare condizioni ambientali più sicure. È la città di New York, che ha approvato la risoluzione il 26 giugno scorso attraverso il suo consiglio cittadino, il New York City Council.
La risoluzione – la numero 864 – è stata presentata da 12 membri del consiglio, tra cui in particolare Benjamin Kallos e il presidente della Commissione per la protezione dell’ambiente Costa Constantinides, ed è stata approvata quasi all’unanimità dall’assemblea (con un solo consigliere astenuto). La decisione del consiglio fa di New York, con i suoi oltre 8.62 milioni di abitanti, la più grande città al mondo ad aver dichiarato l’emergenza climatica.
“New York City, essendo la città più grande degli Stati Uniti – si legge nella risoluzione – può agire da leader globale sia convertendosi rapidamente ad un’economia ecologicamente, socialmente ed economicamente sostenibile che organizzando la transizione verso le energie rinnovabili e gli sforzi di mobilitazione per contrastare l’emergenza climatica”.
“Le persone di tutto il mondo hanno il diritto fondamentale che è di tutti gli uomini ad avere aria, acqua, terra e cibo che siano puliti, salutari e adeguati – riporta ancora il documento – oltre all’educazione, all’assistenza sanitaria e a un riparo”.
«Ci uniamo a più di 600 governi di tutto il mondo che sanno che abbiamo a mala pena un decennio per fare cambiamenti significativi – ha detto il presidente della Commissione per la protezione dell’ambiente Costa Constantinides quando è stata approvata la risoluzione –. Questo sarà il principio guida per il lavoro che abbiamo ancora da fare davanti a noi».
New York non è la prima città degli Stati Uniti ad aver dichiarato l’emergenza climatica – prima di lei lo hanno fatto San Francisco (ad aprile 2019), Los Angeles (che ha creato un ufficio apposito per la mobilitazione per l’emergenza climatica), Berkeley, Oakland, Hoboken, Richmond, Santa Cruz e Montgomery County ed altre – ma è la più grande. Ad oggi sono 1.123, a livello globale (dati Icef – Innovation for Cool Earth Forum, ottobre 2019), i governi, locali e non, in 20 Paesi del mondo, che hanno riconosciuto o dichiarato l’emergenza climatica. Tra questi, il primo è stato il consiglio cittadino di Darebin, cittadina dell’Australia, a dicembre 2016, mentre il primo Paese a farlo è stato il Regno Unito, il 1° maggio 2019, seguito poi il 9 maggio dall’Irlanda. In Italia la prima città a dichiarare l’emergenza climatica è stata Acri, in provincia di Cosenza, il 29 aprile 2019.
La risoluzione newyorkese riconosce la responsabilità degli Stati Uniti in materia di emergenza climatica. “Gli Stati Uniti d’America hanno contribuito all’emergenza climatica in modo sproporzionato – è riportato nel documento – ed hanno ripetutamente ostacolato gli sforzi globali verso un’economia verde, e quindi hanno una responsabilità straordinaria nel affrontare rapidamente queste minacce all’esistenza umana”.
Il consiglio cittadino di New York individua inoltre nella transizione dai carburanti fossili all’energia pulita e rinnovabile, che sia ecologicamente sostenibile ed equa per tutti, un requisito essenziale per affrontare il cambiamento climatico.
Immagine di copertina: una manifestazione a favore della dichiarazione dell’emergenza climatica a Times Square, New York. Ph. Erik McGregor / Pacific Press / LightRocket via Getty Images
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