Soffro di mal di testa ricorrenti. Non so perché.
Da bambino raccoglievo i rifiuti per strada per gettarli nei cassonetti. Vedere i bordi delle strade e le aiuole sporche mi creava un malessere insopportabile e una rabbia che non aveva possibilità di essere sfogata. L’invano sforzo di dare un senso al perché gli adulti punissero la natura trasformava la rabbia in mal di testa. O meglio, questa è l’unica spiegazione che potessi cercare di dare alle mie ricorrenti emicranie.
Tutt’oggi non capisco come si possa inquinare l’aria ed intossicare la natura. Non sapendo se questa rabbia possa placarsi, mi consolo pensando che almeno ho dato un significato all’origine dei miei mal di testa.
Nella casa che condividevo con altri studenti universitari progettai la mia prima centrale domestica di “raccolta differenziata educativa”. Si dimostrò un inutile palliativo a quella rabbia e un timido tentativo di espiare quel peccato che la razza umana commette a partire dalla prima rivoluzione industriale: inquinare la natura ed avvelenare l’aria.
Questo timido tentativo si traduceva in una lezione morale impressa a bianche lettere sul coperchio del secchio verde chiaro dedicato alla raccolta della carta: “complimenti in questo momento stai salvando un albero”.
Capii che il mio tentativo era perfettamente inutile quando una mattina vidi vuotare ignobilmente i contenitori della raccolta differenziata indiscriminatamente nell’unico cassone del camioncino dell’immondizia. Quel puzzolente orco meccanico aveva il compito di nascondere dallo sguardo ipocrita dell’essere umano un peccato immondo. Solo allora ho capito il significato del termine immondizia.
Voler “moralizzare” gli adulti riguardo la loro violenza sulla natura è un bisogno che volevo appagare. Forse per questo all’Università scelsi Scienze dell’Educazione. Educare, da e-duco, cioè tirare fuori il buono dagli esseri umani, che credevo non potessero essere intrinsecamente violenti con la natura. Credevo che l’inquinamento del mondo fosse un problema della razza umana storicamente determinato, un fatto umano che, come disse Giovanni Falcone parlando della mafia, ha un inizio e una fine. E credo nella fine di un mondo inquinato.
Ora è facile capire perché ho scelto di essere innanzitutto un delegato dell’associazione Anter. Il progetto Il Sole in Classe mi ha permesso di colmare due miei bisogni in un colpo solo: contribuire a salvare il mondo da quell’immondizia immorale che permette ad una persona di essere indifferente nel gettare una lavatrice in un fosso o in un fiume, o produrre energia con fonti fossili, e sentirmi utile alla causa di un mondo migliore aiutando gli altri (e in fondo me stesso). Andare nelle scuole elementari e medie a forgiare l’animo dei bambini al rispetto e alla cura dell’ambiente è diventata una missione di vita. Fare di loro dei “paladini della giustizia ambientale”. Forse l’unico modo in fondo di placare quella rabbia interna e dare un po’ di sollievo al mio mal di testa.
Da delegato puoi formare qualche truppa di paladini della giustizia ambientale, da Ambasciatore invece puoi indirizzare tanti delegati e creare un esercito di paladini. Voglio essere parte di quel movimento che brandisce l’arma dell’educazione per promuovere l’utilizzo di energie rinnovabili e salvare il nostro mondo.
Ho svolto la lezione del mio primo sole in classe nella scuola di quando ero bambino, vivendo un’emozione incredibile nel rivedere alcune di quelle che furono le mie maestre. In fondo hanno fatto di me un paladino della giustizia ambientale e ora spetta a me passare il testimone, partendo da quella stessa scuola.
La missione di salvarci dall’inquinamento e respirare aria pulita è possibile. Lo capisco dagli occhi dei volontari quando li accompagno a fare il sole in classe. Quando accade che un volontario parla del rispetto ambientale a suo figlio e quest’ultimo gli risponde “papà tu stai parlando del progetto di Anter che abbiamo fatto a scuola” ho la prova che le buone azioni viaggiano più veloci delle idee, e che con Anter salveremo il mondo dallo scempio dell’inquinamento, non c’è mal di testa che possa impedirlo.