Siamo purtroppo abituati ai rapporti shock che arrivano periodicamente dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità; l’ultimo – Air pollution and child health: prescribing clean air (Inquinamento atmosferico e salute dei bambini) – uscito a fine ottobre 2018 (alla vigilia della Prima conferenza OMS sul tema inquinamento e salute), ci mette al corrente che circa il 93% degli under 15 (vale a dire circa 1,8 miliardi di bambini) respira quotidianamente un’aria così inquinata (livelli di particolato ambientale – PM 2,5 – superiori a quelli previsti dalle linee guida sulla qualità dell’aria) da mettere in serio pericolo la loro salute e il loro sviluppo.
L’inchiesta svolta dall’OMS spiega inoltre che il 40% della popolazione mondiale è esposto ad alti livelli di inquinamento dell’aria domestica la cui principale causa è da ricercarsi nella “cottura con tecnologie e combustibili inquinanti“.
Dati particolarmente inquietanti sono quelli che riguardano i Paesi a basso e medio reddito dove la quasi totalità degli under 15 (il 98% circa) è esposta a livelli di particolato ambientale superiori ai livelli di guardia. Nei Paesi ad alto reddito la percentuale scende notevolmente (52% circa), ma il dato è poco confortante.
Secondo le stime dell’Organizzazione sono circa 600.000 i bambini deceduti nel 2016 a causa di infezioni acute a carico delle basse vie respiratorie causate dall’inquinamento atmosferico (sia esterno che domestico).
La cattiva qualità dell’aria, inoltre, è un importante fattore di rischio di parto prematuro, un evento che rende più difficile al bambino il suo adattamento al mondo esterno e può ridurre le sue capacità di sopravvivenza (i bambini nati prematuramente sono sottopeso, sono più vulnerabili alle infezioni e hanno maggiori difficoltà nella respirazione e nell’alimentarsi).
Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato che “l’inquinamento atmosferico può influire in modo decisamente negativo sul processo di formazione del sistema nervoso ed è un importante fattore rischio per lo sviluppo di asma e di forme tumorali”.
Vi sono soprattutto tre motivi per cui i bambini sono più vulnerabili degli adulti agli effetti dell’inquinamento dell’aria: hanno una respirazione più rapida di quella degli adulti (cosa che facilita l’assorbimento delle sostanze inquinanti) e vivono più vicini al terreno (dove alcune sostanze inquinanti sono presenti in maggiori concentrazioni); tutto ciò avviene quando il loro organismo (sistema nervoso compreso) non è ancora completamente sviluppato.
Il rapporto evidenzia che l’inquinamento dell’aria e quello domestico danneggiano le funzioni polmonari dei più piccoli anche quando i livelli di esposizione non sono particolarmente elevati.
Inquinamento atmosferico: le principali soluzioni proposte dall’OMS
Le principali proposte dell’OMS sono le seguenti:
- le autorità sanitarie nazionali dovrebbero promuovere una corretta politica di informazione sulle gravi conseguenze dell’inquinamento atmosferico fornendo agli operatori sanitari tutti gli strumenti necessari.
- Tutti i Paesi dovrebbero seriamente impegnarsi per soddisfare appieno le linee guida internazionali sulla qualità dell’aria dell’OMS al fine di migliorare la sicurezza dei bambini e, conseguentemente, la loro salute. Dovrebbero quindi essere adottate importanti misure di intervento quali: minore dipendenza dai combustili fossili; investimenti per il miglioramento dell’efficienza energetica; politiche che favoriscano l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e l’impiego esclusivo di tecnologie pulite per le attività domestiche di cottura, riscaldamento e illuminazione; migliore gestione dei rifiuti.
- Massima riduzione dell’esposizione dei bambini all’aria inquinata: le scuole, i campi sportivi e i parchi giochi dovrebbero sempre essere costruiti il più lontano possibile dalle maggiori fonti di inquinamento atmosferico (strade ad alto traffico, centrali elettriche, fabbriche ecc.).
- Promozione di forme di trasporto meno inquinanti e di alloggi ad alta efficienza dal punto di vista energetico.
Inquinamento ambientale e infanzia: l’impegno di ANTER
ANTER è da sempre particolarmente sensibile a questa tematica e ha recentemente avviato una ricerca per verificare l’esposizione dei più piccoli alle polveri sottili .
Lo studio, svolto dall’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, che prende in esame la situazione di tre diverse città italiane nell’arco di un anno, punta a capire la natura e la quantità di polveri sottili inalate da bambini durante la giornata, e i provvedimenti che potrebbero essere adottati per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.
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