Antonio Rainone, Presidente ANTER e Giampietro Chiamenti, Presidente FIMP

Comitato Scientifico

Un team di esperti al lavoro, per promuovere e mettere in atto strategie di tutela ambientale e sanitaria

Anter intende sviluppare e potenziare strategie irrinunciabili per la prevenzione primaria dei rischi e delle malattie attribuibili a fattori ambientali. Servono azioni concrete. Per questo è nato il Comitato Scientifico Anter.

Perché un comitato scientifico

I bambini sono 10 volte più esposti all’inquinamento rispetto agli adulti, soprattutto durante i loro primi mille giorni di vita, nel corso dei quali possono instaurarsi patologie dovute allo smog e destinate a diventare croniche.
La salute delle nuove generazioni è dunque nelle nostre mani.

Comitato scientifico Anter

 

Il nostro team di esperti e medici

Per questo motivo Anter ha deciso di dare una sua risposta immediata, costituendo un Comitato Scientifico composto da:

Lohengrin Becagli, Direttore di Anter, e Stefania Russo, Presidente Comitato Scientifico, Pediatra e Responsabile FIMP relazioni istituzioni e Associazioni,  Giorgio Buonanno Professore Università di Cassino e Paola Palestini, Professoressa Università Milano Bicocca.

Comitato scientifico ANTER - Lohengrin Becagli, Graziella Sapia, Stefania

Il Comitato Scientifico di Anter promuove la necessità di strategie di tutela ambientale e sanitaria che rivestano un ruolo fondamentale in tutte le politiche pubbliche per combattere l’inquinamento e proteggere la salute dei bambini.

Servono azioni concrete

Il consumo di energia prodotta da fonti altamente inquinanti è purtroppo pratica ancora diffusa e prevalente, spesso a causa di scarsa consapevolezza da parte della popolazione.
Un sondaggio condotto nel da IPSOS per ANTER a più riprese e a distanza negli anni ha rilevato nella sua ultima edizione come l’80% degli italiani abbia una conoscenza solo parziale delle fonti rinnovabili, mentre solo 1 italiano su 10 riesce a identificarle correttamente, sebbene 9 su 10 degli intervistati giudichino positivamente l’utilizzo di fonti “green”, anche in relazione alla possibilità di contribuire a stabilizzare o ridurre il costo dell’energia.

 

Quest’ultimo dato, raffrontato agli altri due purtroppo sconfortanti, riaccende dunque la speranza, e sottolinea che, se correttamente informati, i cittadini potrebbero scegliere di usare ben volentieri fonti energetiche rinnovabili.

Un cambio di abitudini, cioè la scelta di usare fonti di energia rinnovabili, eviterebbe l’impatto che smog e polveri sottili hanno sulle malattie respiratorie dei bambini, soprattutto di quelli che vivono in città.

 

Inoltre, il 2030 è indicato da studiosi di tutto il mondo come punto di non ritorno per i danni causati dall’uomo all’ecosistema, e si avvicina inesorabilmente ogni giorno di più: occorre quindi intraprendere azioni concrete per garantire un futuro al nostro Pianeta e alle prossime generazioni.