Gruppo Montebianco brevetta un drone per l’edilizia: è sostenibile e aumenta la sicurezza sul lavoro

Fra i protagonisti della terza edizione di ‘Energia dell’Italia‘ c’è stata anche un’azienda pratese che ha brevettato su scala internazionale il primo drone per l’edilizia. Si tratta del Gruppo Montebianco, che ha al proprio interno Montebianco Costruzioni, da decenni specializzata in ristrutturazioni condominiali (leader nell’area metropolitana Prato, Firenze, Pistoia, Lucca), e Montebianco Building Fly, startup innovativa dedita allo sviluppo dei droni.

Durante la manifestazione al Mandela Forum l’azienda pratese ha proiettato un video che raccontava le peculiarità uniche del primo drone per l’edilizia, capace di lavare palazzine a vetri e in alluminio, arrivando fino a 100 metri d’altezza. Una innovazione che è arrivata anche alla Camera dei Deputati, con una specifica presentazione davanti a figure istituzionali, per la capacità di aumentare la sicurezza sul lavoro in ambito edile: grazie al drone infatti si evita il rischio di avere personale in quota a lavorare su piattaforme o ponteggi. Una innovazione che però non diminuisce le potenzialità di impiego di personale, ma che anzi crea una nuova figura professionale: quella del pilota di droni per l’edilizia.

Per raccontare i risvolti innovativi del brevetto e le potenzialità di un minore impatto sull’ambiente abbiamo intervistato il direttore generale del Gruppo Montebianco, Simone Monti.

Cosa spinge una ditta di costruzioni a investire sull’innovazione tecnologica?

Avevamo l’esigenza di cambiare il sistema tradizionale nelle lavorazioni in altezza all’interno del comparto edile, garantendo ancora più sicurezza all’interno dei cantieri. Come azienda di costruzioni abbiamo macchinari che lavorano fino a 100 metri d’altezza, e quindi giocoforza serviva personale in quota per fare anche le lavorazioni più semplici, come il lavaggio di una vetrata. Da lì è nato il progetto del primo drone al mondo per l’edilizia. In un solo colpo abbiamo eliminato il rischio di caduta dall’alto degli operai e dall’altro abbiamo aumentato i posti di lavoro. E a proposito di sicurezza, abbiamo anche un sistema di controllo che riporta il drone nella sua posizione originaria a terra in caso di avversità meteo o anomalie”.

Quando nasce l’idea?

Un paio di anni fa. Come tutte le innovazioni ha richiesto un ricercato lavoro di progettazione, ideazione e messa appunto. Un percorso che oggi dà i frutti sperati. Un cammino che parte anche da un aspetto sanitario: se abiti in un condominio e ristrutturi la facciata, ti renderai velocemente conto che dopo due anni le persiane sono sporche e la facciata resta ancora intatta. Pulire le tapparelle a mano in altezza però è costoso. E lì entriamo noi a rendere il lavaggio semplice, veloce e alla portata dei condomini. L’idea è quella di fare vivere le persone in palazzi sempre puliti, decorosi e con la sicurezza dell’aspetto sanitario. Non a caso abbiamo esperti in oncologia che studiano per nostro conto il miglioramento della salute derivante dalla nostra attività col drone”.

Quali vantaggi si possono ottenere in tema di sostenibilità e di risparmio di risorse energetiche per il settore edile?

Intanto usiamo mezzi a batterie, quindi non inquiniamo. Poi utilizziamo prodotti esclusivamente biologici che si possono quindi tranquillamente disperdere in ambiente come se fosse della semplice acqua piovana. In più abbiamo brevettato un automezzo, unico al mondo, attrezzato con sistemi elettronici e idraulici che garantiscono ai droni totale autonomia e indipendenza. Questo significa potere lavorare in qualsiasi contesto, indipendentemente dalle condizioni esterne. E significa pure potere effettuare il servizio di lavaggio in notturna”.

Ha presentato il progetto del drone alla Camera dei Deputati. Per quale motivo è stato scelto?

All’inizio in molti pensavano fosse un progetto volto solo all’innovazione. E invece abbiamo dimostrato non solo di potere aumentare i posti di lavoro e di abbattere l’inquinamento e le polveri sottili attraverso la sanificazione anche in altezza, ma anche di incrementare il tasso di occupazione nell’edilizia. Per questo, oltre al fatto che il nostro era un progetto pilota per la sicurezza sul lavoro, siamo stati chiamati a Montecitorio per presentare il drone”.

Quali altre applicazioni immagina per il drone? E ci racconti anche l’attività di ricerca per prodotti bio che non inquinino durante la pulizia dei palazzi…

Le possibili applicazioni sono molteplici. Penso alla ricerca di persone scomparse, al monitoraggio del territorio, all’utilizzo in caso di calamità naturali. E nei momenti di emergenza siamo in grado di rifornire le farmacie dei prodotti di primo soccorso”.

A proposito di attenzione per l’impatto sociale delle lavorazioni, avete appena proposto un patto sociale per la ristrutturazione dei condomini…

La prima novità è quella di assicurare dieci anni di garanzia sulle lavorazioni effettuate in ambito di riqualificazioni condominiali. Per quanto riguarda i pagamenti, invece, con il supporto del sistema bancario abbiamo strutturato un sistema dilazionato, senza interessi”.

Avete una fervente attività di collaborazione con il territorio. Di recente siete stati anche protagonisti nella tappa pratese della Mille Miglia…

Abbiamo usato i nostri droni per fare i video dall’alto su tutte le aree: da piazza del Comune a San Francesco, fino al Lanificio Fratelli Balli. Grazie ai nostri piloti di drone abbiamo patentini per fare certe attività. È stato un onore potere affiancare la città di Prato in certe manifestazioni, e ci saremo anche in futuro. Credo molto in Prato e credo che possa fare molto di più come territorio”.

Quale futuro immagina per il distretto pratese?

Credo che il ruolo dei vecchi imprenditori sia ancora fondamentale. Devono continuare a tramandare la loro esperienza, insegnando saperi e competenze ai giovani. Alle nuove generazioni, invece, va il compito di guardare al domani e garantire un futuro al distretto. Se crediamo in quello che facciamo si vince tutti insieme”.

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