La sugar tax, tassa sulle bevande zuccherate funziona davvero? Ecco i risultati emersi da alcuni studi nel Regno Unito in cui è stata adottata già dal 2018.
La sugar tax è una tassa imposta sulle bevande zuccherate, introdotta per contrastare l’obesità e altre problematiche legate al consumo eccessivo di zuccheri. La misura è rivolta a una vasta gamma di prodotti, come le classiche bibite gassate o i succhi di frutta addizionati di zucchero o dolcificanti.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’applicazione di tasse sui prodotti zuccherati è una strategia che ha conseguenze solo positive, e per questo continua a stimolare tutti i paesi affinché ne adottino una. Ad oggi sono già 108 Paesi ad averla adottata, pari al 51% della popolazione mondiale.
La sugar tax, inizialmente prevista per il 2026 in Italia, era pronta a entrare in vigore il primo luglio 2024, suscitando un dibattito acceso al governo. Alla fine la sugar tax è slittata e la premier Giorgia Meloni ha scelto di rinviare l’imposta sulle bevande zuccherate al 1° luglio 2025, con aliquota ridotta per il primo anno e piena applicazione dal 2026.
Secondo il rapporto ISTAT, In Italia, si possono stimare in circa 4 milioni le persone adulte obese. La situazione è particolarmente grave se si guarda ai bambini: 39% di sovrappeso (inclusa l’obesità) e 17% di obesità. La sugar tax potrebbe portare dei vantaggi in questo? Vediamo cosa è successo in Inghilterra.
Il Regno Unito ha introdotto la Soft drinks industry levy, ovvero la nostra Sugar Tax, già da aprile 2018, e alcuni studi dimostrano alcuni risultati molto interessanti.
Una ricerca pubblicata sul Journal of Epidemiology and Community Health, ha preso in esame un campione di 7.999 adulti e 7.656 bambini nell’arco di un decennio, concludendo che l’assunzione giornaliera di zucchero nei bambini è diminuita di circa 4,8 g nell’anno successivo all’introduzione dell’imposta. Stessa conclusione la ritroviamo in uno studio pubblicato a marzo 2024 su PLOS Medicine e condotto dai ricercatori della University of Cambridge School of Clinical Medicine: la tassazione sulle bevande analcoliche ha portato a una riduzione degli acquisti di zucchero nelle bevande da parte delle famiglie, in particolare quelli nelle aree più povere del paese, contribuendo a ridurre l’obesità adolescenziale (si parla di 5200 casi in meno all’anno.)
I risultati fanno ben sperare, essendo emerso che, nell’anno successivo all’introduzione dell’imposta, l’assunzione giornaliera di zucchero per i bambini è diminuita di circa 4,8 g, mentre per gli adulti la diminuzione è stata quantificata in 10,9 g.
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