Ambiente ed energia nei programmi elettorali a meno di un mese dalle elezioni

Una sintesi delle proposte dei principali partiti italiani in corsa per il 4 marzo

È ufficialmente aperta la campagna elettorale. A seguito della presentazione delle liste dei candidati da parte dei diversi partiti, sono stati pubblicati tutti i programmi politici di una campagna breve – giusto un mese – e che si prospetta ricca di sorprese.

I principali cleavages in grado di spostare voti e sui quali i programmi elettorali si differenziano maggiormente sono: lavoro, sicurezza, pressione fiscale e tematiche sociali. Le differenze si assottigliano invece sulle questioni energetiche e ambientali, questo perché ciascuna azione deve inserirsi coerentemente nella strada già tracciata dall’Unione europea.

Il Governo uscente può rivendicare la firma, nel dicembre 2015, dell’Accordo di Parigi (Cop 21) – il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale – e l’adozione, lo scorso novembre, della nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN), documento programmatico che indica le linee direttrici della politica energetica italiana nei prossimi anni. Da notare che la SEN è stata elaborata dal Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda e dal Ministero dell’Ambiente Gian Luca Galletti, entrambi non presenti delle liste dei candidati in Parlamento.

A questi importanti traguardi si rifà esplicitamente il Partito Democratico nel suo programma elettorale e nell’opuscolo “100 cose fatte 100 cose da fare”, mentre Liberi e Uguali – partito nato alla sinistra del PD dalla scissione della corrente bersaniana – nel suo Grande Piano Verde critica apertamente la SEN per l’assenza di coordinamento con la strategia per il Clima al 2050 e propone, invece, la creazione di una sala verde, una cabina di regia da convocarsi in modo permanente per la concertazione e la programmazione su tematiche energetiche e ambientali.

E così ciascuna forza politica fissa le priorità in merito alle diverse dimensioni dell’energia: efficienza energetica, decarbonizzazione ed energie rinnovabili, mercato interno e sicurezza energetica; tutte orientate verso uno scenario che non potrà che essere sempre più sostenibile.

Ma procediamo con ordine.

 

Efficienza energetica

Tutti concordano sulla necessità di promuoverne la diffusione con particolare attenzione all’edilizia residenziale e pubblica. Dal punto di vista degli strumenti, la coalizione di centro destra (Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia) propone di incentivare le tecnologie innovative applicate all’efficientamento energetico, mentre il Partito Democratico mira all’estensione a tutti i contribuenti della piena cedibilità dell’ecobonus anche a banche e intermediari finanziari, per favorire così interventi di rigenerazione a partire dai condomini delle periferie. Il Movimento 5 Stelle, invece, affronta la questione dal punto di vista del mercato del lavoro, prefigurando 17mila nuovi posti di lavoro per ogni miliardo di euro investito nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica.

 

Decarbonizzazione ed energie rinnovabili

Con un orizzonte temporale più esteso, fissato al 2050, le diverse forze politiche parlano di decarbonizzazione da realizzare con il supporto delle energie rinnovabili. + Europa individua esplicitamente il gas come principale fonte di transizione. Il Movimento 5 stelle, che prospetta per il 2050 le rinnovabili come unica fonte interna, punta sull’accumulo di energia dentro casa e sulla generazione distribuita come nuovo paradigma. Mentre il Partito Democratico, richiamando gli obiettivi di penetrazione individuati nella SEN, si focalizza sullo sviluppo delle tecnologie più mature (fotovoltaico ed eolico) e sul rifacimento e potenziamento degli impianti esistenti, il cosiddetto revamping.

 

Prezzo dell’energia

Passiamo al mercato interno dove c’è grande attenzione sulla riduzione del prezzo dell’energia per cittadini e piccole imprese. Forza Italia promette in 180 giorni di colmare il differenziale del prezzo dell’energia per le grandi industrie, in continuità con il decreto energivori adottato a fine legislatura dal Governo uscente. Liberi e Uguali e Movimento 5 Stelle prospettano invece una decentralizzazione dell’energia, con un ruolo del consumatore sempre più attivo e partecipe che diventa Prosumer. In pieno stile radicale + Europa, punta sulla transizione verso il mercato libero, da completare con una regolamentazione corretta delle reti gestite in monopolio e sulla promozione della concorrenza.

Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle non hanno dimenticato i colossi energetici nazionali. Il partito di Giorgia Meloni propone di difenderli dall’aggressione straniera; mentre i grillini manifestano la volontà di portare Terna sotto la gestione statale.

 

Mobilità

Il Movimento 5 stelle promette un milione di auto elettriche e il Partito Democratico, nell’ottica di una maggiore elettrificazione, si pone l’obiettivo di fonti rinnovabili al 20% per la copertura dei consumi energetici totali dei trasporti nel 2030, promuovendo la realizzazione di colonnine per auto elettriche per ogni intervento di trasformazione energetica. Tuttavia, in nessun programma si fa riferimento al rinnovo del parco auto.

Pertanto, dall’analisi dei programmi elettorali emerge l’interesse delle forze politiche ad occuparsi di tematiche energetiche e ambientali, che sembrano rientrare tra le priorità per i diversi partiti e movimenti. L’auspicio è che qualsiasi Governo sarà espresso dalla maggioranza dopo le elezioni terrà in considerazione sostenibilità ed efficienza energetica come parte fondamentale dell’agenda istituzionale per la prossima legislatura.

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