Aree a rischio idrogeologico, la situazione in Italia: i dati dell’ISPRA

L’Italia si conferma uno dei Paesi europei più esposti al rischio frane

Il 94,5% dei comuni italiani è esposto ad almeno uno dei seguenti rischi: frane, alluvioni, erosione costiera o valanghe. Il rapporto ISPRA.

Il 94,5% dei comuni italiani è esposto ad almeno uno dei seguenti rischi: frane, alluvioni, erosione costiera o valanghe.

Sono 5,7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, di cui 1,28 milioni risiedono in zone classificate a maggiore pericolosità. Questo è quanto emerge dal quarto Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia realizzato dall’Ispra.

Secondo il rapporto, risultano coinvolti oltre 582 mila nuclei familiari, 742 mila edifici, quasi 75 mila imprese e 14 mila beni culturali. Nel 2024, la superficie del territorio nazionale a pericolosità per frane è cresciuta del 15% rispetto al 2021, passando da 55.400 km² a 69.500 km². Si tratta del 23% del territorio italiano, a dimostrazione di un’espansione significativa delle aree a rischio.

Gli incrementi più marcati si registrano nella Provincia di Bolzano (+61,2%); in Toscana (+52,8%); in Sardegna (+29,4%); in Sicilia (+20,2%). Le aree classificate a maggiore pericolosità sono anch’esse in aumento, passando dall’8,7% al 9,5% del territorio nazionale.

Il Rapporto Ispra rileva, inoltre, che il 94,5% dei comuni italiani è esposto ad almeno uno dei seguenti rischi: frane, alluvioni, erosione costiera o valanghe. In particolare, l’Italia si conferma uno dei Paesi europei più esposti al rischio frane: nel 2024 risultano oltre 636.000 frane censite sul territorio nazionale, di queste circa il 28% è caratterizzato da una dinamica estremamente rapida e da un elevato potenziale distruttivo, con conseguenze spesso gravi, comprese la perdita di vite umane. A influenzare negativamente il quadro sono anche gli eventi climatici estremi, che negli ultimi tre anni hanno contribuito ad accentuare la frequenza e l’impatto dei fenomeni di dissesto idrogeologico.

 

Giornata Nazionale della Prevenzione e Mitigazione del Rischio Idrogeologico,

Lo scorso 14 maggio si è tenuta la seconda edizione della Giornata Nazionale della Prevenzione e Mitigazione del Rischio Idrogeologico, evento organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, dal Consiglio Nazionale dei Geologi e da Fondazione Inarcassa.

Il territorio dell’Italia, per le sue caratteristiche morfologiche, litologiche e idrografiche è naturalmente predisposto a fenomeni franosi e alluvionali. Negli ultimi 25 anni, per affrontare il problema del dissesto idrogeologico, sono stati spesi quasi 20 miliardi di euro, per un totale di 25.539 interventi. Ma non questo non basta: si stima un fabbisogno minimo di altri 9,3 miliardi di euro per opere di prevenzione e mitigazione già in fase istruttoria.

“Per contrastare efficacemente il dissesto idrogeologico è necessario porre in essere una serie di atti concreti, dalla manutenzione e monitoraggio costante del territorio, definendo dei piani di manutenzione delle opere esistenti, alla rimodulazione dei meccanismi di gestione dei Piani di prevenzione e contrasto esistenti. Certamente servono risorse finanziarie più consistenti, ma soprattutto un sistema unitario e più snello di gestione degli interventi di prevenzione. – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI – È fondamentale migliorare la capacità di progettazione degli interventi, anche attraverso iter autorizzativi più rapidi, accrescere la qualificazione e formazione del personale tecnico, attuare politiche più incisive mirate alla limitazione del consumo del suolo”.

“I numeri parlano chiaro il dissesto idrogeologico rappresenta una delle principali emergenze ambientali che il nostro Paese si trova ad affrontare. Per questo è essenziale promuovere momenti di confronto come questo che coinvolgano istituzioni, professionisti tecnici ed esperti, così da individuare e condividere soluzioni efficaci. Solo attraverso il rafforzamento delle politiche di prevenzione e il coinvolgimento attivo delle comunità locali sarà possibile costruire una strategia duratura per la tutela del territorio. Quella contro il dissesto non è una battaglia semplice: richiede visione a lungo termine, capacità di coordinamento e un impegno collettivo e continuativo“, dichiara il Presidente della Fondazione Inarcassa Andrea De Maio.

IdroGEO, la piattaforma per verificare se la tua zona è a rischio dissesto

IdroGeo è uno strumento chiave per l’analisi e la comprensione del rischio idrogeologico, messo a disposizione dall’Ispra, che offre agli utenti la possibilità di esplorare le caratteristiche specifiche del proprio territorio e di valutarne i potenziali pericoli naturali, come frane e alluvioni. La piattaforma si propone come mezzo essenziale per la diffusione di informazioni e contribuisce alla prevenzione e alla pianificazione delle politiche di mitigazione del rischio e della gestione delle emergenze.

Visitando la pagina IdroGeo di Ispra e inserendo il nome del vostro comune, vi troverete davanti a una mappa e una scheda che mostra diverse informazioni relative al vostro territorio: dati sugli edifici, il patrimonio culturale, la demografia locale e le attività imprenditoriali presenti. Seguono due grafici dettagliati sui livelli di pericolosità e rischio frane e alluvioni.

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