19 Febbraio 2018 3 min di lettura
Le quattro ruote amiche dell’ambiente sono troppo care? Meglio puntare sui modelli economici più accessibili
19 Febbraio 2018 3 min di lettura
Chiamatela pure ‘di seconda mano’, se preferite. Ecologica, economica e, perché no, di tendenza: nel futuro della mobilità sostenibile c’è sempre più posto per l’auto elettrica… usata. Che è tutto fuorché di serie B. E’ l’alternativa giusta, invece, per aggirare i blocchi del traffico nelle città avvelenate dallo smog soprattutto se gli incentivi statali lasciano a desiderare.
In Italia le quattro ruote a batteria rappresentano un modestissimo 0,1% delle vendite: nel 2017, su un totale di 2 milioni di immatricolazioni, sono stati venduti quasi 1945 mezzi. Il problema è che l’auto elettrica non è alla portata di tutte le tasche: per questo motivo, può convenire comprarne una usata.
Pensateci bene prima di comprare un’auto usata: valgono le stesse regole di quando si compra un’auto a benzina o Diesel. Occhi aperti innanzitutto sui pneumatici che non devono essere ‘lisci’, al di sotto dei 1,6 mm, e sulla documentazione che rappresenta la ‘carta d’identità’ del mezzo e dovrà essere perciò completa: libretto di circolazione, certificato di passaggio al Pra e targhe ben leggibili. Prestate molta attenzione alle batterie, il vero cuore del motore: è necessario che si ricarichino completamente e mantengano la carica. Fa fede la garanzia che viene rilasciata dalla concessionaria o da un rivenditore professionale, sempre che l’auto elettrica non venga acquistata da un privato. Altrimenti, si può sempre ricorrere alla diagnosi delle batterie dall’elettrauto con i sistemi Texa disponibili per molti modelli.
Tesla Model SListino nuovo: da 88.200 euro
Listino usato (40mila km): 50mila euro
Perché sì: quasi full-optional, elegante e sportiva, potenza elevata, si viaggia senza rumore.
Perché no: autonomia sensibile all’uso del climatizzatore, rete di vendita limitata.
BMW i3Listino nuovo: da 39.150 euro
Listino usato recente: 20-25mila euro
Perché sì: abitacolo moderno e raffinato, raggio di sterzo contenuto
Perché no: divano arretrato rispetto alle porte, porte posteriori con vetri non apribili
Renault ZoeListino nuovo: da 22.500 euro
Listino usato recente: 14mila euro
Perché sì: capacità del baule, pronta risposta all’acceleratore
Perché no: mancano airbag posteriori a tendina, plastiche rigide
Citroën C-Zero Listino nuovo: da 30.690 euro
Listino usato recente: 10mila euro
Perché sì: abitabilità, costi di gestione, maneggevolezza
Perché no: autonomia (150 chilometri), baule piccolo
Nissan LeafListino nuovo: da 33.070 euro
Listino usato recente: 13-15mila euro
Perché sì: ottima insonorizzazione, sistema di trazione elettrica ben studiato,
Perché no: posizione di guida, accesso al baule
Il modo più semplice per ricaricare le batterie è quello domestico, collegando l’auto alla rete di casa. Occhio però a non surriscaldare troppo la presa: occorre un cavo con control box che mantiene la ricarica a 2,3 kilowatt con corrente alternata monofase a 230 volt. Per approvvigionarsi invece alle colonnine pubbliche standard è bene dotarsi di cavo connettore a sette poli che consente di immettere un’energia fino a 43kilowatt alla vettura. Altro discorso per le colonnine fast charge a 400 volt a corrente continua che hanno il pregio di collegare direttamente l’energia alle batterie: giusto 2-3 minuti e vengono iniettati 50 kilowatt di energia. Troppo poca? In futuro queste colonnine potranno viaggiare fino a 350 kilowatt!
Si fa presto a dire auto elettrica. Da una parte, dobbiamo fare i conti con l’autonomia delle batterie ancora troppo limitata (mediamente, da 170 – 200 km a carica), dall’altra le colonnine di ricarica si trovano spesso con il contagocce. Le stazioni non sono più introvabili come tanti anni fa perché, ad esempio, oggi tanti centri commerciali mettono a disposizione la ricarica gratuita per la clientela. Fare il pieno di energia a prezzi ‘low cost’ si può grazie alle tariffe vantaggiose proposte dai gestori della rete. Impossibile, insomma, rimanere a piedi date le numerose App per i telefonini che servono a scovare meglio i punti di ricarica pubblici. La più utilizzata è ChargeMap che contiene una mappatura di oltre 55mila prese per ricaricare l’auto elettrica in tutta Europa.
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