I risultati dello studio condotto da Eurelectric e Ernst&Young
Il passaggio di circa 63 milioni di automobili, furgoni, autobus e camion gestiti da società private o autorità pubbliche in Europa a veicoli elettrici avrebbe l’impatto più grande e più veloce sulle emissioni stradali. Ecco i risultati dello studio di Eurelectric ed Ernst & Young (Ey).
La riduzione delle emissioni di carbonio è un obiettivo necessario da raggiungere e l’Unione Europea dovrebbe, a tal proposito, accelerare la transizione energetica. Se auto aziendali, corrieri e mezzi pubblici fossero tutti veicoli elettrici ciò aiuterebbero a ridurre di ben il 50% le emissioni di CO2. Questo è quanto si evince da uno studio di Eurelectric ed Ernst & Young (Ey) che punta l’attenzione ai parchi veicoli delle amministrazioni pubbliche e delle aziende private.
“L’elettrificazione delle flotte automobilistiche può essere un vero punto di svolta – ha dichiarato Kristian Ruby, segretario generale di Eurelectric – perché porta con sé una riduzione tangibile del total cost of ownership”.
Secondo lo studio “l’Unione Europea, nella sua strategia Green Deal, si è impegnata a raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050: questo ambizioso risultato vuol dire impegnarsi per un’economia sostenibile ed efficiente sotto il profilo delle risorse attraverso una combinazione di tecnologia verde, industrie e trasporti sostenibili e riduzione dell’inquinamento”. Per il raggiungimento di tale obiettivo “occorre ridurre del 90% le emissioni dei trasporti e eliminare gradualmente l’utilizzo della benzina e dei veicoli diesel”.
Automobili, furgoni, autobus e camion sono la fetta più rilevante per accelerare sulla mobilità elettrica, come sottolinea il rapporto. Intervenire su questo segmento è cruciale per procedere con la decarbonizzazione dei trasporti. Lo studio ha stimato che per garantire un aumento della flotta elettrica sarà necessario un investimento di 80 miliardi di euro per le colonnine, più altri 25 per consentire alle reti di distribuzione di energia di supportare il lancio dell’infrastruttura di ricarica.
Quando si parla di auto elettriche resta infatti il problema dell’autonomia della batteria. Attualmente i punti di ricarica pubblica in Europa sono pochissimi: circa 213.000, di cui solo il 14% rapidi. Il progetto è quello di aumentarli di 13 volte e portarli a circa 3 milioni entro il 2030.
I veicoli elettrici sono i più adatti all’elettrificazione in quanto tendono a seguire i percorsi fissi, rendendo più facile l’integrazione della carica nella giornata lavorativa. Inoltre, sottolineano che le organizzazioni più grandi possono anche beneficiare di incentivi fiscali e sconti all’ingrosso nella transizione all’elettrico, compensando l’alto costo di acquisto iniziale dei veicoli.
Se queste condizioni si realizzeranno, in base allo studio, al 2030 i parchi auto pubblici e privati conteranno su oltre 10 milioni di EV. Per quella data, il segmento degli autobus avrà elettrificato il 42% del suo parco, seguito dai segmenti delle auto e dei furgoni che avranno elettrificato rispettivamente il 17,5% e 12%.
Per incentivare l’elettrificazione delle auto elettriche, i governi dovranno intervenire con apposite norme e regolamenti sempre più rigorosi e schemi di tassazione vantaggiosi. L’Unione Europea dovrà inoltre imporre alle varie case automobilistiche alcuni requisiti obbligatori per la vendita di veicoli a emissioni zero, favorendo cosi il passaggio alla mobilità green.
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