Chic e sostenibile: dove comprare moda vintage

I nostri indirizzi del cuore per un guardaroba che coniuga basso impatto ambientale e stile che guarda al passato

“Le star vestono vintage”. “Il vintage è tornato di moda”. “Ormai è vintage mania”. Quante volte abbiamo sentito queste frasi? La vera anima del vintage è un modo di sentire, il cogliere nell’abito quel pezzo di storia in più che si porta dentro. Ma soprattutto, il ‘green thinking’ ha fornito un motivo in più per scegliere di vestire con capi ‘second hand’ di lusso.

 

Perché il vintage fa bene all’ambiente

Chiudete gli occhi e immaginate una maglia di lana leggera, una di quelle da indossare in questa fresca primavera. E magari immaginate di comprarla. Ora, riaprite gli occhi e chiedetevi: che costo ambientale ha quella maglia? Pensate all’impatto dei processi industriali: filatura, rifinizione, tessitura, confezione. Una volta prodotta, quella maglia farà il giro dei vari magazzini e negozi su un mezzo di trasporto. Benzina uguale costi a carico dell’ambiente. E se un giorno entrerà nel nostro guardaroba non è detto che ci resti a lungo. Potrebbe finire un giorno nel cassonetto e di qui nella discarica, fino allo smaltimento. È qui che entra in gioco il vintage.

 

Come nasce il vintage

Parola d’ordine: riciclare. L’obiettivo è non sprecare energia e materie prime, con un occhio alla salvaguardia delle specie che vengono utilizzate per borse e pellicce. In Italia il vintage è un fenomeno relativamente recente, che si è sviluppato sull’onda della ricerca del jeans e dell’abbigliamento militare americano alla fine degli anni ’60. Oggi questi settori costituiscono solo una minima parte di un mercato che ruota soprattutto intorno al lusso, di cui Eco_Design si è già occupato in altri articoli: Chanel, Lanvin, Celine, Hermès, Cristobal Balenciaga, Pucci, Gucci, Ossie Clark sono solo alcuni dei nomi più quotati, ricercati dai collezionisti e dai semplici appassionati che desiderano indossare abiti e accessori che nei dettagli conservano un affascinante sapore del passato.

 

Quattro indirizzi dove comprare vintage in Italia

Non c’è dubbio: puntare su capi ‘second hand’ è un’ottima scelta di stile. Ecco i nostri indirizzi del cuore:

A.n.g.e.l.o. Vintage Palace, Lugo di Romagna (Ravenna)

Archivio Angelo Vintage

Tappa obbligata per chi ama o questo mondo o ha deciso di scoprirlo, con tre piani di abiti e accessori d’antan. In realtà molto di più: tre dimensioni distinte e collegate allo stesso tempo, una meticolosa raccolta di oggetti in affascinante ‘assetto dantesco’. Quasi una paradisiaca ascesa, dal piano terra verso la soffitta-archivio. Varcato l’ingresso, il colorato caos delle stampe seventies, dei cappotti di taglio ’60 dai colori intensi, dei grappoli di borse e cinture in pelle, ti rapisce e stordisce. L’imponente scala in legno permette l’accesso al secondo piano: piccole stole in visone e astrakan sono il preludio più adatto all’atmosfera da atelier che si respira nelle stanze attigue. Carta da parati di sapore francese, specchi dorati e separé charmant invitano a provare copricapo anni ’30 e micro tailleur, a frugare nelle cappelliere colme di foulard Hermès, perfettamente conservati. Jeans, giubbotti e pull “mods style” offrono il casual più ricercato, per lei e per lui. La porta delle meraviglie è capitonnè, in pelle imbottita.  Si può varcarla solo dopo aver fissato un appuntamento per l’archivio A.n.g.e.l.o., ma ne vale assolutamente la pena. Abiti e accessori dalla fine dell’800 agli anni ’80 sono a disposizione di stylist, stilisti, uffici stile e soprattutto per mostre e shooting: un bacino di approvvigionamento enorme di idee e dettagli, una storia del costume materica, da indossare e toccare.
A muovere i fili di questo teatro del ‘second hand’ di ricerca, Angelo Caroli, anima del palazzo nel centro della Romagna che, instancabilmente  dal 1977, ricerca e raccoglie con passione e curiosità. La filosofia che ispira la sua azienda è decisamente green: raccolta differenziata, risparmio energetico e tanta attenzione per l’ambiente sono un modus vivendi contagioso che coinvolge anche tutti i suoi collaboratori.
Dove andare: corso Garibaldi, 59

 

Gaudeli’s, Sesto Fiorentino (Firenze)

I proprietari sono Elisabetta e Guadenzio, entrambi una lunga esperienza della moda e poi il cambio di rotta verso il vintage. Abiti e accessori firmati ma anche pezzi di sartoria: un melting pot dove trova libero accesso tutto quello che è particolare o ha un dettaglio degno di nota. “Nella scelta di un capo mi può colpire anche solo un bottone”, spiega Elisabetta, che con instancabile passione è sempre alla continua ricerca di nuovi pezzi della sua collezione. I capi vengono restaurati a mano, con meticolosa attenzione ai materiali riciclati. L’arredamento dello store è rigorosamente d’epoca, con un occhio attento ai consumi energetici e al riciclo degli scarti della selezione.
Dove andare: via Ludovico Ariosto, 496

Arte & Viaggi, Valeggio sul Mincio (Verona)

Il vintage non è solo abiti e questo negozio è uno scrigno di mille altri scrigni. Bauli e accessori per il viaggio di inizio secolo fino agli anni ’50 ricompongono un universo composito, fatto di spostamenti deluxe ma anche di valigie usate da chi andava in America o in altre parti del mondo a cercare fortuna. Attraverso questi oggetti si riscrive una storia che termina con l’avvento degli spostamenti in aereo, il fattore che ha profondamente cambiato il modo di viaggiare e i bagagli.
Dove andare: via Antonio Murari, 6.

 

Elio Ferraro, Firenze e Milano

Store Elio Ferraro

ph. Lucia Baldini

La selezione di Elio, stilista rubato alla moda, è molto particolare e comprende sia abiti che pezzi esclusivi di modernariato e design degli anni ’50 e ’60. La collezione di abiti si spinge per tutti gli anni ‘80 fino ai primi ‘90, con pezzi cult di stilisti come Martin Margiela, Yohji Yamamoto, Comme des Garçons, Azedine Alaya.
Dove andare a Milano: via Pietro Maroncelli 1, Milano.
Dove andare a Firenze: Via Parione 59.

 

 

®Eco_Design WebMagazine

 

 

 

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