Clima, se fa freddo è colpa del riscaldamento globale

Uno studio incrociato dell’Università di Milano-Bicocca e di Harvard

Se il riscaldamento globale ha raggiunto livelli record nell’ultimo anno, come si spiega il freddo e gli eventi metereologici estremi di questi mesi? A spiegarlo lo studio pubblicato su Nature climate change di un team di ricercatori delle Università di Milano-Bicocca e Harvard.

Secondo i dati del sistema satellitare europeo Copernicus  e le rilevazioni dell’agenzia spaziale degli Stati Uniti, Nasa, il 2020 ha fatto segnare un nuovo record di riscaldamento globale.

Per Copernicus, la temperatura media del pianeta, misurata alla superficie, nel 2020 ha raggiunto gli 1,25°C in più rispetto al periodo pre-industriale del 1850-1900. L’aumento medio misurato dalla Nasa è più contenuto, pari a 1,02°C, ma misurato sulla media di riferimento del trentennio 1951-1980. Ma anche per l’agenzia americana il 2020 ha superato il record precedente che risaliva al 2016, anche se di poco.

Se il riscaldamento globale raggiunge livelli record, come si spiegano eventi metereologici estremi, nevicate, tormente e gelo? Perché fa freddo?

A spiegare in maniera dettagliata ciò che sta accadendo è lo studio Decoupling of the Arctic Oscillation and North Atlantic Oscillation in a warmer climate pubblicato su Nature climate change da un team di ricercatori delle Università di Milano-Bicocca e Harvard.

Le precipitazioni e le temperature delle aree situate ad un livello di latitudine media subiscono l’influenza delle oscillazioni atlantiche e di quelle provenienti dall’Artico, cioè di elementi che producono variazioni climatiche. Nello studio si osserva come il rapporto tra le due oscillazioni cambi in seguito al riscaldamento globale, causando dei picchi di freddo estremi.

2021, l’anno della svolta per il clima?

All’origine vi è il cosiddetto vortice polare che blocca l’aria fredda nelle zone di latitudine più alta e con cadenza biennale allenta la pressione permettendole così di propagarsi verso il basso e raggiungere poi varie zone del mondo.

“Potremmo dire che questi fenomeni gelidi si verificano perché  lo scarto di temperatura tra la zona polare e quella sub-polare si sta assottigliando. – spiega l’associazione Greenpeacevortici polari sono sostanzialmente correnti in cui è intrappolata l’aria fredda dell’Artico alle alte latitudini. Finché il vortice polare “tiene”, il freddo resta intrappolato al suo interno e non può raggiungere altre zone. In alcuni casi però il vortice polare può indebolirsi, permettendo all’aria gelida di scendere fino alle nostre latitudini.” 

Lo scenario climatico molto caldo ha raggiunto la stratosfera, punto importante dell’oscillazione nord atlantica, causando un’anomalia dei venti e permettendo l’ingresso del vortice polare nelle aree di latitudine media, favorendo situazioni meteorologiche e atmosferiche irregolari e inaspettate. Una testimonianza è quella della Spagna che quest’anno ha registrato le condizioni climatiche interne più basse del millennio con temperature che hanno toccato i -10° in numerose città.

Il riscaldamento globale accentua le disuguaglianze tra paesi

In media una volta ogni due anni, il vortice polare si indebolisce e permette all’aria gelida di raggiungere le medie latitudini. “L’indebolimento del vortice polare –spiegano dall’Ateneo milanese – viene innescato dal rapido riscaldamento dell’aria a 30 chilometri di quota, in stratosfera, e provoca un’anomalia dei venti. Nel giro di un paio di settimane le condizioni atmosferiche in superficie cominciano a risentire degli effetti dei venti anomali, favorendo l’incursione dell’aria polare nelle medie latitudini. Tale fenomeno è estremamente di attualità: infatti, un riscaldamento stratosferico in Artico particolarmente intenso (circa 50°C) è avvenuto proprio a cavallo del Capodanno 2021, con possibili conseguenze di instabilità meteorologica in Europa e/o Nord America nelle settimane successive, in parte già manifestatesi con l’eccezionale ondata di neve e freddo in corso in Spagna”.

È già noto che le temperature anomale in stratosfera sono influenzate da diversi eventi climatici, come ad esempio la fusione del ghiaccio Artico e le piogge tropicali intense, ma le attuali conoscenze non permettono di fare previsioni accurate sul loro accadere. Nello studio evidenzia una condizione anticipatrice delle anomalie stratosferiche che non era mai stata riconosciuta prima ovvero la temperatura superficiale dell’Oceano Pacifico settentrionale. “Acque particolarmente calde riscaldano la fredda aria che giunge dalla Siberia favorendone la risalita ed arrivando a modificare le condizioni stratosferiche“, affermano i ricercatori. 

 

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