Sui media in questi giorni, di fronte a immagini di guerra, tanti genitori e insegnanti si chiedono come far capire ai loro figli e studenti quello che sta succedendo in Ucraina.
I bambini hanno il diritto di capire che cosa significa la guerra e perché nel mondo, qualsiasi conflitto, anche quello che ci appare il più lontano, non deve lasciarci indifferenti. Ma come approcciarsi ai bambini per spiegare cosa sta accadendo oggi?
“Nelle prime settimane non ne hanno parlato. Poi sono diventati molto più curiosi, soprattutto i maschi che vedono la guerra e questi combattimenti come nei loro videogiochi ed hanno, ovviamente, un’idea semplicistica del conflitto. Per loro l’intervento della polizia o dei carabinieri potrebbe fermare la guerra”, ci ha spiegato Francesca, insegnante in una scuola privata cattolica romana, trovandosi ad affrontare l’argomento con i suoi alunni di terza elementare. “Ho spiegato che ci sono persone addestrate appositamente per questo e che decidono di dedicare la loro vita a difendere quella degli altri. Ma soprattutto ho cercato di spiegare che ad oggi le guerre non si fanno più per i beni di prima necessità ma solo per il potere. Una guerra a fine economici è sciocca. Ci sono altri mezzi oggi prima di arrivare a questo, come la diplomazia”.
Dopo che Francesca ha mostrato agli studenti sulla cartina geografica dove fosse l’Ucraina, quindi lontana dall’Italia, i bambini si sono tranquillizzati. A quel punto però si sono chiesti “perché allora noi dobbiamo intervenire? Non siamo poi così vicini”.
“Preferisco parlare in maniera sincera ai bambini – spiega Francesca – Il popolo ucraino non ha fatto nulla per avere una guerra, la sta subendo. Non dobbiamo essere indifferenti, loro vogliono essere liberi e non dobbiamo fare la guerra alla Russia ma aiutare il popolo ucraino.Un modo per dimostrare in che modo poter essere d’aiuto e non indifferenti a ciò che sta accadendo è quello di coinvolgere i bambini e le loro famiglie nella raccolta di beni di prima necessità per il popolo ucraino“.
Serve gradualità, delicatezza, empatia, e le risposte vanno date, anche nella gravità della situazione, senza nasconderla.
Accompagnarli nella fruizione delle notizie sulla guerra. Può succedere che i bambini ricevano accidentalmente informazioni sul tema, in particolare dai media. Il primo punto è capire cosa ne sanno dell’argomento, che idea si sono fatti e procedere analizzando insieme la situazione e le notizie più recenti, ricordandosi di impostare una discussione appropriata alla loro età, pur senza minimizzare. Un buon metodo può essere creare nei diversi contesti educativi e a casa dei momenti in cui si analizzano insieme le notiziee, soprattutto, si lascia spazio alle loro domande;
Dai importanza ai loro sentimenti È importante che i bambini si sentano supportati nella conversazione. Non dovrebbero sentirsi giudicati e hanno bisogno di sentire che le loro preoccupazioni vengono prese in considerazione. Se i bambini hanno la possibilità di avere una conversazioneaperta e onesta su cose che li turbano, possono sentirsi sollevati e più sicuri
Rassicurali che gli adulti di tutto il mondo stanno lavorando duramente per risolvere questo problema. Ricorda ai bambini che non è loro compito risolvere questo problema. Non dovrebbero sentirsi in colpa di continuare a giocare, di incontrare i loro amici o di fare cose che li rendono felici. Mantieni la calma quando ti approcci alla conversazione. I bambini spesso copiano i sentimenti dei loro caregiver: se sei a disagio per la situazione, è probabile che anche tua/o figlia/o sarà a disagio;
Offri loro un modo pratico per aiutarli. Sostieni i bambini che vogliono dare una mano. I bambini possono creare raccolte fondi, inviare lettere ai decisori locali o creare disegniche chiedono la pace;
Realizzare percorsi didattici. Se sei un insegnante puoi realizzare dei percorsi in classe, utilizzando metodologie non formali e promuovendo il protagonismo degli studenti. Ecco la guida per insegnanti “La pace oltre la guerra”.
Per proseguire con percorsi didattici, attività e risorse educative per affrontare a scuola e nei contesti educativi il tema della guerra e della pace, ecco una serie di risorse e attività per educare alla pace di Save the Children QUI.
I consigli di Emergency
EMERGENCY da anni organizza incontri nelle scuole primarie, secondarie e nelle biblioteche, dialoghi aperti sulla violenza e la guerra, sul perché andrebbe abolita e come possiamo costruire una cultura di pace. Ecco alcune indicazioni su come parlare della guerra ai più piccoli:
per i bambini più piccoli partiamo da storie o racconti, che li introducano all’argomento: una fiaba come “La Strabomba” di Mario Lodi (tratta dal libro “Favole di pace”) o “Promemoria” di Gianni Rodari possono essere un primo approccio. Da qui poi passiamo al loro vivere, cercando di contestualizzare il conflitto nella loro quotidianità, senza banalizzarlo;
i ragazzi più grandi pensano invece spesso alla guerra in maniera mediata dalla finzione: videogiochi, film, cartoni animati sono il loro riferimento principale. Per loro è importante riportare l’argomento alla realtà dei fatti, per esempio noi raccontiamo loro le storie dei loro coetanei, che si trovano a vivere una situazione diversa, così da stabilire un’empatia: da lì spesso scaturiscono una serie di osservazioni e riflessioni, oltre a svilupparsi la capacità di trovare da soli le risposte ad alcuni interrogativi;
parlare della guerra attraverso azioni positive epromuovere una cultura di pace. Un atteggiamento propositivo ai grandi avvenimenti aiuta i bambini a non subire i fatti e le immagini: azioni e comportamenti sono gli strumenti per agire verso gli altri, da applicare anche nella sfera relazionale del bambino.
Ecco un tutorial di Emergency per realizzare “uno straccio di pace”, da appendere allo zaino o alla borsa, per far sapere a tutti che sei contro la guerra e dalla parte della pace.
Agisci per l’ambiente di oggi e di domani, con la tessera anter.
Continua con