Cop28, si è chiusa a Dubai la Conferenza sul Clima. Ecco cosa prevede l’accordo

Un traguardo storico o solo un altro flop?

cop28 accordo raggiunto

Questo “allontanamento graduale” dai combustibili fossili nel documento finale di una COP basterà per fermare la crisi climatica? Ancora una volta questa conferenza per il clima lascia l’amaro in bocca.

Si è conclusa a Dubai la 28esima Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici, la Cop28. 198 nazioni hanno raggiunto un accordo presentato come “storico”, dopo una serie di trattative complesse e serrate.

Organizzata dagli Emirati Arabi Uniti, la Cop28 si è aperta lo scorso 30 novembre. Tra gli obiettivi in ballo quello di ridurre le emissioni di gas serra causate dall’uso di combustibili fossili, adattarsi ai cambiamenti climatici e aumentare i finanziamenti, ma il principale resta ancora quello dell’Accordo di Parigi, ovvero limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi e puntare a 1,5 gradi.  La conferenza è cominciata con l’allarme climatico lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. “Siamo al collasso climatico in tempo reale”, ha dichiarato Guterres, sottolineando che il 2023 è l’anno più caldo di sempre.

Hanno fatto molto discutere le parole del presidente della Cop28, Sultan Al Jaber: “Nessuna scienza dimostra che un’uscita dai combustibili fossili é necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi sopra i livelli pre-industriali“, ha sostenuto Al Jaber, aggiungendo che “seguire quella strada non permetterebbe di perseguire uno sviluppo sostenibile. A meno che qualcuno non voglia riportare il mondo indietro all’era delle caverne”. “Affermazioni assolutamente preoccupanti e sull’orlo del negazionismo climatico”, come le ha definite  Guterres.

Si è arrivati alla fine, e cosa hanno deciso grandi della Terra? Dopo una prima versione del testo, duramente criticata perché non c’era esplicito riferimento all’eliminazione dei combustibili fossili,  il documento è stato parzialmente riscritto includendo il riferimento alla necessità di un “allontanamento graduale” all’uso di fonti di energia non rinnovabili come carbone, gas e petrolio, tra i principali responsabili della produzione di gas serra che causano il riscaldamento globale.

Sultan Al-Jaber: “Dovremmo essere orgogliosi dei nostri risultati storici”

Con un giorno di ritardo la più grande conferenza sul clima nella storia delle Nazioni Unite ha comunque trovato un’intesa sulla menzione di tutti i combustibili fossili: petrolio, gas e carbone. Nel testo si afferma che la comunità internazionale “riconosce la necessità di riduzioni profonde, rapide e durature dei gas serra” e a tal fine “chiede alle parti di contribuire” con un elenco di azioni per il clima, “secondo le rispettive circostanze nazionali”.

La prima azione è quella di “triplicare la capacità di energia rinnovabile” e “raddoppiare l’efficienza energetica media” da qui al 2030 per poi “accelerare gli sforzi per eliminare gradualmente il carbone senza misure di riduzione”, l’uso di “carburanti a zero o basse emissioni” e “la transizione dai combustibili fossili in modo giusto, ordinato ed equo”. Ciò deve essere accelerato “in questo decennio cruciale per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050”.

 

 

Il presidente della COP28, Sultan Al-Jaber, ha dichiarato la sua soddisfazione per il raggiungimento di un accordo “storico” in apertura della sessione plenaria: “Dal profondo del mio cuore, grazie. Abbiamo percorso insieme una lunga strada in un breve lasso di tempo. Abbiamo lavorato molto duramente per garantire un futuro migliore alla nostra gente e al pianeta. Dovremmo essere orgogliosi dei nostri risultati storici. Il mio paese, gli Emirati Arabi Uniti, è orgoglioso del suo ruolo nell’aiutarvi ad andare avanti”.

 

L’intesa raggiunta a Dubai tiene conto di tutti gli aspetti più rilevanti dell’accordo di Parigi e delle istanze, profondamente diverse tra loro, dei vari Stati, che tuttavia riconoscono un terreno e un obiettivo comune, con la guida della scienza. Per questo, riteniamo il compromesso raggiunto come bilanciato e accettabile per questa fase storica, caratterizzata da forti tensioni internazionali che pesano sul processo di transizione. L’Italia, nella cornice dell’impegno europeo, è stata impegnata e determinata fino all’ultimo per il miglior risultato possibile“. Così il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, commenta l’accordo sul Global Stocktake alla COP28. “Sulle fonti fossili – spiega Pichetto – abbiamo cercato un punto di caduta più ambizioso, ma nell’intesa c’è un chiaro messaggio di accelerazione verso il loro progressivo abbandono, riconoscendone il ruolo transitorio: abbiamo per la prima volta un linguaggio comune sulla fuoruscita dai combustibili fossili, per le emissioni zero nette al 2050” .

L’accordo – prosegue Pichetto – sancisce la necessità di profonde e rapide riduzioni delle emissioni di gas serra, in un quadro di contestuale forte affermazione delle rinnovabili“. “Tra i tanti risultati apprezzabili – spiega – vi è il riconoscimento di un ruolo chiave per il nucleare e l’idrogeno“.

 

Ma questo “allontanamento graduale” dai combustibili fossili nel documento finale di una COP basterà per fermare la crisi climatica? Quello che sappiamo è che sicuramente, ancora una volta, questa conferenza per il clima lascia l’amaro in bocca.

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