Copernicus: l’occhio dell’Europa sulla Terra

Prende il nome dallo scienziato Niccolò Copernico il programma di osservazione e monitoraggio del nostro pianeta dell’Unione Europea. Attraverso una rete di satelliti in orbita e sensori sul globo, fornisce una mole di informazioni sulla Terra, il suo ambiente e i suoi mutamenti

I satelliti di Copernicus Sentinel 1 e 2 e quello dell'EDRS-A

In pochi lo sanno, ma c’è un “occhio speciale” con cui l’Europa osserva il globo terrestre per monitorare lo stato di salute del nostro pianeta e del suo ambiente. È Copernicus, il programma di osservazione e monitoraggio della Terra coordinato dalla Commissione Europea e implementato insieme agli Stati membri e ad alcuni organismi, tra cui l’Esa – l’agenzia spaziale europea. È grazie ad una vasta gamma di tecnologie, dai satelliti nello spazio ai sistemi di rilevazione terrestre, marina e aerea, che Copernicus è il più grande fornitore di dati di osservazione della Terra al mondo, in grado di mettere a disposizione di tutti ogni giorno decine di terabyte di informazioni su aspetti importanti del nostro pianeta, come ambiente e sicurezza: dal cambiamento climatico alla gestione del territorio, dall’inquinamento atmosferico allo stato degli oceani passando per la riduzione dei ghiacci polari, dalla crescita della popolazione all’andamento delle catastrofi naturali. Gratuiti e accessibili liberamente.

 

 

La storia di Copernicus – il cui primo nome di battesimo era Gmes – Global Monitoring for Environment and Security, cioè “monitoraggio globale per l’ambiente e la sicurezza”, ma fu poi cambiato nel dicembre 2012 per omaggiare lo scienziato Niccolò Copernicocomincia nel 1998, il 19 maggio, quando a Baveno, sulle sponde sud occidentali del Lago Maggiore, fu firmato il manifesto che segnava la nascita del programma di monitoraggio ambientale operativo. Il documento dava il via da parte della Commissione Europea, con la collaborazione delle istituzioni spaziali europee, ad “un impegno di lungo periodo per lo sviluppo delle attività spaziali di monitoraggio ambientale, utilizzando e sviluppando ulteriormente le competenze e le tecnologie europee”. Oggi sono oltre 150.000 gli utenti registrati al centro dati dell’ESA, ma sono molte di più le persone che accedono ai dati raccolti da Copernicus.

 

I firmatari del manifesto di Copernicus in occasione del 20esimo anniversario della firma

I firmatari del manifesto del progetto Copernicus (allora Gmes) in occasione del 20esimo anniversario della firma, il 20 giugno 2018 a Baveno. Ph. Stelios Bollanos via Twitter

 

Ad oggi sono sette i satelliti  in orbita per il programma Copernicus, chiamati “Sentinel” (cioè sentinelle): due satelliti radar Sentinel-1, due satelliti ottici Sentinel-2, due satelliti Sentinel-3 con a bordo un insieme di strumenti, ed il satellite singolo della missione Sentinel-5P per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico. Il primo satellite, Sentinel-1A, fu lanciato nel 2014, e nel corso dei prossimi dieci anni – con Sentinel-4, Sentinel-5, Sentinel-6 – la “costellazione” dell’Unione Europea raggiungerà circa 14 satelliti. I dati forniti dalle “sentinelle” sono integrati con dati ottenuti da sensori “in situ”, cioè locali, posti sulle rive dei fiumi, trasportati da palloni meteorologici, trainati da navi o galleggianti in mare, messi a disposizione da parte degli Stati membri.

 

I diversi satelliti sentinella del programma Copernicus

I diversi satelliti sentinella del programma Copernicus. Ph. Esa

 

Come dicevamo, tra i satelliti di Copernicus ce n’è uno che ha il compito di monitorare l’inquinamento atmosferico: Sentinel-5P. Lanciato in orbita il 13 ottobre 2017, ha a bordo uno spettrometro per immagini multi spettro tra i più avanzati al mondo: Tropomi. Questo strumento ha il compito di mappare gli agenti inquinanti sulla Terra – come biossido di azoto, metano, monossido di carbonio e gli aerosol – che influenzano l’aria che respiriamo ed il nostro clima. Ma sono tante altre le informazioni che riguardano l’ambiente raccolte da Copernicus: quelle sul cambiamento climatico, che permettono di fare previsioni e proiezioni, quelle sulla luce del sole, l’acqua, il vento e le onde del mare, che aiutano a sfruttare la potenza di queste risorse naturali come fonti di energia rinnovabile (contribuendo all’obiettivo di liberarci dalla dipendenza dai combustibili fossili), quelle relative all’estensione della banchisa artica e dell’innalzamento del livello globale del mare. Non ultimo, Copernicus ha anche il compito di tutelare la biodiversità, monitorando foreste e boschi per prevenire deforestazione e desertificazione, lo stato delle aree protette e le fuoriuscite di petrolio in mare.

 

Il monossido di carbonio nel mondo misurato da Sentinel-5P

Il monossido di carbonio (CO) nel mondo misurato da Sentinel-5P. Ph. Sron/Esa

 

Immagine di copertina: i satelliti di Copernicus Sentinel 1 e 2 e quello dell’European Data Relay System EDRS-A. Ph. Esa

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